Ok Anac: sì alle deroghe per affidare gli appalti dei Giochi del Mediterraneo

Ok Anac: sì alle deroghe per affidare gli appalti dei Giochi del Mediterraneo
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:00

Passo dopo passo, si cerca di rimettere sui binari gli impianti più importanti dei Giochi del Mediterraneo. Gli incontri che ieri mattina il commissario dei Giochi e presidente del comitato direttivo, Massimo Ferrarese, ha avuto a Roma col presidente dell’Anac, l’Autorità per la prevenzione della corruzione, Giuseppe Busia, e in seguito con l’amministratore delegato di Sport e Salute (società del Mef), Diego Nepi Molineris, hanno aperto degli spiragli. E Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha detto sì alla suddivisione della piscina in tre stralci già accettata l’altro ieri dalla Federazione nuoto: prima la costruzione delle due vasche, poi la sola copertura di una delle due (con legno lamellare come da progetto), quindi, una volta finiti i Giochi, la chiusura laterale e il montaggio dell’impianto di climatizzazione della vasca munita di tetto.

Gli incontri

Con l’Anac, intanto, prende forma un rapporto di collaborazione che a breve (un paio di settimane, forse anche meno) sfocerà in un protocollo d’intesa con l’obiettivo di gestire in modo trasparente le fasi che porteranno all’appalto degli interventi più rilevanti. Con Sport e Salute, invece, che Ferrarese aveva già individuato come centrale di committenza per le opere maggiori, si è rimasti d’accordo che questa società ricalcolerà nel giro di un paio di giorni le tempistiche necessarie per arrivare all’appalto della progettazione e dei lavori - dipende dai casi - sulla base dei poteri derogatori che il commissario può esercitare. Un discorso che varrebbe per le cinque opere che il commissario ha prospettato a Sport e Salute il 9 novembre, ovvero stadio di Taranto, stadio di Lecce, centro polivalente Ricciardi, piscina olimpionica e centro sport nautici (vela, canoa e canottaggio). 
In quell’occasione fu chiesto a Sport e Salute di valutare, sulla base della tempistica più ristretta, quanto ci sarebbe voluto dalla predisposizione del bando alla stipula dell’obbligazione giuridicamente vincolante per l’affidamento del Pfte (piano di fattibilità tecnico-economica) dei due stadi, Iacovone e Via del Mare, e dell’impianto Ricciardi, nonché per l’aggiudicazione della realizzazione del centro nautico e della piscina. Solo che in quest’ultimo caso si è scoperto da qualche giorno che il Pfte non c’è e questo ha spinto Ferrarese a dover cercare delle alternative. 
Il ricalcolo dei tempi che Sport e Salute si è impegnata ad effettuare parte dal fatto che adesso non si pensa più di usare la procedura negoziata per gli appalti ma di sfruttare le deroghe insite nei poteri commissariali. La procedura negoziata consiste infatti nell’invitare direttamente un ristretto e selezionato numero di imprese e contrattare l’offerta migliore. I poteri del commissario, invece, possono già tagliare i tempi degli iter burocratici. Inoltre, sempre nella logica di comprimere i tempi, si fa strada l’ipotesi di saltare il Pfte, che è un progetto definitivo, e andare direttamente sull’esecutivo. In pratica, si farebbe una gara per affidare l’esecutivo ed un’altra per i lavori di costruzione. 
«Interesse nostro e dell’Anac - spiega a Quotidiano il commissario Ferrarese - è quello di avviare un rapporto di collaborazione per le opere più importanti. Questo avverrà con un protocollo d’intesa, peraltro previsto dal nuovo Codice degli appalti. In questo modo daremo trasparenza e chiarezza a tutte le cose che facciamo, dai percorsi alle azioni. Nel protocollo entreranno stadio e piscina di Taranto».
Non ci sarebbe bisogno di stipulare il protocollo anche per l’impianto Ricciardi o il centro nautico poiché si seguirebbe l’identico percorso. Quanto alla procedura negoziata, di cui si è discusso in queste settimane, nel confronto con l’Anac è emerso «che questa è una responsabilità che si assume il commissario, ma sono necessari i presupposti» osserva Ferrarese. E nel decreto di nomina del commissario quest’aspetto non è previsto ma è un po’ border line. Inoltre, mancano i presupposti: situazioni sopravvenute e assenza di responsabilità della stazione appaltante. Che invece è responsabile dei tanti ritardi accumulati. 
«Usare la procedura negoziata è delicato ma come commissario ho i poteri per derogare sui tempi - dice Ferrarese -. A partire dalla pubblicazione del bando internazionale per finire alle altre situazioni. Con la procedura negoziata, chiamo direttamente dieci imprese, le metto in concorrenza e assegno l’appalto. Con i poteri derogatori, invece, riduco abbastanza i tempi e i termini della procedura normale ma non la cambio. Per ogni opera potremmo valutare fino a 3 mesi in meno. Una procedura di affido di una progettazione sopra soglia, il livello cui si collocano i cinque impianti principali, equivale infatti come tempi ad una di appalto per la realizzazione. Con la procedura normale, quindi, sarebbero otto mesi per affidare e ottenere la progettazione, più altri otto per appaltare». 
Incasellati i passaggi con Anac, Sport e Salute e Coni, adesso si tratta di decidere (e lo si sta valutando) se andare ancora col Pfte oppure affidare direttamente le progettazioni esecutive agli studi che vinceranno le gare.

Il Pfte è un definitivo, poi l’impresa che vince l’appalto lo rende esecutivo. Che, sì, richiederebbe circa due mesi in più rispetto al Pfte, ma poi non ci sarebbe più bisogno di attendere la conclusione dell’esecutivo per bandire la gara dei lavori. Anzi, quest’ultima verrebbe indetta quasi contestualmente a quella della progettazione esecutiva. In sostanza, l’esecutivo sarebbe consegnato a chi si aggiudicherebbe la costruzione, la gara per i lavori partirebbe in anticipo e l’impresa potrebbe aprire in breve tempo il cantiere.

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