Sanità e conti, la Regione incontra i direttori delle Asl: evitare il Piano di rientro

Sanità e conti, la Regione incontra i direttori delle Asl: evitare il Piano di rientro
di Andrea TAFURO
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Lunedì 3 Aprile 2023, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 06:35

Direttori delle Asl pugliesi convocati oggi a Bari dal presidente di Regione, Michele Emiliano e dall’assessore alla salute Rocco Palese, per dare il via al nuovo piano operativo varato dalla Giunta pugliese per far fronte al disavanzo da 450 milioni di euro registrato nel Servizio sanitario regionale per l’anno 2022. Nel mirino della manovra regionale, finalizzata a scongiurare il rischio di un nuovo piano di rientro sanitario attraverso la riqualificazione e razionalizzazione dei costi, sono finite le attività delle aziende sanitarie e ospedaliere, per le maggiori spese in ambito farmaceutico, ritardi nelle prestazioni assistenziali e le stabilizzazioni del personale nei nosocomi e nelle società in house “Sanitaservice”.

I numeri


Un provvedimento divenuto necessario alla luce dei maggiori costi del Servizio sanitario regionale schizzati a 710 milioni di euro, anche in virtù dello scostamento rispetto alle previsioni di 255 milioni, dovuto appunto all’incremento della spesa farmaceutica (85 milioni), all’incremento spesa sociosanitaria (65 milioni), ai costi in house providing (30 milioni) e agli investimenti non coperti da finanziamenti (75 milioni). A questi si aggiungono anche le somme elencate in delibera: 110 milioni di costi energetici, 50 milioni costi Covid non coperti da finanziamenti specifici, 105 milioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, 100 milioni per la stabilizzazione del personale impegnato nell’emergenza Covid
A conti fatti, quindi, il risultato economico dell’esercizio 2022 ha registrato un disavanzo di 450 milioni di euro, il quale sarà coperto solo in parte dalle entrate del “Pay back” dei fornitori di dispositivi sanitari per l’anno 2015-2018, calcolato per 245 milioni di euro, e per la restante, la Regione dovrà reperire altre risorse (circa 200 milioni) che in questo momento non sembrano però riguardare i fondi per lo sviluppo e coesione (Fsc) da parte del Governo centrale.

Il confronto

Prioritario dunque per la Puglia, che resta ancora sottoposta al controllo dei Ministeri della Sanità e sul Mef, è mettere in atto il nuovo piano indirizzato alle Asl con la necessità “di contenere i costi di funzionamento e della spesa farmaceutica e per dispositivi medici – senza tuttavia - penalizzare l’erogazione dei servizi ai cittadini con particolare attenzione alle situazioni di maggiore criticità e proseguendo con le iniziative già avviate con risorse del bilancio autonomo per la riduzione delle liste di attesa, attraverso il più ampio ricorso ad un efficiente utilizzo delle grandi attrezzature disponibili”. Argomenti “delicati” per la tenuta del sistema, che verranno ribaditi ai direttori generali dell’Asl presenti oggi al tavolo regionale. 
«Ascolteremo i vertici della Regione – afferma il direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce - e vedremo quali iniziative intraprendere per far quadrare i conti della sanità senza il venir meno dell’assistenza ai cittadini. Il problema però non dipende dalle Asl – precisa – siamo consapevoli che si può fare meglio in termini di prestazioni e spesa farmaceutica, ma molto dipende soprattutto dalle minori risorse economiche che la Puglia riceve dallo Stato centrale rispetto ad altre regioni italiane». 
Tra i temi dell’incontro anche la valutazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), la mobilità passiva, il divieto per acquisti non funzionali all’erogazione dei servizi essenziali, la riorganizzazione della rete ospedaliera e di quella territoriale, e la verifica sull’attività dei dg delle Asl, passibili di decadenza se inadempienti. «Il problema è strutturale e parte dal passato – sottolinea il direttore generale dell’Asl Taranto, Vito Gregorio Colacicco – senza dimenticare anche il periodo Covid.

Ce ne stiamo facendo carico ma non abbiamo la bacchetta magica per cambiare tutto in poco tempo. Ridurre la spesa farmaceutica e le prestazioni aggiuntive sono le priorità. Vogliamo invertire la rotta – aggiunge il dg - e per questo serve anche la collaborazione dei medici di famiglia, degli specialisti. Occorre un patto di responsabilità che coinvolga anche i cittadini, in cui ogni medico possa agire appropriatamente per ridurre gli sprechi e le attese, al fine di migliorare le prestazioni sanitarie».

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