Tagli sui bambini autistici, scaricabarile tra Asl e Regione. "Ora una Commissione urgente"

Tagli sui bambini autistici, scaricabarile tra Asl e Regione. "Ora una Commissione urgente"
di Andrea TAFURO
6 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Aprile 2024, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 20:25

«Taglio di risorse sull’autismo? L’Asl Lecce sta attuando solo un piano di verifica dei costi e dell’attività per ridistribuire i fondi a disposizione, nel rispetto dei moduli di assistenza per fasce d’età dei bimbi autistici e dei tetti di spesa imposti dalla Regione Puglia». Il direttore generale Stefano Rossi tira le somme dopo il faccia a faccia di ieri con la responsabile del centro “Amici di Nico”, Maria Antonietta Bove, e fa il punto sulla decisione attuata dal Dipartimento di salute mentale dell’Asl per la riduzione orizzontale dell’assistenza e riabilitazione per ogni utente. Riduzioni orizzontali dell’assistenza e della riabilitazione ai minorenni sulla base di criteri economici e senza valutazione clinica per i singoli casi.

Gabellone: "Trattamenti ridotti, genitori preoccupati"

Il caso finisce a Bari con il consigliere regionale Antonio Gabellone (Fratelli d'Italia) che ha chiesto al presidente della Terza Commissione, Mauro Vizzino, la "convocazione urgentissima" della stessa "a causa dei problemi incorsi alle famiglie dei bambini autistici  del Cat di Lecce per la mancata assegnazione dell'indispensabile contributo regionale e per la riduzione delle ore di intervento". E' il doppio nodo che ha determinato disagi e proteste tra i genitori negli ultimi giorni. "All’indomani della Giornata mondiale sulla consapevolezza sull’autismo, - scrive Gabellone nella richiesta - le notizie che giungono dai famigliari dei bambini con disturbo dello spettro autistico appartenenti al Cat di Lecce non sono per nulla confortanti. Non bastava il già grave inadempimento in cui è incorsa Regione Puglia nella mancata distribuzione alle famiglie della somma di 5 milioni di euro stanziata nella Legge di Bilancio 2022 a titolo di contributo per il metodo Aba, si aggiunge anche la riduzione pari al 50% delle ore di intervento previste dal Programma regionale integrato. Ed ancora, risulterebbe che, a far data dal mese di aprile, per quanto concerne i piani di trattamento non saranno più previsti per il tramite della cosiddetta “ricetta rossa” ma mediante dei piani di trattamento mensile della validità di 3 mesi rispetto agli attuali 6 mesi. Ne deriva una grande preoccupazione tra i genitori che temono una regressione tale da compromettere lo sviluppo psico–educativo e comunicativo con danni irreversibili per i loro bambini".

L'eurodeputato Gemma: "Basta scaricabarile, subito soluzioni"

Disagi per le famiglie che scuotono la politica a tutti i livelli. “Si preannuncia un inaccettabile scaricabarile sui tagli alle ore di assistenza e riabilitazione per bambini con diagnosi di autismo. Mentre Regione Puglia e Asl si rimpallano la responsabilità, ci sono migliaia di bambini e di famiglie private di un servizio essenziale”. E' la denuncia di Chiara Gemma, europarlamentare di Fdi-Ecr. Che poi aggiunge: “La comunicazione dei tagli è stata data alle famiglie proprio a ridosso della giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Una vera e propria beffa - incalza Gemma - con le famiglie che si trovano davanti a un vergognoso compromesso: accettare i tagli alle ore o rinunciare al servizio. Al momento a pagarne le spese è soprattutto l’area di Lecce ma il problema potrebbe presto allargarsi a tutta la regione. Intanto, circa 2mila minorenni della provincia di Lecce, che tra autismo e altre forme di disabilità mentale ricevono trattamenti di riabilitazione, si vedranno privati di cure essenziali.

Il direttore generale dell’Asl afferma che non si poteva fare altrimenti, in seguito ai criteri imposti dalla Regione, mentre l’assessore alla Sanità invita l’azienda a non tagliare le risorse. Intanto, in questa querelle, in bambini sono nel mezzo e le famiglie rischiano di pagare un dazio altissimo. Faccio un appello urgente alle istituzioni responsabili – conclude l’europarlamentare - affinché si siedano intorno allo stesso tavolo e risolvano subito questa situazione, per il bene di migliaia di bambini”.

Disagi per 2mila famiglie nella sola provincia di Lecce

In provincia di Lecce il taglio delle ore – in molti casi un dimezzamento – potrebbe interessare fino a 2mila famiglie. D'altra parte, è un fenomeno in grave crescita a livello nazionale: in totale si contano 78.826 utenti con diagnosi di autismo. Secondo i dati OssNA (Osservatorio Nazionale Autismo) un bambino italiano ogni 77 nella fascia di età 7-9 anni ha un disturbo dello spettro autistico (4,4 maschi ogni 1 femmina). Il tema si innesta sulla carenza di risorse che, di fatto, porta ad una discussione contabile che rischia di consumarsi sulla pelle dei bambini e delle famiglie. Da qui la protesta all’indirizzo dei vertici leccesi di Asl con una lettera aperta dei genitori per chiedere la revoca dei tagli. E nel rimbalzo di dichiarazioni degli ultimi giorni il dg Rossi risponde all’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, che aveva criticato la scelta invitando l’Asl Lecce «a non tagliare le risorse» definita, tra l’altro, quale «unico caso registrato in Puglia». 
«Al 30 aprile – sottolinea Rossi - dovranno essere sottoscritti i nuovi contratti con i centri fornitori delle prestazioni e, quindi, l’intervento in atto serve per fare chiarezza e disciplinare adeguatamente i finanziamenti destinati ai servizi clinici che - spiega Rossi - vanno differenziati da quelli socio-sanitari. L’Asl Lecce, in questa fase, è mero esecutore delle scelte della Regione che richiamano ad una suddivisione delle risorse per moduli d’età degli utenti. E, cioè, 0 - 5 anni, 6 - 11 anni e 12 - 18 anni. Con i nuovi accordi i centri di riabilitazione riceveranno maggiori risorse rispetto al passato, ma dovranno essere utilizzate secondo definite voci di spesa e non arbitrariamente».

Il "pasticcio" burocratico e i fondi bloccati per fasce d'età

A conti fatti, i fondi disponibili per cure e riabilitazioni dovrebbero passare da 728mila euro a quasi un milione di euro, ma questi numeri, almeno per il momento non eviterebbero i tagli in corso sulle ore. Questo perchè nella fascia tra i 6 e gli 11 anni, quella con maggiori utenti, i fondi risulterebbero inferiori alle reali necessità, mentre nelle altre fasce d’età (gli infanti e gli adolescenti) si verifica il paradosso di un avanzo delle somme per carenza di beneficiari. Da una parte, soldi non utlizzati; dall’altra, pochi fondi rispetto alle esigenze concrete del numero dei bimbi. Un pasticcio burocratico all’insegna della rigidità che qualcuno dovrebbe correggere mentre, invece, prevale lo scaricabarile.
Per Rossi «le risorse che l’Asl impegna sono quelle imposte da Bari. Per poter agire diversamente occorrerebbero maggiori fondi dalla Regione, o una verifica sui centri, considerato che in provincia di Lecce, 3 moduli di assistenza sono sospesi, mentre la loro attivazione con nuove stretture garantirebbe di redistribuire utenti e somme, mantenendo alti gli standard di assistenza». La questione resta aperta. Per la prossima settimana l’Asl Lecce si è impegnata a reicontrare il Centro “Amici di Nico” per un aggiornamento sui nuovi piani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA