Nuovo statuto per il Consorzio servizi sociali di Brindisi. «Non si sanano così i rilievi dell'Anac»

Il consiglio comunale di Brindisi
Il consiglio comunale di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 20 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:47

Nonostante ore di polemiche e accuse, con minacce di rivolgersi alla Prefettura, alla fine la maggioranza in consiglio comunale ha approvato le modifiche allo statuto del Consorzio per i Servizi sociali di Brindisi e San Vito dei Normanni che, secondo l’amministrazione, sanerebbero i rilievi mossi dall’Autorità nazionale anti-corruzione. Che riguarderebbero, tuttavia, secondo quanto sostenuto non solo dal sindaco Riccardo Rossi e dalla maggioranza ma anche dal segretario generale Pasquale Greco, solo il presidente del Consorzio, la sindaca di San Vito dei Normanni Silvana Errico, a causa dei presunti - una posizione tutt’altro che condivisa da Greco che ha definito «grossolana» e con diverse «forzature interpretative» la pronuncia dell’Anac - poteri gestionali diretti in capo alla sua figura.

Le accuse al segretario generale

E proprio il segretario generale è finito, durante il dibattito in aula, nel mirino dei pochi ma battaglieri rappresentanti dell’opposizione presenti in aula, in particolare Massimiliano Oggiano, che in una conferenza dei capigruppo aveva sollevato la questione delle presunte incompatibilità di tutti i componenti del cda del consorzio poi indirizzata all’Anac proprio da Greco, e Carmela Lo Martire. «Se voi leggete la richiesta (del segretario generale all’Autorità, ndr) - accusa Oggiano - di fatto prova ad indirizzare il parere dell’Anac. Il segretario, invece di ricostruire quanto accaduto in conferenza dei capigruppo ed il problema di inconferibilità e incompatibilità sollevato sul consiglio di amministrazione del Consorzio costituito in data tot da Tizio, Caio e Sempronio, sulla base delle previsioni dello statuto, fa una dissertazione a vantaggio della tesi dell’amministrazione e prova a condizionare le osservazioni dell’Anac, messe in discussione da un sindaco che ha fatto del rispetto delle regole e della trasparenza il suo principio di vita ma che in questo caso lo mette in discussione, nonostante l’Autorità dica cose che obbligano il Comune ad intervenire per rimuovere le criticità rilevate.

Anche qui, come sempre, le legge per voi viene interpretata mentre per i nemici viene applicata».

Scontro sulla soluzione per i rilievi

La nomina del cda, prosegue, «è nulla e non sanabile. Anche la modifica dello statuto non la può sanare. Va rifatta. E sono nulli tutti gli atti, compreso quello relativo al fabbisogno del personale ed alla nuova pianta organica». Tesi, anche quest’ultima, non condivisa dal segretario generale, per il quale sarebbero nulli eventuali atti “monocratici” del presidente, assunti dunque con poteri gestionali diretti. Dopo di che, il capogruppo di Fratelli d’Italia chiede il voto nominale perché, spiega, «con il rispetto nei confronti di ogni singolo consigliere, sarò obbligato a produrre tutti gli atti consequenziali. Segretario - dice poi rivolgendosi a Greco - io mi aspetto che su questa vicenda lei produca una relazione dettagliata ad Anac. E se non saranno resi nulli tutti gli atti, dovrà scriverlo in quella relazione. Cosa che le chiederò per iscritto. Così come sarò obbligato a compulsare sua eccellenza il prefetto per altre vicende che hanno riguardato la gestione di questo consiglio comunale».

La strategia ed il voto

Alla fine, tuttavia, fallisce anche il tentativo di far mancare il numero legale, chiedendo al sindaco Rossi di uscire dall’aula al momento del voto a causa di un possibile conflitto d’interessi. Mentre tutti gli altri consiglieri di opposizione, al momento della chiamata nominale chiesta proprio da Oggiano e Lo Martire, abbandonano l’aula (compreso il pentastellato Paolo Le Grazie, componente del cda del Consorzio per i servizi sociali), il primo cittadino rimane seduto al suo banco, astenendosi semplicemente dal voto. Alla fine, dunque, le modifiche allo statuto - che nelle intenzioni dell’amministrazione dovrebbero eliminare i poteri di gestione diretta del presidente, rimuovendo le cause di inconferibilità evidenziate dall’Anac solo in capo a questa figura - passano con 16 voti favorevoli ed un’astensione.

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