All’indomani dalla conquista della meritata salvezza, Luca Gotti anziché prendersi la sua parte di meriti, come avrebbe fatto chiunque al suo posto, spiazza tutti decidendo di riconoscere invece i meriti del suo predecessore sulla panchina del Lecce, Roberto D’Aversa. Un gesto che gli fa molto onore.
«In questo momento di grande gioia non bisogna dimenticare che 25 punti me li ha lasciati in dote D’Aversa - ha detto Gotti -. Anche con lui la squadra non è mai stata nelle ultime tre posizioni di classifica. Dico questo perché prima di Roberto ci sono passato anch’io, l’anno scorso, allo Spezia. Quanto non riesci a portare a termine un percorso ci stai male: lo Spezia non doveva retrocedere per tutto quello che ruotava attorno alla squadra, la città, gli appassionati. È gente che vivi ogni giorno e con la quale instauri dei rapporti straordinari. Per questo motivo non riuscire a completare un lavoro ed essere passivo rispetto a una cosa che poi finisce male e che comunque sarà associata a te, come la retrocessione in serie B, è una cosa che ti fa star male anche dal punto di vista umano. Sono certo che anche D’Aversa ha messo tutto sé stesso e tutto l’impegno con una piazza che trasmette calore. Per questo sono particolarmente contento per lui». Sui meriti poi mister Gotti ha una idea ben precisa. «Sarei più lucido riguardo ai demeriti - puntualizza -. Per me sono il focus che uno ha nel cercare di migliorare le cose. Chiaramente sono molto contento per tutti noi, società, squadra, staff tecnico. Il tutti noi include anche tifosi e gli appassionati, tutte le persone che hanno remato nella stessa direzione per raggiungere l’obiettivo finale».
Per Luca Gotti il futuro può attendere. Ora il tecnico è concentrato soltanto sulle ultime tre sfide di campionato con Udinese, Atalanta e Napoli. Solo al termine del percorso penserà alla prossima stagione. «Non aspettavo certo la conquista della salvezza per parlare del futuro con il Lecce. Del resto, l’ho detto sin dal giorno della mia presentazione: per me era importante solo raggiungere l’obiettivo, indipendentemente da tutto il resto. È chiaro che nel frattempo sono passati più di due mesi, qui ho vissuto un sacco di cose raccogliendo tanti spunti. Tutto ciò sarà sicuramente tema di discussione a partire dal 27 di maggio, quando il campionato sarà finito. Posso aggiungere che in queste settimane ho avuto tanta vicinanza e per me sono elementi che mi porterò nelle discussioni chefaremo nelle sedi giuste».
Ripercorrendo la sua ancor breve ma intensa esperienza leccese, mister Gotti individua uno dei momenti più importanti dell’intero percorso. «La vittoria di Salerno - rivela -. Quella è stata la partita nella quale ho avuto meno capacità di incidere. Col senno di poi sicuramente è andata bene. Ricordo che avevamo di fronte un avversario forte, arrivato ormai all’ultima spiaggia e noi lo affrontavamo in una situazione delicata con poco tempo e poca possibilità di poter fare qualcosa. Quel successo è stato il volano su cui abbiamo costruito il nostro percorso». Modulo di gioco, scelta degli interpreti: Gotti spiega come ha inciso sul Lecce. «Se mi chiedete del cambio di modulo rispondo che per me il sistema di gioco è una fotografia statica di una fase di gioco - sottolinea -. Nel calcio di oggi probabilmente non è neanche più così. Il resto del gioco si basa su catene, giocatori e cambiamenti delle fasi di possesso e non. I giocatori sono dislocati nei posti più diversi, è una continua ricerca di equilibri. Posso dire che alcune delle direzioni che abbiamo preso sono state fortunate e hanno aiutato i calciatori a comprendere prima la visione che io volevo dare alla squadra». Se la ride di gusto poi l’allenatore veneto quando gli viene fatto notare che prima di lui nessun altro collega subentrato in corsa aveva centrato la salvezza. «Ignoravo questo particolare ma è meglio così perché mi avrebbe spaventato saperlo prima. Che volete che dica, i record sono fatti per essere superati e sono felice di averlo fatto qui».
Ora il Lecce è chiamato ad onorare il campionato fino in fondo, di conseguenza in casa giallorossa non sono previsti contentini. «Non nascondo che per me sarebbe bellissimo poter gratificare tutti i ragazzi solo che dobbiamo tener conto di due aspetti importanti. Siamo in Serie A e non si fanno regali ai ragazzi, semmai si premia l'impegno. Questo, sì. Domani (oggi, ndr) avremo di fronte l’Udinese che lotta per la salvezza, poi giocheremo contro l'Atalanta, finalista di Europa League, in lotta per un posto in Europa, quindi andremo a Napoli. Sono impegni che affronteremo con la massima professionalità». E con qualche assenza di troppo, vedi Piccoli e Sansone, indisponibili oggi con i friulani. «È vero, abbiamo alcune defezioni ma ci sono comunque calciatori che posso utilizzare per come penso di giocare la partita. Conosco bene l’Udinese, posso dire di aver visto tutte le gare in questa stagione e di conseguenza ho le idee chiare. Anche qui torniamo a un tema da ripetere. A me interesseranno le relazioni tra calciatori che schiererò dall’inizio e a gara in corso per mettere in difficoltà loro e dare vantaggi a noi».
Prima di congedarsi dai cronisti, Luca Gotti ha tempo di emozionarsi e di emozionare i presenti nel rispondere alla domanda sul migliore fotogramma di questa sua esperienza con il Lecce. «Che dire, il primo che mi viene in mente sono i tre minuti passati con un ragazzo disabile a bordocampo. Mi ha detto cose che mi sono rimaste dentro». Complimenti.
Gotti avverte la sua vecchia Udinese: "Il Lecce è salvo ma non farà sconti a nessuno"
di Lino DE LORENZIS
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Lunedì 13 Maggio 2024, 05:00 | 4 Minuti di Lettura
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