Pressioni per pilotare le indagini, il procuratore Capristo prepara la difesa: mercoledì davanti ai giudici

Pressioni per pilotare le indagini, il procuratore Capristo prepara la difesa: mercoledì davanti ai giudici
di Francesco CASULA
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Lunedì 25 Maggio 2020, 20:55
Sarà interrogato mercoledì mattina il procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, arrestato il 19 maggio scorso per un presunto tentativo di «aggiustare» un procedimento aperto dal pubblico ministero Silvia Curione, in servizio nella procura di Trani che Capristo aveva guidato fino al 2016. Accompagnato dal suo difensore, Antonella Pignatari, il magistrato dovrà comparire dinanzi al gip Antonello Amodeo per l’interrogatorio di garanzia.

Già nelle ore successive alla notifica degli arresti domiciliari, Capristo aveva negato ogni addebito e annunciato che si sarebbe difeso a spada tratta per dimostrare la sua piena estraneità alle accuse. Nei giorni scorsi, inoltre gli altri quattro indagati, finiti come lui ai domiciliari, negli interrogatori hanno fornito una versione dei fatti che sembra in sostanza descrivere il coinvolgimento di Capristo come un grande equivoco nato dal fraintendimento delle loro azioni.

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Tutto era cominciato con la «visita» dell’ispettore di polizia e autista di Capristo, Michele Scivittaro, nell’ufficio della pm Curione affinchè desse rapidamente seguito alla denuncia per usura presentata dai tre fratelli imprenditori Cosimo, Giuseppe e Gaetano Mancazzo nei confronti di un altro soggetto. In quell’ufficio, il 16 aprile di due anni fa, si presentò Scivittaro, uomo di fiducia dell’ex capo degli inquirenti sin dai tempi in cui l’alto magistrato prestava servizio come capo della Procura di Trani. A nome del procuratore, avrebbe richiesto il buon esito del procedimento nato da una denuncia per usura dei Mancazzo. Per l’accusa ipotizzata dalla procura di Potenza, l’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere l’incriminazione dell’uomo denunciato e spianare così la strada agli imprenditori per ottenere le garanzie riconosciute dalla legge alle vittime di usura. Un disegno a cui, secondo la procura guidata dal procuratore Francesco Curcio, si sarebbe prestato Capristo mettendo sul piatto la sua influenza e la presunta rete di «fedelissimi».

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Scivittaro, assistito dall’avvocato Giuseppe Giulitto, nel suo interrogatorio ha confermato quell’incontro con la pm di Trani, ma ha aggiunto che si è trattato di una sua libera iniziativa di cui Capristo era completamente all’oscuro. Quella «visita» al pm, si trattò insomma di una sua idea per chiedere esclusivamente informazioni sulla denuncia degli imprenditori, suoi compaesani e amici di vecchia data. Questi ultimi, nel corso del loro interrogatorio, avrebbero ammesso di aver confidato la vicenda giudiziaria all’agente aggiungendo che l’interessamento sarebbe scattato solo per comprendere l’esito della denuncia formulata un anno prima. Insomma più che di uno scandalo, secondo gli indagati, si tratterebbe di un grosso equivoco. Così come sarebbe da rivedere anche la portata dei loro colloqui intercettati, comunque successivi all’archiviazione della denuncia per usura. Dichiarazioni che, in buona sostanza, rappresentano un assist per la difesa di Capristo che domani proverà a ribattere a quanto ricostruito dalla procura di Potenza che ha coordinato le indagini dei finanzieri e della Squadra mobile del capoluogo lucano. Per gli inquirenti guidati da Curcio, però, le cose non stanno così: nelle numerose pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, del resto, non sono pochi gli «omissis» a testimonianza del fatto che la procura potrebbe avere in mano anche altri elementi.
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