La Puglia rischia un nuovo Piano di rientro sanitario, i conti nel 2022 sono andati fuori controllo con un disavanzo di circa 450 milioni di euro. E se in parte i maggiori costi sono effettivamente dovuti a fattori “esterni”, dal Covid all’aumento imprevisto di energia elettrica e gas, quindi non preventivabili, ci sono anche 255 milioni di “sprechi”.
I dati
È questo probabilmente il dato che più preoccupa la Regione che è stata costretta a correre immediatamente ai ripari con una serie di misure per stringere la cinghia: dallo stop alle assunzioni al giro di vite sulla spesa farmaceutica, passando per il blocco degli investimenti e persino dalla “riorganizzazione della rete ospedaliera e di quella territoriale, al fine di concentrare l’erogazione di specifiche attività di particolare complessità nelle sole strutture di riferimento”, è scritto. “I costi del Sistema sanitario regionale superano le risorse trasferite ed incassate ed il disavanzo per l’esercizio 2022 si dovrebbe attestare a circa 450 milioni di euro”: è quanto si legge nella delibera della giunta regionale pugliese approvata martedì.
Le prospettive
E ora è necessario correre ai ripari per non ritrovarsi nuovamente sotto esame da parte dei ministeri della Salute e dell’Economia. La partita è più delicata di quella che appare, non a caso il governatore Michele Emiliano ha chiesto un Consiglio regionale monotematico. Il presidente cerca di buttare la palla dall’altra parte, dando responsabilità al governo Meloni per i minori trasferimenti e sui costi Covid non ancora coperti. Ma, come si evince dalla delibera, ci sono anche problemi gestionali interni. E adesso a rischio sono anche gli screening oncologici estesi, approvati dal Consiglio regionale. A far scattare il campanello di allarme è una frase della delibera di Giunta in cui si dice che, tra le soluzioni, c’è anche quella di predisporre «una o più proposte di legge per la modifica e/o la sospensione delle disposizioni contenute in leggi regionali che introducono prestazioni non previste dagli attuali Livelli Essenziali di Assistenza e/o non coerenti con Piani e Linee di indirizzo previste da Intese Stato-Regioni, Decreti e provvedimenti emanati dai competenti Ministeri». Azione e FdI sono passati al contrattacco preventivo: «Emiliano non si azzardi a portare a termine il suo disegno di ridurre gli screening oncologici sui tumori al seno e al colon, altrimenti sarà “guerra” totale e con ogni mezzo consentito dai regolamenti», hanno avvertito il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e il capogruppo in Consiglio regionale, Ruggiero Mennea. «Da oggi – ha rincarato la dose Renato Perrini (FdI) - per migliaia di pugliesi non sarà più possibile accedere agli screening gratuiti per la prevenzione contro il tumore al colon e alla mammella. Una circolare del dipartimento Salute della Regione Puglia ha infatti imposto alle Asl e ospedali regionali lo stop all’estensione degli screening per prevenire questo tipo di tumori».
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