Assistenza domiciliare, la Regione accelera: pronti i saturimetri

Assistenza domiciliare, la Regione accelera: pronti i saturimetri
di Vincenzo DAMIANI
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Lunedì 6 Aprile 2020, 12:40

La task force pugliese per l'emergenza coronavirus, almeno dal punto di vista dell'assistenza sanitaria, si prepara ad avviare la fase 2. Il calo del numero dei contagi, anche se occorre attendere ulteriori verifiche in settimana, indica che il virus sta circolando molto meno e, a breve, la curva potrebbe diventare una linea retta. A quel punto, gli ospedali inizieranno ad alleggerirsi perché ci saranno meno ricoveri e più guarigioni, ma parallelamente aumenterà il peso dell'assistenza sul territorio considerando la crescita inevitabile del numero di persone in isolamento da seguire.

Ecco perché, concluso il rafforzamento della rete ospedaliera, il gruppo di lavoro adesso si sta organizzando per far partire la seconda fase, quella che riguarda il potenziamento dei servizi sanitari territoriali per l'assistenza a domicilio dei pazienti non gravi. La Regione ha effettuato nei giorni scorsi l'ordine di acquisto diretto, oltre che di ventilatori polmonari e dispositivi di protezione individuale, anche di mille saturimetri che verranno distribuiti al personale sanitario per lo screening. I saturimetri misurano la percentuale di ossigeno nel sangue, se inferiore al 96% scatta l'allarme e ulteriori accertamenti. Piccoli apparecchi che verranno consegnati ai medici che faranno parte delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale che affiancheranno i medici di medicina generale nel monitoraggio domiciliare dei pazienti Covid.

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Il sindacato dei medici di base Fimmg ha inviato una proposta al dipartimento Salute che viene valutata in queste ore, non si conoscono ancora le linee guida regionali ma si parte da un presupposto: occorrerà ridurre al minino ogni possibile rischio di nuovi contagi, quindi sarà necessario evitare o limitare i contatti diretti tra pazienti e altre persone, che siano parenti o medici. Per questo motivo si sta pensando di dotare ogni ammalato di un kit di supporto composto almeno da termometro e saturimetro, la Fimmg chiede anche l'inserimento dello sfigmomanometro.

Sarà essenziale che i pazienti vengano monitorati tramite contatto telefonico e, se possibile, attraverso videoconsulto. In questo contesto l'auscultazione del torace risulta secondaria secondo i medici, sarà sufficiente verificare la saturazione attraverso il saturimetro, la temperatura ed eventualmente, solo se ritenuto necessario, la frequenza cardiaca. Per ridurre il rischio di innescare in ambito domiciliare nuovi contagi sarà fondamentale che ci siano le condizioni ambientali per una gestione a casa del paziente infetto: quindi, disponibilità da parte di familiari a gestire l'assistenza secondo le regole della prevenzione efficace; presenza di una camera da letto separata e bagno indipendente per il paziente; famiglia in grado di provvedere al cibo ed alle risorse di prima necessità; assenza di conviventi e familiari con altre patologie croniche.

Condizioni non semplici, per questo motivo la Regione Puglia è già a lavoro per siglare accordi con alberghi e B&b che possano essere utilizzati per ospitare i pazienti Covid-19. Potrebbero essere anche requisiti edifici pubblici, come caserme in disuso, ad esempio. In definitiva, la seconda fase sarà delicata e difficoltosa alla pari dell'attuale momento dell'emergenza. Il minimo errore, infatti, potrebbe essere causa di una nuova catena di contagi: significherebbe vanificare tutto il lavoro svolto sino ad oggi per limitare i danni.
Nei giorni scorsi, a caldeggiare l'adozione rapida di un protocollo per la gestione domiciliare delle cure ai contagiati dal Covid-19 è stata la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, presieduta dal pugliese Filippo Anelli.

Affinché le strategie di contenimento del contagio risultino efficaci, la Federazione ritiene centrale l'intervento sul territorio. Convinzione, questa, scaturita innanzitutto dall'esame obiettivo di quanto avvenuto in Lombardia: l'elevatissimo numero di contagiati fra medici e infermieri ospedalieri, insieme alla velocità di diffusione del virus, ha messo in ginocchio una delle sanità più efficienti d'Europa, congestionando i reparti di Terapia.

Il coronavirus, dunque, va fermato fra le mura di casa, a maggior ragione nel momento in cui i contagi andranno verso l'azzeramento.

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