«Più risorse e personale»: le richieste della Puglia sul tavolo del Governo contro la Sanità al collasso

Oggi a Roma il vertice fra le Regioni e ministro della Salute Orazio Schillaci. Presenti Emiliano e Palese. Le proposte: fondi ad hoc e poteri speciali per uscire dall’emergenza

«Più risorse e personale»: le richieste della Puglia sul tavolo del Governo contro la Sanità al collasso
di Andrea TAFURO
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 05:00

In Puglia solo 6mila medici ospedalieri e 15mila infermieri (al 70% a tempo determinato), rispetto all’Emilia Romagna, regione che a parità di popolazione nel 2022 ha potuto contare su 9.000 medici e 27.000 infermieri. La carenza negli organici e le drastiche misure per il contenimento della spesa sanitaria rischiano di portare il sistema sanitario regionale al collasso». L’allarme sullo stato di salute della sanità resta alto da parte dei sindacati di categoria che sperano oggi in una svolta all’esito del vertice in programma oggi a Roma alle 14, tra il ministro della salute, Orazio Schillaci e le Regioni. Per la Puglia saranno presenti il presidente Michele Emiliano e l’assessore Rocco Palese. 

L'emergenza


Palese negli ultimi giorni è stato al centro del confronto sanitario, sollecitato dai sindacati sulle emergenze attuali di cui soffre il sistema pubblico: carenza di medici, abolizione del tetto di spesa sul personale, criticità dei pronto soccorso, liste d’attesa e finanziamenti.

Temi messi nero su bianco nell’analisi indirizzata in Regione dal segretario regionale medici Cgil, Antonio Mazzarella. Siamo consapevoli che il provvedimento del 2023 che di fatto conferma la Puglia fra le regioni in Piano di Rientro a causa del pesante disavanzo nell’esercizio 2022, è il risultato di una imposizione del Governo – scrive Mazzarella - che penalizzerà ulteriormente le regioni meridionali come la nostra, già in grave sofferenza a causa di un decennale sottofinanziamento del Fondo Sanitario Regionale rispetto ad altre regioni con numero uguale di popolazione(oltre 200 milioni di euro all’anno in meno). Pertanto, condividiamo le rimostranze e le proteste del presidente Emiliano in seno alla Conferenza Stato-Regioni e il contrasto alla legge sull’autonomia differenziata che darebbe un colpo mortale al Ssn negando diritti a milioni di cittadini». Considerazioni che Mazzarella ha esteso all’operato politico per l’assistenza socio-sanitaria. «Il disavanzo del Ssr è una costante del bilancio pugliese e con grave ritardo la Regione si è accorta della sua responsabilità negli omessi controlli e ha avocato a sé la gestione dei vari capitoli di spesa, finora a totale discrezione delle Aziende sanitarie. Si è aggiunto poi il blocco delle assunzioni, di qualunque tipologia e degli incarichi di Strutture Complesse e Semplici. La Puglia rispetto ad altre regioni con ugual numero di popolazione - precisa il sindacalista Cgil – ha un gap negli organici notevole. Come si può quindi pensare di mantenere alti i livelli quali-quantitativi, ridurre le liste d’attesa, raggiungere gli obiettivi previsti dai programmi di screening e ridurre la mobilità passiva? Ancora una volta i tagli al personale continuano ad essere utilizzati per sanare i bilanci. E se la situazione resterà bloccata, il Ssr rischia di crollare. L’unica ad avvantaggiarsene – conclude Mazzarella - sarà la sanità privata con ulteriore massiccio ingresso in tutti i settori dell’assistenza socio-sanitaria con buona pace del Ssn pubblico, solidaristico ed universale».

Le richieste condivise dai sindacati 


Richieste condivise dal sindacalista Fsi-Usae, Francesco Perrone. «Le Regioni devono ribadire la necessità di nuovi fondi per la sanità, necessari ad aumentare le assunzioni e snellire le liste d’attesa. Ci aspettiamo inoltre rassicurazioni sulle stabilizzazioni del personale, messe in crisi dalla recente pronuncia della Corte Costituzionale». Soluzioni e chiarezza d’intervento per la salute dei pugliesi indirizzate nei giorni scorsi a Palese anche dal presidente dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli e dal segretario generale Fp Cisl Puglia, Aldo Gemma. Il tema principale portato all’attenzione del ministro Schillaci, che con molta probabilità sarà poi riproposto anche nella conferenza Stato-Regioni, resta il rafforzamento del Fondo sanitario regionale. E su questo anche i sindacati nazionali sollecitano interventi urgenti. «Chiediamo il rafforzamento del Fondo sanitario nazionale, - afferma il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra - condizione necessaria per sbloccare le assunzioni, stabilizzare il precariato, migliorare e rendere più efficienti i servizi di cura. Bisogna rinnovare il contratto e accelerare gli investimenti del Pnrr puntando sulla medicina territoriale di prossimità». «Ci aspettiamo delle risposte – è la presa di posizione del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri - su un maggior finanziamento della sanità pubblica, sulla medicina territoriale anche attraverso il Pnrr, sul rinnovo dei contratti e sulla stabilizzazione dei precari. Risposte non solo per le organizzazioni sindacali ma per le persone».

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