Se non tutte, quasi: molte, troppe cose vanno male. E a breve col tilt estivo potrebbero pure andare peggio. Brevissimo bignami: ospedali col fiatone, reparti chiusi, pochi medici e infermieri, camici bianchi in fuga, liste d’attesa per esami e visite specialistiche dilatate oltre ogni logica, e conti (letteralmente) che non tornano. La sanità in Puglia rischia il default dei servizi, che è certo meno impellente ma più grave di quello dei bilanci. Un problema di tutti, senza etichette di partito. Niente da dichiarare? No, a quanto pare: i sindacati e gli addetti ai lavori lanciano parole di fuoco, l’assessore regionale Rocco Palese è lì sulla trincea quasi in solitaria e con le munizioni ridotte all’osso, ma per il resto, calma piatta. La politica preferisce quasi sempre i silenzi, come se la sanità fosse un imbarazzato argomento tabù. Il governatore Michele Emiliano gira al largo; eppure, quando vuole, sa come creare scompiglio a Roma, lanciarsi in proclami pubblici e incendiare i palazzi. Ci sarebbe pure un sottosegretario pugliese alla Sanità, Marcello Gemmato, che fin qui s’è limitato a dichiarazioni di prassi sulla distribuzione di colpe (politiche, of course). Ma anche lì, nulla di che da segnalare sul radar. Avremmo un ministro e un viceministro, che per carità si occupano d’altro, però sai com’è.
E allora, qual è il punto? Questo: si tace perché sulla sanità è impossibile barare, alzare cortine di fumo, prendere tempo e perdersi in parole vacue e attendiste, in promesse e in chiacchiericci da sottoscala della politica.