Stabilimenti balneari, il Comune di Brindisi proroga le concessioni fino al 2033

Stabilimenti balneari, il Comune di Brindisi proroga le concessioni fino al 2033
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:36

Dopo tanta attesa, è arrivata la proroga delle concessioni demaniali agli stabilimenti balneari da parte del Comune di Brindisi. A stabilirlo, con apposito atto di indirizzo, è stata l’amministrazione comunale con apposita delibera di giunta. Una decisione che fa esultare i balneari ed in particolare Mauro Della Valle, presidente della Federazione Imprese Demaniali Salento e Puglia, che spiega: «Il sindaco ha ascoltato le nostre ragioni. Siamo molto soddisfatti». Senza quella delibera di giunta, le concessioni rischiavano di decadere alla fine dell’anno, di fatto cancellando buona parte degli stabilimenti balneari brindisini.
«Abbiamo atteso, silenziosamente e rispettosamente, gli esiti - ricostruisce Della Valle delle conferenze dei servizi che il sindaco, o meglio il dirigente, ha voluto organizzare perché, a suo modo di vedere, era un modo per affrontare con maggiore prudenza la concessione della proroga».
La legge, infatti, prevede che i termini delle concessioni siano prorogati automaticamente al 31 dicembre del 2033. Il Comune, al contrario, aveva legato la proroga al rispetto di alcuni requisiti e ad una serie di verifiche. In particolare, di verificare l’assenza di cause di decadenza, la persistenza dei requisiti morali, acquisire la documentazione relativa alla mitigazione del rischio idrogeologico e valutare l’adeguatezza del piano finanziario.
«Noi, come associazione, già da dicembre scorso - ricostruisce Della Valle - siamo stati molto critici nei confronti di questa scelta dell’amministrazione perché ritenevamo, e riteniamo ancora oggi, e i tribunali ci hanno dato ragione, che la proroga fosse un atto dovuto e obbligatorio per le amministrazioni: non si poteva fare nulla se non applicare le leggi italiane. Da lì a venti giorni, poi, si sono iniziate a chiudere alcune delle conferenze dei servizi ma visto che non stava cambiando nulla, abbuiamo deciso di andare ad incontrare il sindaco, insieme all’ufficio legale, all’avvocato Leonardo Maruotti e dell’avvocato Lorenzo Durano».

La svolta

Un incontro che ha dato i frutti sperati. «Devo dire che il sindaco - ammette il presidente della Federazione imprese demaniali Salento e Puglia - dopo la nostra disamina attenta di quanto accaduto anche al Lecce, che pure alla fine aveva optato per la proroga al 2033, ci ha dato ascolto, optando anche lui per le proroghe condizionate. Inizialmente, l’idea era quella di aspettare la plenaria del Consiglio di Stato (che deve esprimersi su diversi quesiti relativi alla vicenda, ndr) ma questa potrebbe rimandare la questione alla Corte costituzionale o alla Corte di giustizia europea. Al che, abbiamo chiesto al sindaco di farci comprendere quali fossero gli ostacoli che non consentivano di dare serenità alla categoria, in attesa del cambiamento degli scenari giuridici. Il balneare brindisino, infatti, non può essere considerato figlio di un dio minore».
E così, Riccardo Rossi si è impegnato a preparare in breve tempo la delibera di indirizzo per provvedere al rilascio delle concessioni, con condizioni, al 2033. «Ritengo dunque - sottolinea Della Valle - che il sindaco abbia ascoltato le nostre osservazioni e mi ritengo molto soddisfatto. Il nostro obiettivo, quando siamo andati lì, non era certo forzare la mano ma solo fare sintesi di quanto accaduto in questi mesi e condividere uno scenario cambiato completamente. Al dirigente abbiamo detto che ci sono ben 17 sentenze del Tar di Lecce che non possono essere disapplicate. E quindi siamo arrivati a condividere questo percorso rispetto al quale ci riteniamo soddisfatti. È questa la buona politica per il territorio, che ci piace. Certo, avremmo potuto anticipare a prima dell’estate 2021 ma meglio tardi che mai. In questo modo, abbiamo dato serenità alle imprese balneari brindisine, in attesa di eventuali novità dalla plenaria del Consiglio di stato o dalla Corte di giustizia o di un intervento normativo che non sappiamo se arriverà».

Lo Stato italiano, infatti, ancora non ha mai applicato la cosiddetta “direttiva Bolkestein”, per la quale le concessioni vanno rilasciate previo bando pubblico.

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