Una discarica nell'oasi di Torre Guaceto. Il Consorzio: "Vecchi edifici mai bonificati"

L'intervento della Guardia costiera
L'intervento della Guardia costiera
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Giugno 2016, 17:14 - Ultimo aggiornamento: 19:45

BRINDISI - Una discarica abusiva è stata scoperta dalla guardia costiera all’interno dell’area marina protetta di Torre Guaceto, nel Brindisino. In particolare è stata individuata una zona di circa mille metri quadrati, sottoposta a sequestro, all’interno della quale erano state sversate diverse tonnellate di rifiuti edili inerti, consistenti in solette di calcestruzzo armato e laterizi, a pochi metri dal mare e a ridosso di una insenatura, in località Punta penna grossa, che ricade nel territorio di Carovigno. La zona è soggetta a vincolo paesaggistico, ma anche a speciale tutela in relazione alla sua specifica esclusività per la presenza di biodiversità uniche.

 

Il provvedimento è stato eseguito d’iniziativa dai militari, d’accordo con il pm di turno, Giuseppe De Nozza. L’area sequestrata è stata consegnata in custodia al legale rappresentante e presidente del consorzio di gestione di Torre Guaceto, Vincenzo Epifani: si indaga per individuare gli autori di quello che è ritenuto un grave deturpamento ambientale.

Ma in una nota  il consorzio di gestione dell’oasi marina protetta di Torre Guaceto chiarisce cosa è in realtà la discarica: “In località Punta Penna Grossa sul fronte opposto rispetto alle due strutture attualmente attive ed in uso al Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, già negli anni ‘40 erano presenti due edifici utilizzati dal clero, come si evince dall’immagine del 1943 e tali strutture sono state abbattute o crollate, prima del 1994”.
“I ruderi edilizi sono rimasti in loco parzialmente ricoperti di sabbia e vegetazione, come si evince anche dalle foto allegate al comunicato della Capitaneria di Porto” si legge ancora nella nota.
“Si sottolinea – va avanti -  come nel periodo in cui si è registrato il crollo delle strutture il consorzio di gestione di Torre Guaceto non era ancora costituito e la gestione dell’area marina protetta era in seno alla Capitaneria di porto di Brindisi. Inoltre, al momento della presa in carico della gestione dell’area protetta, il consorzio, pur verificando la sussistenza della problematica, non ha potuto operare alcun intervento in loco in quanto la competenza relativa al demanio marittimo risiede nelle istituzioni nazionali quali ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e relativi uffici Regionali”. Viene poi specificato che ci sono state delle sollecitazioni agli enti per giungere a una soluzione del caso e che lo stesso consorzio ha presentato progetti per la riqualificazione dell’immobile.
“Il consorzio mostra, quindi – conclude -  stupore rispetto alla dichiarazione erroneamente attribuita al presidente Vincenzo Epifani nel comunicato stampa diffuso dalla capitaneria di porto, poiché la volontà di risolvere la problematica non nasce dal sequestro effettuato dalla stessa capitaneria, a distanza di circa 15 anni dall’emersione della stessa, ma dalla volontà di risoluzione dell’annosa questione”. 

 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA