Non solo i giovani, anche gli anziani vanno al Nord: «Qui troppa burocrazia sanitaria»

Cornelia Erculanese e Cosimo Fornaro
Cornelia Erculanese e Cosimo Fornaro
di Lucia J. IAIA
4 Minuti di Lettura
Domenica 12 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 05:51

Non vanno via solo i giovani, ma anche gli anziani. Nonostante quel richiamo delle proprie radici pulsanesi, Cosimo Fornaro è pronto a fare le valigie. Quando, dopo aver vissuto 59 anni a Torino, Fornaro ha deciso di trasferirsi nella sua Pulsano (Taranto) per trascorrere lì la vecchiaia, assieme alla moglie Cornelia Erculanese, aveva dentro una grande felicità. «Ho sempre sognato di tornare nel mio paese. Ho immaginato qui il resto della mia vita ma – ammette Fornaro - ora devo ricredermi. Torno in Piemonte perché qui dove pensavamo di trovare la serenità del mare, ci stanno facendo impazzire».

La storia

Fornaro e sua moglie, sessantenni, sono alle prese con una serie di patologie da diverso tempo, ma è proprio nella sanità pugliese che hanno riscontrato le maggiori criticità da quando si sono trasferiti nel 2021. «Intanto, fin da subito, per poter usufruire delle esenzioni, io ho dovuto ripresentare tutti documenti rilasciati dalla sanità piemontese. Ma questo è il meno peggio, perché quanto accaduto a mia moglie ha davvero dell’assurdo». racconta Fornaro. 
Nel 2010, la signora Erculanese ha avuto un problema di salute piuttosto serio, tanto che dal 2014 deve effettuare ogni due anni il rinnovo della patente. «A Torino, abbiamo svolto questa pratica, senza alcun intoppo e presentando relazione del cardiologo e del neurologo, fino appunto al 2021.

Ma da quando siamo arrivati a Pulsano ed è scaduta la patente a maggio del 2022 è iniziata una trafila impossibile da sopportare», racconta la signora Cornelia. Ad oggi in effetti, lei non ha ancora ottenuto il rinnovo, nonostante siano passati oltre nove mesi dall’avvio della pratica.

«A maggio dello scorso anno, mi sono rivolta ad un’agenzia automobilistica per avviare la procedura e nel frattempo, ho effettuato le visite neurologiche e cardiologiche. Sono poi, passati 6 mesi e i documenti sanitari risultavano scaduti perché, intanto, nessuno mi aveva chiamata dall’Asl. A quel punto, ho rifatto le due visite con altre spese e viaggi fino a Mottola e a Massafra. A novembre del 2022, sono riuscita finalmente a contattare l’Asl di Taranto dove mi hanno detto che ero stata convocata ma non mi ero presentata. A me non risultava nulla e dunque, ho chiesto di essere contattata nuovamente. Cosa che è avvenuta il 2 febbraio 2023 ma in quella circostanza, la commissione medica mi ha contestato l’assenza di una incredibile mole di documenti che, a questo punto, io dovrei consegnare entro i prossimi 30 giorni e sarà impossibile». In effetti, la richiesta appare molto complessa. «Devo effettuare - sottolinea la pensionata - per avere nuovamente la patente un ecocardiogramma, una consulenza psicologica, dei test funzioni esecutive, test memoria, test abilità visuo spaziali, test intellettivo, test proiettivi e della personalità, la valutazione funzione corticale superiori, test deterioramento sviluppo intellettivo. Il tutto da fare al centro d’igiene mentale del territorio entro 30 giorni, per poi capire cosa accadrà. Intanto, passerà almeno un altro mese ancora. Già per fissare visita dal cardiologo, così come è già accaduto, ci vorranno altri 6 mesi». 

Il ritorno


La coppia che, con grandi aspettative e forse anche troppe, si era trasferita in provincia di Taranto, non nasconde il profondo stress che questa situazione sta causando. «Volevo stare tranquilla al mare, ma qui non si può. Io me ne vado, altrimenti muoio».
I due pensionati rimarcano la loro volontà iniziale di trascorrere a Pulsano il resto dei prossimi anni. Ora però, il programma è cambiato. «Torniamo a Torino perché non è possibile vivere con queste difficoltà. Anche mio marito, pulsanese doc, mi ha detto che è meglio tornare. E dire che noi volevamo morire qui, stavamo comprando anche il loculo al cimitero. Abbiamo cambiato idea. D’altra parte, non riuscire a rinnovare la patente crea per noi dei rischi, perché mio marito potrebbe aver bisogno di essere accompagnato da un medico, visto il suo stato di salute, e io non potrei farlo».
Su un punto, Cornelia si sofferma con una nota di tristezza: «Ho raccontato alla mia fruttivendola di fiducia questa storia e lei mi ha risposto che bisogna resistere, che è tutto normale. Questa rassegnazione io non la capisco e non voglio accettarla. Per tutto questo torniamo in Piemonte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA