Anni di rinvii e sprechi e il faro dell'Anac: non solo gli arresti, così il poliambulatorio di Martano è finito nella bufera

Il poliambulatorio di Martano
Il poliambulatorio di Martano
di Maddalena MONGIO'
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Sabato 8 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:29

Poliambulatorio di Martano: anni di indagini e alla fine il cerchio si è stretto su due funzionari della Asl di Lecce e su un imprenditore a cui è stato interdetto l’esercizio dell’attività. Una storia lunga e contorta, quella del Poliambulatorio di Martano. E non è l’unica su cui si sono accesi i fari della Procura di Lecce in relazione all’utilizzo dei fondi europei. Da ieri si trovano ai domiciliari Fiorenzo Pisanello e Antonio Leo. 
All’epoca dei fatti rispettivamente direttore dell’Area gestione tecnica della Asl di Lecce (ormai in pensione dal 1° gennaio 2020) e Rup dell’intervento di ampliamento e potenziamento della struttura, mentre il secondo (dal 2018 in servizio a Castellana Grotte) è stato direttore dei lavori, ma anche referente unico per la Regione dei Fesr gestiti da Asl. 

 

La ricostruzione


Del 2018 l’iscrizione dei due funzionari nel registro degli indagati, ma della questione se ne occupò anche l’Anac che chiese alla direzione generale una relazione dettagliata sul progetto e sull’iter dell’appalto, dall’avvio sino alla rendicontazione alla Ue. L’Anac si attivò dopo aver ricevuto un esposto circostanziato per cui chiese conto della ragione per la quale a luglio del 2014 fu approvata una perizia di variante e ad agosto 2014 lavori complementari. E non solo.
L’Anac chiese per quale ragione si fossero deliberati lavori complementari visto che si trattava di riparare il guasto ad alcuni impianti avvenuto a giugno 2014, prima dell’approvazione della variante.
A marzo 2017 Quotidiano svelò che l’intervento rendicontato dalla Asl di Lecce alla Regione come «completo e funzionante», in realtà era un cantiere ancora aperto con la nuova ala non fruibile e chiusa al pubblico. Si scatenò la bagarre, la Regione promise che in 45 giorni tutto sarebbe stato completato e messo in funzione, ma poi le cose sono andate diversamente. 
Anche il Pd di Martano si è battuto per la messa in funzione della struttura supportati dall’allora deputato Federico Massa che ispezionò la struttura constatando che il piano terra era ultimato, ma vuoto, mentre nel seminterrato c’era un problema serio di muri ammalorati per l’umidità di risalita, oltre a pareti ancora da intonacare e un generale stato di abbandono, con divieto di accesso all’area. 
Eppure la Asl con la delibera di giugno 2017, omologò la spesa. La Regione, poi, ad agosto prese atto della rendicontazione presentata dalla Asl e saldò il conto inviando 117mila euro per pareggiare i conti.
Storie certo non nuove, negli appalti pubblici che spesso si caratterizzano per ritardi ingiustificati, pasticci e, come spesso accade negli investimenti pubblici, inaccettabili sprechi, gestione pasticciata degli iter amministrativi, quando poi – nei casi estremi – non si deborda nell’illegalità, ma per accertare questo bisogna aspettare le sentenze.

 

Le prime tappe


Per ricostruire l’iter dell’appalto in questione bisogna riandare indietro di parecchi anni, esattamente al 2009 quando la Regione approvò il programma pluriennale di attuazione, per il triennio 2007-2010 dell’Asse III dei Fesr 2007/2013. A gennaio 2010 la Asl di Lecce firmò il disciplinare con gli interventi ammessi dalla Regione al finanziamento e tra questi c’era anche l’ampliamento e il potenziamento del Poliambulatorio di Martano per un importo di quattro milioni. 
Passarono dieci mesi, quindi si arrivò a ottobre 2010, e i vertici Asl partorirono l’affidamento dell’incarico di progettazione e nominarono il Rup, Fiorenzo Pisanello. A giugno 2011 fu validato il progetto esecutivo e a ottobre dello stesso anno, l’allora commissario straordinario approvò il quadro economico.
Sempre a ottobre fu indetta la gara e nominato il direttore dei lavori, Antonio Leo. A gennaio 2012, la direzione generale ratificò l’affidamento dei lavori all’Ati (Associazione temporanea di imprese) composta da Edilmat ed Electra di Bari che si aggiudicò l’appalto con un ribasso del 27,37 per cento e quindi il conto economico fu rimodulato a una somma totale di 3.735.172,34 euro.

Il contratto fu sottoscritto a marzo 2012, mentre a luglio 2014 la Asl approvò una variante che comunque non mutava la spesa complessiva. A dicembre 2015 la Asl rendicontò spese sostenute per 3.253.724,25 con una sforbiciata determinata dal non aver speso tutti i 400mila euro destinati ad arredi e attrezzature per i quali vengono rendicontati solo 86.046 euro. E poi l’atto finale, a struttura ancora non funzionante.

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