Puglia senza flotta antincendio: «Bloccato l’acquisto dei fireboss»

Puglia senza flotta antincendio: «Bloccato l’acquisto dei fireboss»
di Antonio BUCCI
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Venerdì 28 Luglio 2023, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 11:19

La Puglia resta una torcia, ma non ci sta a finire sul banco degli imputati. «La Regione si era dotata di un contratto di servizio per due fireboss, dei velivoli ad ala fissa anche per quest’anno, ma la società ha deciso di recedere dal contratto per questioni per le quali si sta aprendo un contenzioso. Oggi è vero che siamo in questa condizione ma non certo perché non ci avessimo pensato», spiega il numero uno della Protezione Civile, Nicola Lopane. Il chiarimento arriva dopo le parole del ministro Nello Musumeci: «La Puglia non si è dotata di una flotta regionale, per cui gli interventi devono essere svolti da quella di Stato», ha scandito l’ex governatore siciliano, facendo il punto sulla lotta agli incendi in tutto il Mezzogiorno. E l’informativa alla Camera serve a chiedere di rimboccarsi le maniche per un Paese che «ha bisogno di una buona cura per poter essere nelle condizioni di affrontare eventi che sarebbe improprio ed errato considerare ancora eccezionali», ma anche ad aggiungere tasselli sul fronte dei mezzi aerei: «C’è una sola azienda che agisce in regime di monopolio» per la produzione di Canadair, traccia il quadro il ministro. L’Italia si è candidata ma serviranno almeno quattro o cinque anni per sbloccare l’impasse: «Una situazione paradossale che ho scoperto nella scorsa primavera, quando chiesi a Curcio come mai ogni volta che durante l’emergenza si chiede l’intervento di Canadair, bisogna raccomandarsi a tutti i santi del paradiso, sperando che ve ne sia uno non impegnato per poterlo dirigere in quella o quell’altra regione». 

La carenza di velivoli in Italia


Carenza italiana, quella dei velivoli, ma per la quale è stato già messo in allarme il commissario europeo. E dalla quale non è esente neppure la Puglia: «Non è un unicum, la nostra situazione è comune anche ad altre regioni. Stiamo lavorando con delle intese per usufruire dei mezzi, oltre ad avvicinare e formare i volontari con una scuola che prima non c’era. Tenuto conto che le risorse sono quelle di sempre e i mezzi si acquistano con finanziamenti europei. Ora che c’è un ministro con apposita delega, sia Roma, quindi, a destinare maggiori risorse, specie per le regioni più colpite», rilancia e rinvia al mittente Maurizio Bruno, consigliere dem di via Gentile e presidente del comitato regionale permanente di Protezione Civile. 
Intanto, si lotta centimetro per centimetro, per sottrarre spazio alle fiamme: da domenica, i vigili del fuoco contano 879 soccorsi soltanto nel territorio pugliese.

E la cronaca delle ultime 24 ore è ugualmente impietosa: serve aspettare il tramonto, perché la situazione torni sotto controllo a Ugento, nel Leccese. Le lingue di fuoco partono dalla pineta di Torre Mozza, avanzando per circa quattro chilometri, costringono alla fuga i bagnanti, all’evacuazione di un centinaio di persone da una struttura ricettiva, all’invio di squadre da Taranto e Brindisi. E all’utilizzo di due Canadair, appunto. In sicurezza i focolai nei pressi di Baia San Felice, sul Gargano, ma sarebbero tre gli inneschi e ci potrebbe essere la mano dell’uomo, dietro i roghi che riportano alla mente gli ettari di macchia mediterranea divorati a centinaia, dal fuoco di inizio settimana. I turisti evacuati sono tornati al loro posto, saranno le indagini a stabilire il resto: «La proposta di legge di Fratelli d’Italia contro i piromani è la risposta giusta e determinata a chi in questi giorni sta mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini. Bene l’aumento delle pene da quattro a otto anni di carcere e delle multe da 10mila a 50mila euro. È una guerra che va combattuta duramente con le armi dell’intransigenza», serra i ranghi Erio Congedo, tra i firmatari del provvedimento. 

Lunedì il vertice in prefettura


Nel frattempo, la macchina regionale è al lavoro e lunedì farà il punto in Prefettura, a Lecce, dopo l’inferno nella marina di San Cataldo. «Ovvio che le criticità ci sono, siamo in un’emergenza che sta riguardando, in modi e tempi diversi, tutto il Paese. E adeguare la macchina dei soccorsi alle crescenti sfide non è facile. Né può dipendere dalla Protezione civile stessa. Abbiamo inaugurato nuovi presidi logistici operativi territoriali in tutte le province, proprio per rafforzare la rete di intervento. E stiamo rafforzando la comunicazione e le campagne nelle città e nelle scuole. Certe accuse sono pretestuose e poco logiche. Fosse per me, raddoppierei uomini, mezzi, velivoli, tutto. Ma non è di certo il presidente del comitato regionale ad aver il potere di smuovere i finanziamenti necessari e le procedure del caso», difende i suoi, Bruno. La stima dei danni è ancora in corso, l’asticella di Coldiretti è fissata a 14 milioni di euro e, dal comparto, corrono in soccorso: «È una situazione nuova, almeno in parte, dunque per la scarsa prevenzione e l’insufficiente dotazione degli interventi non è il caso di additare nessuno, ma è chiaro che occorre una svolta», apre Mario Sicolo della Cia, mettendo a disposizione esperienza e mezzi delle aziende agricole. D’altro canto, l’obiettivo è comune: «Non possiamo permettere che la Puglia sia ridotta a un deserto di cenere».

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