Il procuratore Capristo respinge tutte le accuse: «Vado in pensione»

Il procuratore Capristo respinge tutte le accuse: «Vado in pensione»
di Mario DILIBERTO
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Maggio 2020, 10:21
Un'ora di confronto con il gip di Potenza per respingere fermamente le contestazioni alla base del suo arresto. Ma anche per comunicare al giudice la scelta di lasciare i ranghi della magistratura, imboccando la strada del pensionamento.

Questi gli ingredienti dell'interrogatorio reso ieri pomeriggio dinanzi al gip di Potenza Antonello Amodeo dal procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo, ai domiciliari da dieci giorni.
Il confronto è andato avanti per circa un'ora e al termine il legale del magistrato, l'avvocato Angela Pignatari, ha sottolineato come Capristo, nonostante i problemi di salute, abbia voluto rispondere alle domande del gip per chiarire gli aspetti della vicenda che lo vede indagato. È stato lo stesso difensore, inoltre, a spiegare la scelta della domanda di pensionamento. Richiesta pronta «a causa delle condizioni di salute, ma - ha spiegato la legale - il tutto è stato accelerato anche per tutelare l'immagine della Procura di Taranto. Per questo tramite me, il procuratore ha inoltrato domanda di pensione».

L'alto magistrato dallo scorso 19 maggio è ai domiciliari, con altre quattro persone, tre imprenditori e un poliziotto, con l'accusa di induzione indebita. I suoi colleghi della procura di Potenza gli contestano un tentativo di aggiustare il procedimento nato dalla denuncia di quei tre imprenditori di Bitonto.
Secondo gli inquirenti, Capristo avrebbe spedito dal pm di Trani Silvia Curione, titolare di quel fascicolo, il suo poliziotto di fiducia con il compito di recapitarle la richiesta di agevolare quei tre imprenditori. Accusa che l'oramai ex procuratore capo di Taranto ha negato con decisione.

Durante il suo interrogatorio ha escluso categoricamente di aver dato incarichi al poliziotto, così come ha spiegato di essere rimasto sorpreso da alcune circostanze sui rapporti con uno dei suoi sostituti, emersi come negativi nei dettagli riportati nell'ordinanza di custodia cautelare. Ha ribadito, comunque, di non aver inviato alcuna richiesta.

Dichiarazione che, peraltro, collima con i contenuti dell'interrogatorio reso dall'agente finito ai domiciliari che, pur ammettendo la visita al pubblico ministero, aveva escluso di aver fatto pressioni ma di aver solo chiesto informazioni. Aggiungendo di essersi presentato dalla pm di Trani di sua iniziativa e non a nome di Capristo.

Sul tavolo, nel corso del confronto del procuratore con il gip, poi, anche l'accusa relativa agli straordinari che avrebbe firmato per quel poliziotto diventato negli anni la sua ombra.
Il procuratore ha spiegato di aver vistato gli statini senza sospettare che potessero essere irregolari, anche sulla base del rapporto di piena fiducia che si era cementato negli anni con l'agente. A questo ha aggiunto di non aver mai avuto sentore o indicazioni da alcuno che in quegli straordinari potessero essere irregolarità.

Al termine dell'interrogatorio, infine, l'avvocato Pignatari ha formulato la richiesta di revoca della misura cautelare dei domiciliari. Una istanza sulla quale, ovviamente, sotto il profilo della valutazione delle esigenze cautelari, è destinata ad avere un peso la domanda di pensione presentata da Capristo.
Sulla richiesta ora giungerà il parere della procura e nei prossimi giorni la decisione del gip Amodeo. Oggi, intanto, potrebbero essere depositate le richieste di Riesame da parte degli indagati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA