Sanità nel caos/Niente da dichiarare: siamo proprio sicuri?

Il sistema sanitario pugliese è in grossa difficoltà, ma la politica (quasi tutta) preferisce il silenzio. La ragione è semplice: la sanità è un tema sul quale è ormai impossibile "barare" con dichiarazioni attendiste

Sanità nel caos/Niente da dichiarare: siamo proprio sicuri?
di Francesco G. GIOFFREDI
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Martedì 20 Giugno 2023, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 14:01

Se non tutte, quasi: molte, troppe cose vanno male. E a breve col tilt estivo potrebbero pure andare peggio. Brevissimo bignami: ospedali col fiatone, reparti chiusi, pochi medici e infermieri, camici bianchi in fuga, liste d’attesa per esami e visite specialistiche dilatate oltre ogni logica, e conti (letteralmente) che non tornano. La sanità in Puglia rischia il default dei servizi, che è certo meno impellente ma più grave di quello dei bilanci. Un problema di tutti, senza etichette di partito. Niente da dichiarare? No, a quanto pare: i sindacati e gli addetti ai lavori lanciano parole di fuoco, l’assessore regionale Rocco Palese è lì sulla trincea quasi in solitaria e con le munizioni ridotte all’osso, ma per il resto, calma piatta. La politica preferisce quasi sempre i silenzi, come se la sanità fosse un imbarazzato argomento tabù. Il governatore Michele Emiliano gira al largo; eppure, quando vuole, sa come creare scompiglio a Roma, lanciarsi in proclami pubblici e incendiare i palazzi. Ci sarebbe pure un sottosegretario pugliese alla Sanità, Marcello Gemmato, che fin qui s’è limitato a dichiarazioni di prassi sulla distribuzione di colpe (politiche, of course). Ma anche lì, nulla di che da segnalare sul radar. Avremmo un ministro e un viceministro, che per carità si occupano d’altro, però sai com’è.

E allora, qual è il punto? Questo: si tace perché sulla sanità è impossibile barare, alzare cortine di fumo, prendere tempo e perdersi in parole vacue e attendiste, in promesse e in chiacchiericci da sottoscala della politica.

Perché la sanità tocca - come si dice - la carne viva di tutti, ma proprio tutti, e nessuno accetta più di farsi turlupinare. Non è il Pnrr, i fondi Ue, questo o quel piano infrastrutturale, non è un pacchetto di incentivi per le imprese, tutte materie sulle quali è possibile riparare in protettive supercazzole di «faremo», «vedremo», acronimi, cronoprogrammi, «messa a terra». No: sulla sanità il cittadino-elettore ti stana in un batter di ciglia, c’è un problema (concreto) e urge una soluzione. E dunque: silenzio. Ma sicuri che non ci sia proprio nulla di pragmatico da dichiarare, e soprattutto da fare?

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