Dalla politica fino al Csm, i contatti per aiutare Capristo: la ricostruzione delle mosse di Amara

Dalla politica fino al Csm, i contatti per aiutare Capristo: la ricostruzione delle mosse di Amara
Dalla politica fino al Csm, i contatti per aiutare Capristo: la ricostruzione delle mosse di Amara
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:52

La mancata nomina nel 2015 a procuratore generale di Bari l’aveva vissuta come «un’ingiustizia», ed è a questo punto che nasce «l’accordo corruttivo» tra l’ex procuratore capo di Trani e Taranto, Carlo Maria Capristo, e l’avvocato siciliano Piero Amara. Con il legale pronto a raccomandare il suo amico magistrato a consiglieri del Csm, politici, magistrati o a persone ritenute comunque in grado di influire sulle scelte dei componenti di Palazzo dei marescialli.

La ricostruzione

 

La ricostruzione è fatta dalla Procura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta che, ieri, ha portato all’obbligo di dimora per Capristo e all’arresto del legale Amara e del poliziotto Filippo Paradiso. Capristo, dopo Trani e la “bocciatura” alla Procura generale, puntava alla guida dell’Ufficio inquirente di Firenze o di Taranto; per realizzare questa ambizione si sarebbe attivato l’influente avvocato Amara che – secondo quanto si legge nell’ordinanza – avrebbe utilizzato tutti i suoi contatti con politici e magistrati per sponsorizzare la candidatura di Capristo. Per il legale era quasi vitale che il magistrato fosse trasferito a Taranto, dove era in corso l’inchiesta ex Ilva (Amara è stato consulente legale di Ilva quando l’azienda era in amministrazione straordinaria). «Risulta sussistere a parere del gip – si legge nell’ordinanza - un quadro di gravità indiziaria circa il concreto e fattivo interessamento di Amara e Paradiso per la nomina di Capristo quale procuratore di Taranto, strumentale ad interessi economici di Amara verso le sue società e verso l’Ilva nonché al consolidamento del potere di Capristo con consequenziale capacità di elargire favori alla sua cerchia di fedelissimi».

Amara e Paradiso avrebbero messo in atto «un’incessante attività di raccomandazione, persuasione e sollecitazione» in favore di Capristo «su membri del Csm (da loro conosciuti direttamente o indirettamente) e su persone «ritenute in grado di influire su questi ultimi». Tra le persone che sarebbero state contattate, direttamente o indirettamente, ci sono la presidente del Senato Elisabetta Casellati, gli ex ministri Luca Lotti e Francesco Boccia, Denis Verdini, l’imprenditore fiorentino Andrea Bacci, l’ex magistrato Luca Palamara. È bene precisare che nessuno dei politici, imprenditori e magistrati citati è coinvolto nell’indagine: «Deve tuttavia essere precisato - sottolinea il giudice nell’ordinanza - sia in fatto che in diritto che l’attivazione Amara-Paradiso con attività di lobbing per la nomina di Capristo a Taranto non implica alcuna indagine sulla validità della nomina o la liceità della condotta dei membri del Csm, questione estranea alla richiesta del pm nel presente procedimento e in relazione alla quale non viene delineato alcun profilo di rilevanza penale, che del resto esulerebbe dalla competenza di quest’Ufficio. Quello che rileva in questa sede è dimostrare che Amara e Paradiso - quale contropartita di altri favori giudiziari - si siano spesi concretamente per agevolare Capristo nelle sue aspirazioni di carriera».

«Per quanto io ricordi», Filippo Paradiso «non ha mai interloquito con me in ordine alle domande presentate dal dottor Capristo». È quanto ha affermato Casellati sentita dai pm di Roma lo scorso luglio in relazione alla nomina del procuratore di Taranto da parte del Csm, di cui all’epoca era membro. Il verbale è riportato nell’ordinanza. Paradiso, secondo le carte della procura di Potenza, è l’uomo che Amara utilizza per stabilire i contatti con politici e magistrati e sponsorizzare la candidatura di Capristo.

Quanto alla nomina di Capristo, Casellati risponde ai magistrati che è stata relatrice della pratica relativa al Pg di Bari, e «in quell’occasione la mia proposta, che era la nomina di Capristo, risultò perdente».

Poi, aggiunge: «Capristo venne nominato all’unanimità a Taranto anche se in questo caso io non ero il relatore». Secondo l’avvocato Giuseppe Calafiore, stretto collaboratore di Amara, il legale siciliano si rivolse indirettamente anche a Boccia. L’ex ministro ascoltato il 21 luglio 2020 «ricordava di essersi interessato per la nomina di Capristo quale procuratore di Taranto, ma non rammentava se la sollecitazione provenisse da Capristo o da Paradiso o da entrambi. Ammetteva di avere, pertanto, chiesto alla Balducci, componente del Csm, aggiornamenti sul punto, ricevendo comunicazione che Capristo era uno dei “papabili”». Boccia, tuttavia, «escludeva di avere fatto pressioni su membri del Csm e di essere intervenuto su Lotti, compagno di partito, per favorire la nomina di Capristo». Sempre Calafiore riferisce di un fugace incontro, senza alcun esito, tra Capristo e Lotti in una trattoria romana.

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