Perde il lavoro come operaio e apre un ristorante a Bari vecchia: ecco la nuova vita di Vincenzo

Perde il lavoro come operaio e apre un ristorante a Bari vecchia: ecco la nuova vita di Vincenzo
Perde il lavoro come operaio e apre un ristorante a Bari vecchia: ecco la nuova vita di Vincenzo
di ​Nicola MANGIALARDI
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 09:31

Qualche anno fa perse il lavoro come operaio, nel settore dell’industria salottiera, oggi si è reinventato operatore enogastronomico, all’insegna delle tipicità baresi. È la storia di Vincenzo Allegrezza, 55 anni che all’età di 20 inizia a lavorare, a Bitonto, come operaio con due salottifici. Prima con la “Italdesign” e, poi, passa alla “Design2000”. 

Com'è andata


Tutto è andato bene per 28 anni fino a quando, sette anni fa, la crisi del comparto dell’arredamento lo lascia senza lavoro.

Vincenzo, ormai, alle porte dei suoi 50 anni non si perde d’animo. Lui con la sua famiglia abita, da trent’anni, nel borgo antico della città, nei pressi della Basilica di San Nicola, al primo piano e a pian terreno è proprietario di un locale che a Bari vecchia si chiama sottano alla strada. Sono gli anni nei quali il turismo in quella zona della città inizia a decollare. Le navi da crociera sbarcano centinaia di passeggeri alla settimana, molti di loro, vogliosi di “baresità” soprattutto da degustare. A quel punto, l’ex operaio, insieme alla moglie Grazie e ai suoi due figli Elvira e Gaetano, intuisce che era il momento opportuno per cogliere questa ghiotta occasione e si rimbocca le maniche e decide di reinventarsi un lavoro. Prende una licenza di somministrazione di alimenti e bevande e, scimmiottando il suo cognome che mescola con le sue caratteristiche caratteriali, apre “l’Allegrezza”, un’attività di vendita e somministrazione di prodotti tipicamente baresi. A dargli una mano, tutta la famiglia. 


Vincenzo mette mano ai suoi risparmi di una vita e compra banconi e frigo per poter avviare la nuova attività. Lui, prima si mette alla ricerca dei più’ tradizionali prodotti tipici della città. «solo con la formazione basata essenzialmente sulla sua forza di volontà, in poche settimane, si imbarca nella sua nuova avventura lavorativa supportato da moglie e figli e sotto la sapiente guida di mamma Elvira che abita dietro l’angolo. In men che non si dica, il sogno di tornare a vivere serenamente con il frutto del suo lavoro si avvera. Iniziano ad arrivare i primi clienti che comprano le immancabili orecchiette, le bottiglie di liquore di limone e di amari della murgia, la focaccia, i panzerotti, la pizza di cipolle, Gli avventori crescono incoraggiati, anche, dai modi semplici, gentili e genuini con i quali questa famiglia si pone nei confronti della clientela. Con l’arrivo dei turisti stranieri, Vincenzo impara, anche, qualche parola in inglese che gli permette di rispondere e soddisfare le richieste della clientela che arriva dall’estero. La moglie Grazia, dal canto suo, mentre i figli si occupano della cassa e del magazzino e Vincenzo, con il suo inseparabile motorino, è in giro a fare gli acquisti dei prodotti, si ingegna nel preparare alcuni piatti tipici della cucina barese come la tiella di riso patate e cozze, orecchiette con ragù e braciola di cavallo o di vitello, la parmigiana e i cavatelli con le cozze. Un menù quello dell’ex operaio disoccupato che è condito solo dalla voglia di lavorare all’insegna della più tipica baresità.
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