Discarica e smaltimento di rifiuti nel Salento: condannati i gestori del sito

Erano contestate a vario titolo accuse di inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose, gestione non autorizzata di rifiuti

Discarica e smaltimento di rifiuti nel Salento: condannati i gestori del sito
Discarica e smaltimento di rifiuti nel Salento: condannati i gestori del sito
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Aprile 2024, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 19:38

Condannati i gestori della discarica, assolti i sindaci e il dirigente comunale. Si è concluso così il processo che ha riguardato il centro di smaltimento di rifiuti di contrada masseria Guarini, a Cavallino. Erano contestate a vario titolo accuse di inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose, gestione non autorizzata di rifiuti. 

Le condanne

Tre anni di reclusione sono stati inflitti ad Antonio Saracino, direttore operativo e referente Ippc (Integrated pollution prevention and control) della piattaforma di trattamento dei rifiuti e discarica, situata in località “Masseria Guarini”; Gino Montinaro, rappresentante legale della società Ambiente e Sviluppo che ha gestito la discarica dal 2001 al 2014. Franco Mazzotta chimico consulente dell’impianto; 100 euro di ammenda a Giuseppe Cesario Calò, nelle vesti di amministratore unico della società Geoambiente. Stabilito un risarcimento per la Provincia di Lecce, il Comune di Cavallino e Legambiente, costituiti parte civile, da liquidarsi in separata sede, con una provvisionale di 150mila euro per ciascuno. Assoluzione per il sindaco Bruno Ciccarese Gorgoni (assistito dagli avvocati Luigi e Roberto Rella), per l’ex sindaco Michele Lombardi (difeso da Donato Sabetta) e per il dirigente del settore Lavori pubblici, Giuseppe Antonio De Giorgi (avvocato Andrea Sambati). Il giudice monocratico Bianca Maria Todaro ha anche ordinato il ripristino dello stato dei luoghi: dovranno occuparsene Saracino, Montinaro e Mazzotta. 
L’accusa in giudizio è stata sostenuta dal pm Elsa Valeria Mignone.  Le altre difese erano affidate agli avvocati Federico Massa, Viola Messa e Stefano Chiriatti. 

Due i processi, poi riuniti.

Da una parte le accuse di avere trasformato l'area di Masseria Guarini in discarica permanente delle ecoballe, nonostante il commissario delegato alla emergenza ambientale per conto della Regione l'avesse adibita allo stoccaggio temporaneo sino all'attivazione della linea di produzione di Cdr (combustibile derivato da rifiuto) - recita il capo di imputazione - della frazione secca del rifiuto urbano selezionato, previ confezionamento in balle. In tal modo sarebbe stato creato un volume complessivo di oltre 59mila metri cubi, dei quali 28.108 sotto il terreno e 37.937 in sopraelevazione. Presenti tutt'ora - siamo sempre sul fronte dell'accusa - 48.780 metri cubi di rifiuti. Dall’altra le contestazioni di inquinamento ambientale, per aver “trascurato le informazioni sul superamento della soglia di contaminazione dei parametri dell’azoto ammoniacale, del manganese e del nichel”. Ed ancora per attività di recupero di sostanze inorganiche in assenza di autorizzazione. Infine si è parlato dello smaltimento di rifiuti non pericolosi nella stessa discarica di rifiuti solidi urbani in difformità all’autorizzazione rilasciata dalla Regione. Anche la gestione degli impianti al centro del dibattimento: vasche di raccolta della pioggia colme di fango e griglie ostruite. In cattivo stato di manutenzione l’impianto di drenaggio, sollevamento e convogliamento del percolato. Le motivazioni, e quindi le considerazioni sui diversi capi di imputazione, saranno depositate in un termine di 90 giorni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA