Rischia di annegare a 5 anni: 118 bloccato da una sbarra

Rischia di annegare a 5 anni: 118 bloccato da una sbarra
di Matteo CAIONE
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Giovedì 2 Agosto 2018, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 12:26
Un bambino di cinque anni rischia di annegare nelle acque di Torre Lapillo. E uno sbarramento all'ingresso della spiaggia blocca l'ambulanza e rallenta le operazioni di soccorso del personale del 118 costretto a percorrere mezzo chilometro a piedi. Tragedia sfiorata ieri pomeriggio nel tratto di mare che lambisce la frazione di Porto Cesareo: un bimbo di nazionalità francese e in vacanza con la famiglia nel Salento è stato salvato dal 118, ma la sue condizioni sono ancora critiche. Trasportato in codice rosso all'ospedale di Copertino, è stato poi trasferito al Vito Fazzi di Lecce. Il piccolo è appena uscito dalla Rianimazione e trasferito in reparto sempre al Fazzi. Quindi è fuori pericolo.
È successo intorno alle 17.30 a ridosso di una spiaggia pubblica, che sorge nelle vicinanze della strada 416K, all'interno dell'Area marina protetta e in una zona in cui è consentita la balneazione. Fortunatamente, i soccorritori sono riusciti ad evitare il peggio. Ma insieme alla paura e all'ansia per le sorti del bambino, l'episodio ha suscitato sconcerto e indignazione. L'ambulanza è arrivata in pochi minuti, ma l'asta abbassata - posta all'ingresso della riserva dalle autorità competenti per evitare l'accesso alle auto - ha rischiato di trasformarsi in una trappola fatale. La sbarra era infatti bloccata e chiusa a chiave con un lucchetto, senza un sistema di apertura per i casi di emergenza. L'ambulanza è stata quindi costretta a fermarsi. E gli operatori del 118 hanno dovuto proseguire a piedi per circa 500 metri con appresso le strumentazioni di primo intervento, le apparecchiature salvavita e la lettiga. Raggiunta la spiaggia, hanno prestato i primi soccorsi al bambino. E poi dopo averlo sistemato sulla barella hanno compiuto il percorso inverso, nuovamente a piedi. In questi casi, una questione di minuti può fare la differenza. Ecco perché lo sbarramento che ha intralciato i soccorsi ha scatenato l'indignazione di turisti e villeggianti. «È un fatto gravissimo: certe cose - accusano alcuni di loro che hanno assistito a quei momenti terribili - non possono accadere. È giusto chiudere l'accesso alle auto, ma era doveroso prevedere un dispositivo di sicurezza per aprire la sbarra».
Il bambino ha cominciato ad annaspare all'improvviso e le urla della madre hanno richiamato l'attenzione dei bagnanti che in pochi istanti hanno raggiunto e riportato il piccolo a riva. E proprio uno di loro ha messo in atto le prime manovre rianimatorie in attesa dell'arrivo dei sanitari. «I soccorsi sono stati rapidi. L'ambulanza tornava da un'altra urgenza, era in zona in quel momento e quindi è intervenuta subito. E questa è stata davvero una coincidenza fortunata. Poi abbiamo dovuto far fronte a questa complicanza che ha rallentato l'intervento. Purtroppo siamo abituati anche a questo», sottolinea Maurizio Scardia, direttore della Centrale operativa del 118.
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