Strisce pedonali fantasma e i viali diventano un pericolo

Strisce pedonali fantasma e i viali diventano un pericolo
di Salvatore Sergio COSTA
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Giovedì 31 Ottobre 2019, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 19:38

Quasi sempre invisibili. Spesso, addirittura, disegnate a metà. Un pericolo, per i pedoni, più che un baluardo per la sicurezza. Passaggi zebrati per l'attraversamento a piedi che, in alcuni punti chiave della città, sono disegnati sull'asfalto esattamente a metà: dall'inizio del marciapiede e sino al centro della carreggiata. In modo corrispondente all'asfalto rifatto: il manto nuovo su un lato della carreggiata e le strade che, da quel punto in poi, si perdono. Scompaiono. Con il risultato che talvolta ci vulole coraggio per attraversare strade su cui sfrecciano veloci auto e moto.

 

Di strisce pedonali ripristinate a metà ce ne sono tante, soprattutto lungo i viali, quelli dove sono stati effettuati i lavori per il rifacimento delle condotte Aqp, quelli per il passaggio dei cavi della fibra ottica e quelli per la pubblica illuminazione; e che hanno visto il ripristino del manto stradale soltanto nei tratti in cui sono stati eseguiti gli scavi. Viale Otranto, via Cavallotti, viale XXV luglio e viale Lo Re sono gli esempi più evidenti. Quelli in cui, oltre a strisce pedonali ripristinate a metà, ce ne sono innumerevoli che continuano a sbiadirsi rendendo insicure queste strade ad alta percorrenza veicolare e ad alta frequentazione pedonale.
Il viaggio comincia in viale Otranto che si imbocca dopo aver percorso viale Gallipol che, invece, è fresco fresco di rifacimento di segnaletica orizzontale, strisce pedonali comprese e questa volta ridisegnate nella loro interezza. Proprio davanti all'ingresso dell'imponente palazzo che ospita la Questura ecco che l'attraversamento pedonale è presente su una sola parte della carreggiata. Quella dove non sono stati effettuati i lavori di scavo. Dalla parte opposta, infatti, al nuovo asfalto non corrisponde la segnaletica orizzontale. E così lungo tutto viale Otranto, fra asfalto dissestato, solchi pericolosissimi soprattutto per chi viaggia su mezzi a due ruote e pedoni coraggiosi che una volta attraversata la strada possono dire anche oggi ce l'ho fatta.

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Altro attraversamento a rischio, sempre in viale Otranto, è quello nei pressi del doppio ingresso dell'Istituto scolastico Marcelline, frequentato ogni giorno da studenti e genitori. Anche qui resta ben poco delle strisce pedonali, quasi del tutto invisibili. Da viale Otranto a Viale Cavallotti il passo è breve. Anche qui degli attraversamenti pedonali resta soltanto uno sbiadito ricordo. I punti più a rischio sono quelli nei pressi della Villa comunale, dove ogni giorno e soprattutto nelle ore pomeridiane si recano mamme con bambini al seguito. Le auto sfrecciano veloci e la mancanza di segnaletica orizzontale non migliora di certo la situazione. Proseguendo si imbocca il trafficatissimo viale XXV luglio, spartiacque tra il polmone verde della città e la Prefettura. Asfalto dissestato, buche di generose dimensioni e segnaletica orizzontale ormai inesistente, soprattutto arrivati in prossimità dell'attraversamento pedonale di via Trinchese, passaggio obbligato per chi si muove verso piazza Sant'Oronzo. Strisce pedonali del tutto invisibili anche davanti all'ingresso principale del castello Carlo V, visitato ogni giorno da centinaia di turisti. Da viale XXV luglio si arriva dritti in viale Lo Re, anch'esso fresco di lavori di rifacimento delle condotte idriche e prima ancora dei lavori di cablaggio per la fibra. I segni degli scavi sono ancora tutti, si vedono e si sentono sotto gli ammortizzatori di auto e moto, per non parlare di quello che provano i ciclisti. Strisce pedonali? Ci sono, ma non si vedono. I punti più pericolosi sono quelli nei pressi del Monumento dei Caduti e della piazzetta di Porta San Biagio. Di pedoni investiti in quella che dovrebbe anche essere una zona 30 se ne contano un bel po'. Inutile sottolineare che la situazione di rischio aumenta con il calare della sera quando l'illuminazione non è certo quella delle ore diurne e quel che resta delle strisce pedonali si riesce a vedere ancora meno.
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