Aggressioni in ospedale: presidio di polizia h24 al “Fazzi”. Ora si pensa anche a Gallipoli

Il pronto soccorso del Fazzi
Il pronto soccorso del Fazzi
di Andrea TAFURO
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Lunedì 22 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:41

Presidi fissi di polizia negli ospedali pubblici. Al “Dea-Fazzi” di Lecce attivata dalla Questura del capoluogo la prima postazione h24. Il via libera all’introduzione del presidio di Polizia, è arrivato con le novità apportate al decreto Bollette (dl n. 34/2023) dalle commissioni Finanze e Affari sociali della Camera, dando seguito così a quanto richiesto a gran voce dai medici, Ordini professionali e direzioni Asl, per la tutela dell’ordine e sicurezza in corsia e per garantire l’incolumità del personale sanitario. 
Nell’ospedale del capoluogo, il presidio in funzione da poche settimane a ridosso dell’area riservata al Pronto soccorso e all’accesso dei pazienti, è attivo h24 con la turnazione giornaliera di 5 operatori di polizia e un coordinatore presente nel turno mattutino. Il provvedimento autorizzato dal questore Andrea Valentino, oltre a garantire maggiore controllo nell’area di emergenza-urgenza e nei reparti, vuole fungere da deterrente contro le violenze verso i sanitari, fenomeno divenuto uno delle maggiori criticità del sistema sanitario. Nei primi 3 mesi di quest’anno infatti sono state circa 45 le aggressione, fisiche e verbali, accusate da medici e infermieri.

Gli episodi denunciati

Quattro gli episodi denunciati alle forze di polizia: uno nell’ospedale di Lecce, poi a Gallipoli ai danni di un’infermiera del reparto di Ostetricia, ad un medico in servizio nel pronto soccorso del “Veris delli Ponti” di Scorrano e ad una guarda medica. Episodi affrontati anche in Prefettura e che definiscono la complessità dello scenario, portando gli operatori sanitari ad avere paura e in alcuni casi li spingono anche a lasciare la sanità pubblica per il privato. A supporto dell’attività di controllo e tutela del personale sanitario del “Dea-Fazzi” è stato attivato anche un “recall” diretto di segnalazione che in caso di aggressione e minacce ai danni dei sanitari, mette in collegamento diretto l’ospedale con la centrale operativa della Questura. 
Dalle misure “anti-violenza” attualmente restano fuori gli ospedali periferici della provincia di Lecce. L’attenzione delle Forze dell’Ordine, al netto delle carenze di organico che affliggono anche il loro settore, si dovrà spostare necessariamente verso i nosocomi di Copertino, secondo ospedale per numeri di accessi in pronto soccorso del territorio, Gallipoli, in vista dell’aumento della popolazione in estate, ed ancora Casarano, Scorrano e Galatina. La Questura valuta il da farsi. In termini pratici, l’obiettivo potrebbe essere raggiunto con più semplicità nei centri di Gallipoli e Galatina dove hanno sede anche i commissariati di Polizia. Dalla direzione generale dell’Asl Lecce intanto arriva la soddisfazione per l’intervento, pur non nascondendo la necessità di allargare la misura considerate le difficoltà che permangono negli altri nosocomi della provincia. 
«È un primo importante passo – commenta il dg Stefano Rossi – che consente di garantire maggiore controllo degli ambienti ospedalieri e sicurezza ai sanitari che sono in servizio.

Il confronto intrapreso negli ultimi mesi si è rivelato costruttivo. Siamo consci che le carenze di personale riguardano tutti i settori, l’auspicio però è che il presidio fisso di polizia si possa attivare gradualmente in tutti gli altri ospedali del territorio. La priorità nei prossimi mesi – aggiunge Rossi - è rappresentata dal nosocomio di Gallipoli, città che vedrà aumentare notevolmente la sua popolazione». Azienda sanitaria leccese che per fronteggiare le lunghe attese in corsia e l’esasperazione degli utenti, ha introdotto nei pronto soccorso il sistema “tagliacode” per semplificare la comunicazione con il paziente e chiarire i turni di accesso all’assistenza ospedaliera sulla base dei codici di gravità.

In campo l'Ordine dei medici

Anche l’Ordine dei medici di Lecce plaude all’introduzione della postazione fissa in ospedale, ma tiene alte le difese a tutela dei camici bianchi e da inizio mese ha avviato una campagna di comunicazione contro le violenze. «Abbiamo programmato incontri, eventi, flash mob e un forte ed immediato richiamo – dichiara il presidente Donato De Giorgi - che vogliamo trasmettere: siano i cittadini e soprattutto il loro futuro a impegnarsi a non usare mai le mani contro chi ti dà una mano. Se sono indispensabili le normative sempre più precise, l’impegno puntuale delle forze dell’ordine e soprattutto quello delle istituzioni ed in particolare dell’Asl come responsabili della sicurezza lavorativa – sottolinea De Giorgi - è necessario e fondamentale soprattutto lavorare sulla formazione del personale sanitario e dei cittadini».

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