Act Blade a Brindisi: autorizzazione negata. Patroni Griffi scrive alla presidenza del Consiglio dei ministri

Un rendering del capannone che Act Blade vorrebbe realizzare a Sant'Apollinare
Un rendering del capannone che Act Blade vorrebbe realizzare a Sant'Apollinare
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 15 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:15

Si è chiusa con un nulla di fatto la conferenza dei servizi per l’autorizzazione all’insediamento di Act Blade a Sant’Apollinare, in area Zes. La società, che vorrebbe produrre a Brindisi le proprie pale eoliche, realizzate con una tecnologia innovativa, aveva chiesto una concessione demaniale di sette anni per realizzare, nel piazzale accanto al capannone ex Montecatini, una struttura temporanea all’interno della quale avviare le attività. Che, secondo le previsioni dell’azienda, dovrebbero trasferirsi dopo la prima metà del 2025 nella Zona franca doganale di Enel Logistics, area nella quale secondo le intenzioni iniziali lo stabilimento produttivo avrebbe dovuto essere realizzato fin dall’inizio.

La scelta di Sant'Apollinare

I problemi di Enel nell’infrastrutturare l’area e renderla adeguata al nuovo uso, tuttavia, hanno spinto Act Blade a cercare una soluzione alternativa. La localizzazione prescelta, tuttavia, aveva incontrato fin dall’inizio diverse difficoltà: dall’opposizione di una parte degli operatori portuali, timorosi che il nuovo capannone potesse interferire con i traffici che dovrebbero generare le nuove banchine di Sant’Apollinare (ancora non realizzate) ai pareri negativi ai pareri negativi di Comune e Soprintendenza. Pareri che, in linea di massima, sono stati confermati anche nella giornata di ieri, durante la riunione decisoria della conferenza dei servizi.

I pareri negativi di Comune e Soprintendenza

Il municipio, infatti, ha ribadito la problematica relativa alla non compatibilità con il Piano regolatore portuale vigente che, ad ogni modo, sarebbe superabile grazie al fatto che l’autorizzazione unica in ambito Zes costituisce variante urbanistica. Meno “elastica”, invece, la posizione della Soprintendenza, che ha sottolineato come il sito prescelto, oltre che con la componente “Territori costieri” del Pptr, interferisca anche con altre componenti culturali ed insediative tutelate nell’ambito del Piano paesaggistico territoriale regionale. Per non parlare della vicinanza con due siti vincolati come l’area archeologica di punta delle Terrare ed il capannone ex Montecatini. Componenti per i quali è preclusa dallo stesso Pptr la possibilità di “realizzazione di nuove costruzioni, impianti e, in genere, opere di qualsiasi specie, anche se di carattere provvisorio”.

La mediazione col governo

A questo punto, dunque, alla luce della chiusura negativa della conferenza dei servizi, attiverà la procedura di concertazione per provare a superare le problematiche che rischiano di imporre uno stop all’investimento di Act Blade a Brindisi. In particolare, l’Authority ha deciso di affidarsi a quanto previsto dall’articolo 5-bis, comma 4, delle legge istitutiva della Zes Adriatica nel caso in cui le amministrazioni coinvolte nella conferenza dei servizi “si oppongano alla determinazione motivata di conclusione della conferenza”. Sulla base di una relazione motivata, il ministro per il Sud dovrà convocare una riunione con gli enti coinvolti, che sarà preceduta da attività propedeutiche e istruttorie, svolte dal dipartimento per le Politiche di coesione della presidenza del Consiglio dei ministri, finalizzate all’individuazione “di una soluzione condivisa alla luce del principio di leale collaborazione”. Nel caso in cui, tuttavia, non si arrivi a questa soluzione, il ministero “rimette la questione al Consiglio dei ministri con propria proposta motivata”. Tutto questo “ai fini di una complessiva valutazione ed armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti”.

Le polemiche sulle competenze

Proprio su chi dovesse attivare questa procedura, oltre che su diverse altre questioni relative alle competenze di Zes e Autorità di sistema, si era scatenato nei giorni scorsi uno scontro tra il commissario della Zona economica speciale Adriatica interregionale di Puglia e Molise Manlio Guadagnuolo ed il presidente dell’ente portuale Ugo Patroni Griffi.

Quest’ultimo, nonostante la richiesta del commissario di rinviare di qualche ora la riunione della conferenza dei servizi per consentire una riunione con il dipartimento della Coesione territoriale finalizzato a chiarire le varie competenze in caso di richieste di insediamento relative all’ambito portuale, ha deciso di tirare dritto e tenere comunque la conferenza dei servizi. Tanto che la riunione inizialmente convocata da Guadagnuolo, alla fine, è stata annullata.

Il presidente dell'Authority

«La conferenza dei servizi - annuncia Patroni Griffi - si è chiusa negativamente, con la conferma dei pareri negativi di Comune e Soprintendenza. Per quanto riguarda il Comune, è venuta meno la questione del limite dei 300 metri dalla costa ma rimane l’eccezione relativa alla mancata compatibilità con il Piano regolatore portuale. Che, francamente, non comprendo alla luce di tutte le sentenze che ci sono state in merito. Ma lo stesso Comune ammette che avendo l’autorizzazione unica il valore di variante, la questione non è particolarmente dirimente. Il parere, ad ogni modo, resta negativo». Meno superabile sembra il parere della Soprintendenza. «Ma sono questi due pareri letti insieme - sostiene il presidente - che non pregiudicano solo l’investimento ma qualunque sviluppo del porto medio. La Soprintendenza ritiene di dover applicare, infatti, alcuni vincoli del Pptr in maniera talmente ampia che il problema non sarebbe più neanche la realizzazione di questo intervento temporaneo ma qualunque opera su Sant’Apollinare, presente e futura. Come ad esempio parcheggi per tir al servizio delle nuove banchine. Se venisse manutenuta questa interpretazione, il futuro del porto sarebbe totalmente compromesso: tra punta delle Terrare ed il capannone ex Montecatini non sarebbe possibile realizzare nulla. E che li facciamo a fare i nuovi accosti se non possiamo neanche realizzare dei parcheggi?».

Il sindaco di Brindisi

A spiegare la posizione del Comune è il sindaco Riccardo Rossi, che sottolinea come all’ente la localizzazione scelta sembri «non conforme al Prp». Questo, limite aggiunge tuttavia, «l’Autorità di sistema lo può superare facilmente perché, pur trattandosi dell’opera di un privato, si trova in ambito Zes e dunque è di interesse pubblico e l’autorizzazione unica costituisce variante urbanistica, un po’ come fa il Comune col piano delle opere pubbliche. Tant’è che il segretario generale Tito Vespasiani, che conduceva la conferenza dei servizi, ha chiesto alla nostra dirigente cosa sarebbe accaduto in caso di realizzazione del capannone in deroga, è stato risposto che in quel caso il consiglio comunale non potrà che prenderne atto. Ma il parere del Consiglio è una presa d’atto successiva. Il parere negativo del Comune, dunque, è superabile».

L'ottimismo di D'Attis

Fiducioso, nonostante la chiusura negativa della conferenza dei servizi, è il deputato e commissario regionale di Forza Italia Mauro D’Attis, che ricorda come «l’autorita politica delegata del governo indirà l’incontro al quale parteciperanno tutte le amministrazioni coinvolte. L’obiettivo, ovviamente, è quello di superare gli ostacoli all’autorizzazione dell’insediamento produttivo. Confido, pertanto, che anche alcuni pareri negativi espressi in sede di conferenza di servizi - soprattutto quelli degli uffici periferici dello Stato come la Sovrintendenza - vengano valutati e superati a livello centrale per consentire a Brindisi e alla Puglia di non perdere un’occasione economica così importante». 

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