Bufera sulla Asl di Lecce: arrestati due funzionari. La Finanza in un Poliambulatorio: nel mirino appalti per oltre 4 milioni

Bufera sulla Asl di Lecce: arrestati due funzionari. La Finanza in un Poliambulatorio: nel mirino appalti per oltre 4 milioni
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 7 Maggio 2021, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 14:56

Blitz della Guardia di Finanza al poliambulatorio di Martano, in provincia di Lecce, con due arresti e un divieto di esercizio dell'attività imprenditoriale. Le accuse sono di falso, abuso di ufficio, peculato e frode nelle forniture pubbliche. 

Le misure cautelari

In esecuzione dell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Simona Panzera, ai domiciliari è finito Fiorenzo Pisanello, 67 anni di Lecce, responsabile dell'Area Tecnica della Asl, attualmente in pensione; e Antonio Leo, 57 anni, di Soleto, nelle vesti di componente dell'Area Tecnica Asl e direttore dei lavori, attualmente in servizio ina struttura privata di Castellana Grotte dove ricopre l'incarico di Rup (responsabile unico del procedimento). La misura interdittiva dell'esercizio di attività imprenditoriale riguarda invece Francesco Reddavide, 67 anni di Adelfia, titolare della Atitecnica 85 di Brindisi. 

L'inchiesta - denominata "Unfinished Work" - è stata condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, pool Pubblica amministrazione, Alessandro Prontera, insieme alle Fiamme Gialle di Otranto. I cantieri finiti sotto la lente della Procura riguardano la ristrutturazione del Poliambulatorio e del Centro dialisi effettuata con denaro pubblico, per un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro. In più di una occasione - secondo le risultanze investigative e le accuse della Procura - i funzionari Asl avrebbero dichiarato che i lavori erano stati ultimati e il collaudo effettuato, nonostante i cantieri fossero ancora aperti e inagibile parte degli edifici in questione. Non solo. Gli interventi di ristrutturazione e adeguamento delle strutture alle norme anti-incendio, in base a quanto emerso dall'ispezione effettuata dai vigili del fuoco, risultavano non combacianti con quanto previsto dai progetti approvati e ammessi ai finanziamenti europei: mancavano all'appello ben 56 porte anti-incendio delle 67 complessivamente previste. 

L'indagine prese il via da una ispezione effettuata nel 2017 dai finanzieri della Compagnia di Otranto per verificare se si fosse consumato o meno un danno erariale per la mancata apertura del Poliambulatorio nei tempi stabiliti dai contratti, Poliamblatorio che è stato progettato per ospitare le sedi della Guardia medica, del 118, del Sert, del Centro Dialisi, fra le altre cose.

L'opera è stata infatti finanziata con fondi Por Fesr Puglia 2007-2013 per un importo di quattro milioni di euro.

Gli inquirenti hanno ricostruito l'iter dei progetti: dopo l'approvazione, nell'ottobre del 2011, del progetto esecutivo, l'appalto venne aggiudicato il 21 novembre di quell'anno alla Ati Edilmalt-Electra con un ribasso del 27,374 per cento sull'importo a base di gara di tre milioni e 190mila euro. Il 13 marzo del 2012 i lavori furono dichiarati avviati e terminati il 28 ottobre del 2015, secondo quanto messo nero su bianco nella certificazione a firma di Pisanello e Leo, nonché dei rappresentnti legali dell'Ati. 

L'analisi della documentazione effettuata dalla Guardia di finanza ha rilevato dei falsi in merito sia all'attestazione di ultimazione dei lavori che al collaudo statico: ne sarebbe stata prova il sopralluogo durante il quale gli investigatori notarono locali in stato grezzo, impianti elettrici non ultimati, mancanza di pavimenti e porte interne, nonché notevoli infiltrazioni di acqua. Ulteriori anomalie - come detto - vennero riscontrare dai vigili del fuoco nella verifica del rispetto della normativa antincendio: mancavano 56 porte tagliafuoco. Solo 11 quelle montate.

E ancora: secondo l'accusa i due dirigenti finiti ai domiciliari avrebbero creato ad arte la necessità di ricorrere a lavori straordinari per 57mila euro, nonostante questo capitolo fosse specificamente già contemplato nell'appalto. Stessa accusa per il nuovo progetto del Cad Dialisi: 200mila euro per le porte antincendio. Lavori affidati alla Atitecnica 85 di Francesco Reddavide, con interventi aggiuntivi per 30mila euro: gli interventi non sarebbero mai stati ultimati nella realtà, sebbene gli atti certificassero il contrario.

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