Polo produttivo in area Zes: Act Blade incassa l’autorizzazione per la realizzazione delle pale eoliche a poche ore dalla scadenza

Polo produttivo in area Zes: Act Blade incassa l’autorizzazione per la realizzazione delle pale eoliche a poche ore dalla scadenza
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 12 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:46

È arrivata il 29 dicembre scorso, dunque quando i termini inizialmente previsti per la valutazione del contratto di sviluppo da parte di Invitalia erano quasi scaduti, l’Autorizzazione unica Zes per Act Blade, la società che produce pale eoliche con una tecnologia innovativa. Dopo lo sblocco da parte del ministro per il Sud Raffaele Fitto, nell’ambito delle procedure previste in caso di chiusura negativa della conferenza dei servizi all’interno della Zona economica speciale, è stato necessario infatti attendere i tempi tecnici relativi alla concessione, che richiedono la pubblicità dell’istanza nel caso in cui vi siano altri soggetti eventualmente interessati all’insediamento nell’area.


Fortunatamente per la società, tuttavia, nessuno si è fatto avanti e dunque l’autorizzazione, seppure in “zona Cesarini”, è stata formalizzata.

E così, ad oggi, tutta la documentazione è al vaglio di Invitalia, che dovrà in tempi congrui esprimersi sulla concessione del contratto di sviluppo. A quel punto, la società potrà mettersi all’opera per iniziare a concretizzare un progetto il cui iter è stato avviato ormai un paio di anni fa.

Il sito

La società, dopo un lungo peregrinare alla ricerca del sito adeguato, ha scelto Brindisi. Inizialmente, però, avrebbe dovuto insediarsi all’interno della Zona franca doganale di Enel Logistics, a Costa Morena. L’attivazione di questo progetto, tuttavia, ha incontrato diversi problemi e dunque Act Blade ha dovuto individuare un nuovo sito, almeno per un insediamento temporaneo. E l’area prescelta è stata quella del piazzale di Sant’Apollinare.


E proprio questa scelta è stata l’inizio di una vera e propria odissea. Durante la conferenza dei servizi, per l’ottenimento dell’Autorizzazione unica Zes, sono stati diversi i pareri negativi, in particolare quelli di Comune di Brindisi e Soprintendenza. Pareri che sono stati confermati poi anche durante la riunione decisoria della conferenza. Il municipio, infatti, aveva ribadito la problematica relativa alla non compatibilità con il Piano regolatore portuale vigente che, ad ogni modo, sarebbe risultata superabile grazie al fatto che l’autorizzazione unica in ambito Zes costituisce variante urbanistica. Meno “elastica”, invece, la posizione della Soprintendenza, che aveva sottolineato come il sito prescelto, oltre che con la componente “Territori costieri” del Pptr, interferisse anche con altre componenti culturali ed insediative tutelate nell’ambito del Piano paesaggistico territoriale regionale. Per non parlare della vicinanza con due siti vincolati come l’area archeologica di punta delle Terrare ed il capannone ex Montecatini. Componenti per i quali è preclusa dallo stesso Pptr la possibilità di “realizzazione di nuove costruzioni, impianti e, in genere, opere di qualsiasi specie, anche se di carattere provvisorio”.
Non solo. Almeno nella fase iniziale, infatti, non è mancata neanche la preoccupazione da parte degli operatori portuali rispetto all’utilizzo di quell’area che, almeno in teoria, dovrebbe essere destinata al traffico crocieristico. Almeno quando saranno realizzati i nuovi accosti di Sant’Apollinare.

La svolta

Alla fine, come detto, la questione è stata risolta a livello nazionale. Dopo la chiusura negativa della conferenza dei servizi, infatti, è stata attivata la procedura di concertazione finalizzata a superare le problematiche che rischiavano di imporre uno stop all’investimento. In particolare, l’Authority si è affidata a quanto previsto dall’articolo 5-bis, comma 4, delle legge istitutiva della Zes Adriatica nel caso in cui le amministrazioni coinvolte nella conferenza dei servizi “si oppongano alla determinazione motivata di conclusione della conferenza”. Sulla base di una relazione motivata, il ministro per il Sud dovrà convocare una riunione con gli enti coinvolti, che sarà preceduta da attività propedeutiche e istruttorie, svolte dal dipartimento per le Politiche di coesione della presidenza del Consiglio dei ministri, finalizzate all’individuazione “di una soluzione condivisa alla luce del principio di leale collaborazione”. Nel caso in cui, tuttavia, non si arrivi a questa soluzione, il ministero “rimette la questione al Consiglio dei ministri con propria proposta motivata”. Tutto questo “ai fini di una complessiva valutazione ed armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti”. Alla fine, tuttavia, non è stato necessario arrivare di fronte al Consiglio dei ministri. Ci ha pensato, infatti, il ministro Fitto, nella riunione preliminare, a dichiarare superate tutte le questioni sollevate da Comune e Soprintendenza.

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