Fuori dal Piano di rientro entro l’anno. E poi una nuova stagione, nella quale spingere sull’acceleratore per abbattere le liste d’attesa e migliorare l’assistenza territoriale, anche in vista della messa a punto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I conti, però, almeno quelli, potrebbero uscire dal ventaglio di problemi da risolvere: con una manovra che ha preso le mosse ormai svariati mesi fa, l’assessorato alla Salute con l’assessore Rocco Palese e il capo Dipartimento Vito Montanaro, hanno prima avviato un censimento di ogni singola spesa di ciascuna Asl e poi stabilito criteri stringenti, tetti, confini da non superare. Innanzitutto per rientrare dal deficit monstre del 2022, quando la tempesta perfetta - Covid e guerra in Ucraina, con impennata dei costi di gas ed elettricità - si è abbattuta anche sul Sistema sanitario pugliese facendo lievitare il buco di bilancio a 455 milioni di euro. Di questi, però, circa 255 milioni sono risultati sprechi da tagliare. E così è stato.
La manovra
Un passo indietro.
L'obiettivo del pareggio
Oggi, invece, «i conti del 2023 presentano una situazione di sostanziale equilibrio, a differenza di quanto riscontrato in altre regioni italiane» rivendica l’assessorato pugliese, “promosso” anche sul fronte dei Livelli essenziali dell’Assistenza.
La cifra da coprire sul 2023, dunque - se non ci saranno sorprese dopo il via libera ai bilanci delle Asl - si attesta sui 39 milioni di euro, anche meno dei 50 emersi ieri. Come si ci arriva? Grazie alle azioni di contenimento di alcune voci di spesa, al recupero di finanziamenti aggiuntivi e alla verifica dei fondi regionali e aziendali un primo “buco” 2023 ad oggi registrato - al netto delle coperture già stanziate di 33,6 milioni di euro - è pari a -23,20 milioni di euro e ciò nonostante vi sia stato un aumento della spesa per l’Assistenza Psichiatrica (+24 mln rispetto al 2022) e per l’Assistenza sociosanitaria (+41 mln rispetto al 2022) come segnala lo stesso assessore Palese e nonostante - ancora - ci sia stato un rinnovo dei contratti del personale.
A tale importo, cioè ai -23,20 milioni, vanno aggiunti 15,8 milioni di euro destinati a coprire l’“Indennizzo ai soggetti danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti” «visto il mancato finanziamento da parte dello Stato del totale dei costi che non sono sanitari ma di natura previdenziale, già anticipati per cassa dalle Asl». In tutto, dunque, per l’anno scorso il deficit sanitario della Puglia si fermerà a 39 milioni
Così, sebbene il 2024 sarà un anno durante il quale bisognerà sott’occhio alcune spese ancora troppo elevate - come quella farmaceutica diretta e quella relativa ad assistenza psichiatrica, case per la vita e assistenza sociosanitaria da privato, potrebbe diventare anche l’ultimo anno di Piano di rientro.