«Dopo sei mesi di silenzio il Governo fa una convocazione d’urgenza. Siamo abbastanza curiosi di sapere cosa ci sarà detto di così importante». È critico Antonio Capacchione, presidente nazionale Sib, sulla mossa del governo che ha deciso di invitare ad un tavolo tecnico sulle concessioni demaniali tutte le sigle di categoria. Lo scetticismo di Sib sulle mosse dell’Esecutivo ha messo a nudo la spaccatura esistente all’interno dei rappresentanti balneari che hanno concordato già nei giorni scorsi di procedere in modo differente. Sib e Fiba scenderanno in piazza a Roma giovedì per una manifestazione nata proprio dall’inerzia sul tema a pochi mesi dalla scadenza delle concessioni. «Il Sib è stato costretto ad indire questa manifestazione -continua Capacchione-, chiamando a raccolta tantissimi imprenditori balneari provenienti da tutta Italia, per la mancata emanazione da parte dello Stato di un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti: non si tratta solo di imprese balneari, ma anche di ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge. Tutte quelle strutture, cioè, che insistono sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Non è più assolutamente rinviabile un intervento normativo e si tratta di una richiesta condivisa dalle Regioni e dai Comuni costieri. Se durante la riunione ci diranno soltanto cosa è emerso durante la riunione a Bruxelles, vorrà dire che stiamo perdendo tempo».
L'altro fronte
Diversa la posizione delle altre sigle che invece hanno inviato una lettera alla presidente del Consiglio per chiedere di fare presto vista la confusione che regna sul tema. «Le associazioni di categoria - si legge nel testo - esprimono tutta la preoccupazione percepita dai propri associati in ordine al fatto che diverse amministrazioni locali (comuni in primis), in assenza di criteri generali nazionali, si stiano prodigando in attività amministrativa istruttoria protesa all’espletamento di procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di “vecchie” e “nuove” concessioni ai fini dello svolgimento di attività turistico-ricreative».
Un ragionamento condiviso da Giuseppe Mancarella, presidente di Federterziario Balneari, Giuseppe Mancarella. «Ci attendiamo tantissimi ricorsi -aggiunge- perché il quadro che si sta delineando è molto confuso. Dapprima i burocrati chiedono notizie sulla quantità della risorsa e la ricognizione afferma che esiste, poi si sposta l’attenzione sugli indennizzi. L’articolo 12 della Bolkestein è chiaro per cui applichiamolo e se è il caso si vada a gara. Però bisognerebbe guardare bene cosa è accaduto in quelle poche concessioni che nel frattempo sono andate a gara, con l’assegnazione a gruppi industriali come Geox, RedBull e altri. Abbiamo già passato un’estate su e giù da Roma. Se ci saranno i ricorsi, si parla di quattro anni di fermo, sarebbe la peggiore sciagura possibile per tutto il comparto». Nella lettera le undici sigle chiedono di evitare che gli enti territoriali finiscano con l’agire in ordine sparso: «Si darebbe luogo ad una applicazione disomogenea e asimmetrica della disciplina, capace di ingenerare situazioni di incertezza giuridica e disparità di trattamento fra gli operatori del settore, manifestando fin d’ora la nostra più ampia disponibilità a collaborare nella maniera più fattiva».