I locali della movida sotto assedio: «Incendi per imporre la vigilanza da parte dei clan»

Tutti gli episodi sono dolosi, la pista dei clan. L’Antiracket: «La situazione è gravissima»

I locali della movida sotto assedio: «Incendi per imporre la vigilanza da parte dei clan»
di Nicola MICCIONE
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Lunedì 29 Aprile 2024, 08:02

Quattro incendi lungo la costa a nord di Bari. Altrettanti locali della movida dati alle fiamme. Non un danno totale, però: in nessun caso le strutture sono andate completamente distrutte. Ma gli arredi si sono sciolti sotto il fuoco e gli impianti, almeno in un caso, si sono inceneriti.
«La situazione è gravissima e sta peggiorando - tuona Renato De Scisciolo, presidente dell'Antiracket regionale -. Penso che i clan vogliano impossessarsi del controllo del buttafuori nei locali», un servizio di sicurezza che funziona e fa profitti grazie anche alla criminalità. Per gli investigatori, i roghi avvenuti nel corso degli ultimi ventiquattro giorni da Bisceglie a Giovinazzo passando per Molfetta, a prima vista, hanno tutte le caratteristiche di un messaggio intimidatorio.

L'intimidazione

Un messaggio per cui gli occhi sono bene aperti e le antenne sollevate. Non c’è alcun movente, per ora, nessuna richiesta estorsiva di base, né si conoscono motivi di rancore verso proprietari e gestori dei quattro locali presi di mira. 
Il primo episodio è avvenuto a Giovinazzo il 2 aprile, quando un incendio - sul quale non sembrano esserci dubbi sull'origine dolosa - è stato messo a segno ai danni del ristorante e cocktail bar Fronte del Porto, da poco riaperto per l'avvio della bella stagione. Un locale nel mare che sorge sulla riviera di Ponente, di fronte al porticciolo del paese a nord di Bari e che ha da poco cambiato gestione. Le fiamme si sono scatenate trenta minuti dopo la mezzanotte impossessandosi della struttura, danneggiando irrimediabilmente le pareti e i controsoffitti in legno, oltre alle suppellettili, ai quadri elettrici, agli impianti e alle attrezzature. L'aria, infatti, si è ben presto saturata e il forte calore ha fatto il resto. Sempre il 2 aprile e sempre a Giovinazzo è toccato al Satori Mystical Sensations Land, beach bar e events che sorge in località Trincea, lungo la riviera di Ponente: in questo caso, però, le fiamme, intorno alle 21, si sono scatenate da una Bmw Z3 parcheggiata all’interno della struttura e intestata ad uno dei proprietari del locale. E così, in pochi minuti, il rogo si è impossessato di una parte dell'area esterna, distruggendo l'arredo in legno accantonato sul suolo e, infine, annerendo alcuni alberi e parte del muro perimetrale della struttura: il rogo, secondo gli inquirenti che anche in questo caso hanno ipotizzato un atto doloso, è partito dall'auto e si è poi propagato altrove. 


Nella notte fra il 9 e il 10 aprile scorsi, invece, è stato il noto lido e ristorante Tuka Beach, in via Siciliani a Bisceglie, il teatro di un tentativo di danneggiamento della struttura attraverso un incendio doloso: le fiamme, infatti, intorno all'una, sono divampate per volere di qualcuno, ma fortunatamente, i danni riportati sono stati limitati. «Grazie alla tempestività siamo riusciti a scongiurare il peggio - hanno detto i gestori in una nota apparsa sulla propria pagina Facebook -.

Non sarà un gesto vile e codardo a fermarci». Al momento, stando anche alla dinamica del rogo, non vi sono dubbi sulla matrice dolosa dell’accaduto, ma non è ancora chiaro se il tentativo avesse fini intimidatori o se si sia trattato soltanto di una bravata.

Venerdì, invece, alle 22.30 un altro rogo ha colpito l’ennesimo locale della movida, il neonato Sacro (ha aperto i battenti sabato), sulla litoranea che porta a Giovinazzo, in località terza cala. È qui che qualcuno ha preso di mira un immobile di proprietà del titolare del ristorante Playa del Sol, ma di fatto ceduto e gestito da terze persone. Il botto sordo all'ora di cena di una bottiglia incendiaria lanciata nei pressi del bancone presente all’esterno, nei pressi del giardino, ha richiamato l'attenzione del proprietario che, con i suoi collaboratori, è corso a domare il rogo con gli estintori. Nessun dubbio sul fatto che si tratti di un incendio doloso. 

Movente e autori 


Gli interrogativi, semmai, sono quelli circa il movente e l’autore dei messaggi intimidatori da parte degli investigatori, coordinati in simbiosi dalle Procure di Bari e Trani. Certi che, nonostante si tratti di fatti con chiavi di lettura e contesti molto diversi, possa esservi un fil rouge a collegare, se non tutti, parte di questi recenti casi avvenuti tutti ai danni di locali della movida affacciati sull’Adriatico.
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