Brindisi, medici e infermieri in fuga dal "Perrino": «Situazioni di lavoro insostenibili»

Brindisi, medici e infermieri in fuga dal "Perrino": «Situazioni di lavoro insostenibili»
di Lucia PEZZUTO
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Venerdì 25 Marzo 2022, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 19:03

Medici ed infermieri in fuga dall’ospedale Perrino di Brindisi. Il Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, nato per dar voce agli infermieri che vogliono tutelare la propria professione, lancia l’allarme: «Le condizioni di lavoro sono insostenibili. Le richieste di trasferimento sono in aumento». Il personale sanitario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Perrino dunque, preferirebbe andare via piuttosto che lavorare nel nosocomio brindisino, stando alle richieste che giungono ogni giorno agli uffici della Asl.

Il fenomeno

Lo strano fenomeno dei medici ed infermieri in fuga dal Pronto Soccorso sarebbe legato, a dire del sindacato, alle difficili condizioni di lavoro in cui operano i sanitari. «Elevato stress, aggressioni verbali, a volte fisiche, inadeguato riconoscimento economico. E così dal pronto soccorso del “Perrino” di Brindisi medici ed infermieri cercano letteralmente di “scappare”- dice il Nursind- Chi disilluso, chi stremato, chi non si sente valorizzato, cerca e spera in una diversa collocazione professionale. Un settore quello della emergenza urgenza che richiede notevoli sacrifici ed è avaro di soddisfazioni oltre che notevolmente stressante, anche alla luce delle passate e delle recenti riorganizzazioni aziendali che hanno visto aumentare a dismisura la intensità e complessità assistenziale».

Eppure proprio il personale medico ed infermieristico dell’ospedale Perrino, in particolare quello del Pronto Soccorso, negli ultimi due anni è stato punto di riferimento per l’intera provincia di Brindisi. Nessuno di loro si è risparmiato nell’affrontare l’emergenza Covid. Insieme hanno gestito e continuano a gestire la pandemia. Il fenomeno dei trasferimenti arriva quindi al termine di un periodo difficile aggravato, tra l’altro, non solo dalle problematiche sanitarie, ma anche da criticità di gestione del personale, sempre più carente, e dagli innumerevoli episodi di violenza consumati ai danni proprio di medici ed infermieri del Pronto Soccorso.

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