Fra questi ultimi è risaltato in modo particolare Roberto Piccoli. Il prodotto del settore giovanile dell’Atalanta è l’uomo del Lecce per i finali di partita. Dei quattro gol realizzati in campionato quest’anno infatti Piccoli ne ha messi a segno ben tre da subentrato (nelle partite contro Udinese, Bologna e Fiorentina). Questo dato sarebbe poi arrivato a quattro se il Var avesse convalidato la rete realizzata dall’attaccante giallorosso contro il Milan. Numeri importanti, che rendono giustizia all’abnegazione e alla concentrazione con le quali Piccoli entra in campo per cercare di sfruttare tutti i minuti a sua disposizione, tanti o pochi che siano. In questo senso, il numero 91 del Lecce risulta essere una sorta di sesto uomo del basket o, se si preferisce, un dodicesimo elemento in grado di incidere con gol pesanti uscendo dalla panchina nel contesto di una squadra che nel tridente d’attacco può disporre di numerosi soluzioni. Contro la Fiorentina Piccoli ha realizzato la sua rete con un imperioso stacco aereo che gli ha consentito di sovrastare Belotti e che, a molti, ha ricordato quello con cui Cristiano Ronaldo segnò alla Sampdoria quando il portoghese vestiva la maglia della Juventus. A queste prestazioni offerte da Piccoli si aggiungono quelle di Krstovic. Il centravanti montenegrino è tornato al gol contro il Genoa, ma deve ancora recuperare del tutto quella prolificità mostrata al suo arrivo in Puglia (contro i rossoblù per lui anche un rigore sbagliato). Tuttavia contro la Fiorentina è stato autore di una buonissima prestazione:
Da notare poi come in occasione del gol vittoria di Oudin contro il Genoa, di Ramadani contro il Frosinone, così come nella rimonta sulla Fiorentina, Krstovic e Piccoli erano contemporaneamente in campo. In tre vittorie su cinque quindi, nel momento in cui il risultato è stato girato a favore del Lecce, i giallorossi avevano dentro sia il montenegrino che l’italiano. Una rarità, ormai, nel panorama italiano, dove le due punte si vedono poco e quasi sempre soltanto in sistemi con la difesa a tre come il 3-5-2 (vedasi ad esempio l’Inter). Chiaramente, una soluzione che D’Aversa conosce e che priverebbe la squadra di un uomo in mezzo al campo, su questoquindi ci sarebbe da ragionare.