Omicidio del maresciallo in congedo, due indagati, la pista porta a padre e madre della donna frequentata

Omicidio del maresciallo in congedo, due indagati, la pista porta a padre e madre della donna frequentata
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Mercoledì 12 Maggio 2021, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 16:32

Ci sono due nomi iscritti nel registro degli indagati in relazione all'omicidio di Silvano Nestola, il carabiniere 46enne in congedo freddato a colpi di fucile la sera del 3 maggio scorso, mentre insieme con il figlio di dieci anni usciva, dopo cena, da casa della sorella in contrada "Tarantino" a Copertino. I due indagati sono due familiari della donna di San Donaci con cui il maresciallo (in congedo per motivi di salute) avrebbe avuto una relazione dopo la fine dei rispettivi matrimoni: la pista, dunque, porta al paese della provincia di Brindisi su cui da subito gli investigatori avevano acceso i riflettori. Si tratta del padre e della madre della ragazza: Michele Aportone e Rossella Manieri, 70 e 62 anni.

L'autopsia

L'autopsia sul corpo dell'ex carabiniere è stata fissata per venerdì, come anche la comparazione fra i due fucili sequestrati in casa di Aportone ed i bossoli delle quattro cartucce trovati sul luogo del delitto. Si stringe dunque il cerchio attorno all'assassino del maresciallo, ucciso con quattro colpi di fucile calibro 12. L'incrocio dei dati raccolti dai nuovi interrogatori di amici e parenti, perquisizioni, analisi dei tabulati telefonici e dei filmati delle telecamere di videosorveglianza recuperati dalle abitazioni presenti lungo le strade che conducono sul luogo della tragedia, nonché accertamenti bancari e altri elementi che gli inquirenti al momento mantengono top secret, dovrebbero imprimere un'accelerata nelle indagini. L'attesa è indirizzata a comprendere se ci sia compatibilità o meno tra i due fucili automatici sequestrati in casa della famiglia di San Donaci e i bossoli delle quattro cartucce trovate dietro al palo della linea elettrica dove l'assassino ha atteso nascosto prima di fare fuoco contro Nestola.

Le piste

La pista più accreditata resta quella sulla vita privata del carabiniere 46enne, non essendo stati individuati contrasti o problemi particolari negli anni di servizio nella stazione dei carabinieri di San Pietro Vernotico e nell'ultimo periodo prima del pensionamento, nel Nucleo informativo del Reparto operativo di Lecce.

Chi ha ucciso l'ex maresciallo, oltre a conoscere bene le abitudini dell'uomo che di sera andava a cenare dalla sorella, ha dimostrato di saper maneggiare il fucile. Indizi rafforzati dall'analisi sul modello di arma utilizzata: un fucile semiautomatico a canna liscia calibro 12, in vendita nelle armerie per chi ha il porto d'armi. Particolare che escluderebbe quindi l'azione della criminalità organizzata. 

I sospetti su un secondo uomo

Assodato che a sparare sia stato un solo uomo, i carabinieri di Lecce e Copertino che stanno indagando sotto il coordinamento del pm Paola Guglielmi, per non lasciare nulla di intentato valutano anche la possibile presenza di un secondo individuo sulla scena del crimine. Posto a distanza di sicurezza dal killer ma con un ruolo fondamentale nella fuga tra le vie sterrate e buie a ridosso della provinciale CopertinoSan Pietro in Lama. Dal risultato dell'autopsia si attendono maggiori riscontri.
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