Zes jonica, sette aziende pronte a investire

Zes jonica, sette aziende pronte a investire
di Domenico PALMIOTTI
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Sabato 18 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:21

Quattro domande, da parte di altrettante imprese, per insediarsi nell’area della Zona economica speciale (Zes). Tre manifestazioni di interesse per ulteriori investimenti. Il progetto Ferretti, per la costruzione degli scafi degli yacht, al giro delle firme per avviare l’accordo su bonifica e riconversione industriale dell’ex yard Belleli in base al Codice per l’Ambiente. 

L'annuncio

«Ho firmato l’accordo di programma per la messa in sicurezza e la riconversione industriale dell’area ex yard Belleli - annuncia il ministro per il Sud, Mara Carfagna -. Consentirà di avviare il processo di insediamento dei nuovi cantieri navali del gruppo Ferretti in grado di dare lavoro - secondo le stime - a circa 200 persone». L’accordo prevede la firma anche dei ministri dello Sviluppo economico, della Transizione ecologica, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, oltre che di Anpal, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, Invitalia e gruppo Ferretti. Completate le procedure di sottoscrizione, sottolinea il ministero, «sarà avviato un cronoprogramma ben definito che prevede un parziale avvio delle attività dei nuovi cantieri navali già entro 19 mesi e la piena operatività in 28 mesi».


«Si muovono interessi ed iniziative attorno all’area del porto» dichiara a Quotidiano il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, dopo l’incontro, ieri, col commissario della Zes, Floriana Gallucci, che la prossima settimana avrà un incontro in Confindustria Taranto. «Le quattro domande di investimento per la Zes - spiega Prete - riguardano un’attività di logistica e l’Ecoindustrial Park, ovvero l’ex Distripark.

Abbiamo poi due impianti industriali di economia circolare. Le tre manifestazioni di interesse, invece, sono relative a due attività di logistica e ad una di cantieristica ma sono ancora in una fase embrionale. La Zona economica speciale è già operativa - aggiunge Prete -. Le aziende che vogliono insediarsi, possono presentare domanda. Non funziona ancora, perché è in via di completamento lo sportello unico digitale». 


L’incontro tra Prete e Gallucci è approdato alla firma di un protocollo d’intesa per azioni comuni circa la promozione e la gestione della Zes. Che con 2.579,41 ettari, di cui 1.518,41 in Puglia, ed il porto di Taranto come riferimento, copre due regioni: Puglia e Basilicata. Relativamente alle domande degli investitori, si è concordato che l’Authority si doterà di un regolamento per disciplinarne la gestione e gestire le procedure amministrative. Inoltre, presidente Authority e commissario Zes effettueranno “iniziative di marketing e promozione condivise”. Col protocollo, dice Prete, «possiamo accelerare l’iter delle istanze degli operatori e delle imprese che vogliono sviluppare attività nelle aree Zes». Quest’ultima, dice Prete, è «un’opportunità di elevato valore strategico per il territorio e contribuirà a valorizzare ulteriormente il patrimonio logistico ed infrastrutturale del porto».
«Con questo protocollo - aggiunge il commissario Zes, Gallucci - si è formalizzato l’impegno con il presidente Sergio Prete ad intraprendere in modo condiviso ogni iniziativa di marketing».
Per Ferretti, invece, dopo il reperimento delle risorse che mancavano all’investimento, che attinge a risorse pubbliche e private - operazione, questa, avvenuta lo scorso dicembre col definanziamento del progetto dell’acquario green all’interno del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto -, e dopo la registrazione, ad aprile, della relativa delibera da parte della Corte dei Conti, «è cominciato il giro delle firme, che non sono contestuali, per l’avvio dell’intervento di bonifica dell’ex yard Belleli - afferma Prete -. Come Authority saremo tra gli ultimi a firmare insieme al gruppo Ferretti».
«Il risultato è stato possibile anche grazie al finanziamento di 14,2 milioni di euro approvato nell’ambito del Cis Taranto a seguito di una riprogrammazione delle risorse voluta dal ministro Carfagna per accelerare gli interventi più strategici ed evitare uno spreco» commenta Vito De Palma, consigliere regionale pugliese di Forza Italia. «Continuiamo a lavorare su questa linea in maniera concreta».
Ieri, inoltre, l’Autorità portuale ha firmato un protocollo anche con la Guardia di Finanza. Riguarda il monitoraggio degli investimenti infrastrutturali alla luce delle risorse del Pnrr e della loro “gestione corretta”. «Ammontano a circa 140 milioni i fondi del Pnrr per il porto - afferma Prete -. Riguardano le infrastrutture primarie dell’ Ecoindustrial Park per circa 50 milioni, le due dighe foranee, levante e ponente, e l’elettrificazione delle banchine. Per le dighe, sono rispettivamente 20 milioni e 15,700 milioni, mentre per l’elettrificazione delle banchine, tra quelle pubbliche e in concessione, molo polisettoriale e pontili petroli, c’è un totale di 55 milioni di cui 35 per gli approdi pubblici». Insieme a Prete, ha firmato il generale di divisione Francesco Mattana, comandante regionale in Puglia della Guardia di Finanza. Ci saranno controlli che permetteranno «di attuare sinergicamente - spiega l’Autorithy in una nota - un’opportuna azione di prevenzione e di contrasto a qualsiasi tentativo di utilizzo irregolare o fraudolento dei fondi disponibili e di infiltrazione delle organizzazioni criminali». Allo stesso tempo, si eviteranno «malversazioni di risorse economiche destinate alla crescita della competitività del territorio».
In particolare, nell’ambito degli interventi sovvenzionati dal Pnrr e dal fondo complementare nazionale, sarà intensificato un flusso informativo a favore della Guardia di Finanza quale forza di polizia economico-finanziaria specializzata nella tutela della spesa pubblica nazionale e dell’Unione Europea. Sarà così “rafforzato il sistema di monitoraggio e di vigilanza sull’esecuzione delle opere pubbliche o di servizi connessi”. Le Fiamme Gialle, prevede il protocollo, “potranno utilizzare i dati acquisiti per completare le rispettive analisi di rischio autonomamente elaborate. In tal modo, verrà rafforzata l’azione di prevenzione e repressione degli illeciti economici e finanziari in danno del bilancio nazionale e dell’Unione europea”. Infine, “nel rispetto del segreto investigativo”, la Finanza girerà all’Autorità portuale “le risultanze emerse” dalle verifiche effettuate.

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