Sanità, manifestazione anti Meloni della Spi Cgil a Bari: «Privatizzarla è un'ingiustizia»

Lo ha dichiarato Ivan Pedretti, segretario generale Spi-Cgil nazionale, per la manifestazione "Da niente sarà come prima a peggio di prima"

Sanità, manifestazione anti Meloni della Spi Cgil a Bari: «Privatizzarla è un'ingiustizia»
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Venerdì 31 Marzo 2023, 13:39 - Ultimo aggiornamento: 13:50

«La presidente del Consiglio Meloni è venuta al congresso della Cgil del 17 marzo rivendicando unità nazionale, ma il giorno dopo il governo ha dato il secondo via libera all'autonomia differenziata. È una bugiarda e così colpisce in maniera drammatica la vita delle persone».

Lo ha dichiarato Ivan Pedretti, segretario generale Spi-Cgil nazionale, a Bari per la manifestazione "Da niente sarà come prima a peggio di prima" organizzata da Spi e Cgil Puglia in difesa della sanità pubblica. «La progressiva privatizzazione della sanità - ha continuato - è un'ingiustizia sociale che spezza le reni all'unità del Paese e va combattuta radicalmente. Alla sanità servirebbero almeno 10 miliardi in più, e chi dice che i soldi non ci sono mente. Basterebbe  fare qualche condono in meno e beccare qualche evasore in più. Mi rivolgo anche alla politica: la sanità torni ai sindaci, agli amministratori, non la si lasci agli imprenditori e a logiche aziendali che non mettono al centro la salute dei cittadini. Questa di Bari è solo la prima di 20 manifestazioni in tutta Italia, e non escludiamo una grande iniziativa nazionale».

 

«Meloni tolga fiamma dal simbolo»

«Tra poco sarà il 25 aprile», la presidente del Consiglio «è venuta al nostro congresso solidarizzando con noi per il vile attacco squadrista che abbiamo subito il 9 ottobre 2021.

Ecco, tolga la fiamma dal suo simbolo, solo allora sapremo che avremo a che fare con un governo liberaldemocratico, e non uno che sostiene che l'Msi abbia compensato il terrorismo nero. Io vengo da Brescia, ho vissuto le stragi del terrorismo nero e so benissimo che non è così». 

Gesmundo: Regione non tagli su assistenza territoriale

«Il bilancio della Regione Puglia ha 425 milioni di buco, ma le istituzioni regionali hanno deciso di razionalizzare i costi. Questo significa liste d'attesa più lunghe, meno prestazioni mediche, minore assistenza territoriale e domiciliare. Mi rivolgo direttamente all'assessore alla Sanità Rocco Palese: noi non ci stiamo, non si possono tagliare i fondi del territorio, non possono chiudere i piccoli ospedali. Abbiamo più volte denunciato la situazione disastrosa della sanità in Puglia, chiediamo a chi può fare scelte politiche di mettere al centro la salute e la dignità delle persone, non gli interessi delle lobby che lucrano sulla pelle dei cittadini». Lo ha detto Giuseppe Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia.

«La sanità territoriale serve - ha aggiunto - per evitare la obbrobriosa condizione dei pronto soccorso, in cui si verificano periodicamente conflitti tra utenti che pretendono una prestazione dignitosa e operatori sanitari che vivono l'enorme disagio di turni massacranti e sottopagati». Gesmundo, analizzando la situazione a livello nazionale, ha sottolineato che «c'è un buco di cinque miliardi di euro nelle risorse del fondo sanitario nazionale, ma la stima potrebbe essere al ribasso. Il governo però di miliardi ne ha messi solamente due. Ci troveremo ad avere risorse insufficienti per la sanità rispetto agli anni pre-Covid: è inaccettabile. Eravamo d'accordo che ne saremmo usciti migliori, ma ne siamo usciti peggiori. Ora tocca a noi, Cgil e altri sindacati, mobilitarci per mettere fine a questo scempio». Il segretario generale pugliese si è infine rivolto alle istituzioni, anche locali. «All'assessore Palese, ai sindaci, a tutti gli amministratori locali dico: facciamo insieme questa battaglia, mettiamo da parte gli interessi di parte, non pieghiamoci alle lobby. Respingiamo l'autonomia differenziata».

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