Più posti letto per il Covid: «Dovremo riconvertire Copertino o Gallipoli»

Più posti letto per il Covid: «Dovremo riconvertire Copertino o Gallipoli»
di Maddalena MONGIò
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 09:32

«Se dovremo attivare i posti letto del piano della Regione previsti entro il 30 novembre, dovrà essere convertito al Covid un terzo ospedale: Gallipoli o Copertino. Certo, spero di non doverlo mai individuare». Questo lo scenario che il direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, tratteggia se come prevede il piano di Michele Emiliano - dovranno essere attivati 572 posti letto in provincia di Lecce. Un passo obbligato se le misure di contenimento non dovessereo raffreddare la curva dei contagi. Come gli altri step addirittura più ravvicinati: entro dopodomani, 6 novembre, dovrebbero essere attivati 217 posti letto, entro il 20 ben 395.
Giorni decisivi, dunque. Di più: ore delicate per il piano della seconda ondata. Ieri il dg dell'Asl Lecce ha incontrato la dirigenza dell'ospedale di Galatina dove sono stati bloccati i ricoveri dall'altro ieri e da venerdì «il pronto soccorso opererà temporaneamente quale Punto di Primo Intervento per l'accoglienza dell'utenza spontanea e l'eventuale trasferimento presso gli altri presidi ospedalieri in caso di necessità di ricovero», così come ha disposto la direzione generale.


I posti letto Covid, a Galatina, saranno in tutto 150 (comprensivi dei 12 posti letto di terapia intensiva e dei 22 posti di semi-intensiva). Invece, al Vito Fazzi di Lecce sono già attivi 40 posti in Malattie infettive e 20 al quarto piano del Dea di Pneumologia Covid che possono essere portati a 40. Galatina può arrivare a una capienza di 200, ma oltre non potrà andare. E a Lecce, tra i due poli (Fazzi e Dea), è difficile al momento immaginare altri ampliamenti.

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Dunque, bisogna andare oltre. E così per i 572 posti letto Rollo ha già verificato che l'unica opzione possibile è quella della conversione di un altro ospedale. E non solo. Rollo fa un'operazione di ingegneria logistica per fare quadrare i conti con il personale mettendo una toppa alla macroscopica carenza di specialisti.

Il punto debole, anzi debolissimo, di questa pandemia. Una carenza che parte da lontano, cioè da quei tagli alla sanità che hanno contratto il numero di specializzati. Durante il lockdown c'erano stati accesi dibattiti al punto che dai sindacati era arrivata la proposta di un percorso di formazione preferenziale per i circa 10mila camici grigi italiani (medici senza specializzazione). Poi, i contagi sono calati, le voci si sono spente e ora si fa nuovamente il conto con gli specialisti che non ci sono.


«Con lo scenario del 30 novembre accadrà quello che è accaduto in Lombardia puntualizza Rollo dove tutti gli operatori dell'area medica devono lavorare per il Covid. Nel frattempo, però, se dovremo attuare lo scenario previsto dalla Regione, dovrò convertire un altro ospedale: Gallipoli o Copertino. Superare i 200 posti letto a Galatina sarebbe troppo complicato, per questo si renderà eventualmente necessario un altro ospedale Covid. Spero di non doverlo mai individuare, anche perché le misure di blocco dovrebbero abbassare la curva. La linea è di avere sempre un 30 per cento di posti in più a disposizione per eventuali ricoveri aggiuntivi».
Resta il nodo del personale. Rollo spiega: «Bisogna utilizzare al meglio le risorse umane disponibili. Se mancano anestesisti ridurremo le attività chirurgiche: stiamo in guerra e i reparti dovranno lavorare con un'organizzazione dipartimentale per intensità di cure. Non è la soluzione ottimale, ma la coperta è corta e dobbiamo sfruttarla al meglio». Tradotto: più turni per il personale.


Intanto ieri la direzione generale ha predisposto l'allestimento a San Cesario di un ospedale con tre possibili scenari che attengono alla fase cosiddetta post-acuzie: pazienti positivi dimessi dai reparti di degenza per acuti, stabilizzati clinicamente, ma bisognosi di controllo clinico H24; pazienti dimessi dopo un accesso in Pronto soccorso, positivi, per i quali il medico di Pronto soccorso o di Malattie Infettive ritiene necessario un monitoraggio sanitario H24; pazienti positivi a domicilio, per i quali il medico Usca ritiene necessario il controllo clinico H24.


Il coordinamento operativo per la predisposizione dei posti letto dell'ospedale di San Cesario (percorsi separati, protocolli di vestizione e svestizione degli operatori sanitari), è stato affidato a Cosimo Longo, già direttore sanitario s Copertino, che dovrà occuparsi anche della formazione degli operatori Covid.

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