Baroni: «Sono tornato nel Salento per vivere una gioia così»

Baroni: «Sono tornato nel Salento per vivere una gioia così»
di Tonio DE GIORGI
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Sabato 7 Maggio 2022, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:02

È la Serie A di Marco Baroni. La più pesante perché raggiunta in una piazza esigente come Lecce. Che lui conosceva. Dove lui aveva già vinto da calciatore. Ma da allenatore è diverso, le responsabilità sono altre. Tante. Ha vinto la sua scommessa. Ha raccolto il guanto di sfida quando il club giallorosso gli ha proposto l’estate scorsa un anno di contratto. E ora? Adesso c’è tempo per pensarci. Ora è il momento di godersi la grande gioia di aver riportato il Lecce in Serie A.

Le parole del mister


«Io e il direttore abbiamo un grande rapporto - spiega nella pancia del Via del Mare nel dopo partita -, mi stimola sempre, ogni tanto ci si abbaia anche forte, quando ci “cozziamo, ci scozziamo” - ride il mister -, è un grandissimo. Gli avevo fatto una promessa, era giusto riportare lui nel suo campionato, che ha sempre fatto, nella sua città, che voleva riportare in Serie A. E adesso? Ci siamo guardati, parlati. Io e lui avevamo già avuto un contatto precedente, ma non quando è tornato al Lecce ho visto nei suoi occhi la stessa fame che avevo io. E non ci ho pensato un secondo. Gli ho detto: partiamo insieme, in un ambiente verso il quale avevo un debito. Adesso siamo in Serie A, pensiamo a questo, che è una cosa bella. Gli avevo fatto una promessa: di portarlo a casa sua, cioè la Serie A».


A fine partita, davanti a quella panchina che lo ha visto tribolare per una intera stagione, lo ha raggiunto proprio Pantaleo Corvino, colui che lo ha messo al comando della squadra giallorossa. Un abbraccio fortissimo, intenso. «Abbiamo dimostrato di meritare questo campionato - sostiene -, anche negli scontri diretti abbiamo fatto sette vittorie, cinque pareggi. Anche prima di questa partita sentivo fiducia, non ero preoccupato. Abbiamo fatto bene, avuto tante occasioni. Era giusto festeggiare davanti a questa gente, c’era un’energia meravigliosa, pazzesca. Sono contento per tutti: tifosi e la società». E il suo Lecce se ne va in Serie A come ha cantato la Curva Nord che ha ringraziato la squadra per la splendida impresa. «Questo gruppo mi ha seguito, attraverso il lavoro, mi ha stimolato tantissimo, ho trovato dei ragazzi con la voglia di allenarsi e di migliorarsi. Prima della partita li ho ringraziati e ho detto loro che ero orgoglioso della mia squadra e del lavoro fatto insieme. Dopo sarebbe stato facile. Ho voluto dirglielo prima. Questo è il momento di gioire. Quando sono arrivato io c’era un programma triennale. Tutti abbiamo fatto un grande lavoro. La squadra ha fatto calcio anche contro il Pordenone».

La notte più bella: capolavoro da A


Il gol promozione lo ha segnato Majer, il quale da diverse partite aveva perso il posto da titolare. «Zan ha tutta la mia stima - ribadisce Baroni -, era in un momento non facile, ma oggi era la sua partita. Se la meritava più di me questa me questa gara. È qui da tre anni. Mi è piaciuto, ha fatto una grande partita». Ieri sera Baroni ha stabilito un primato difficile da battere: quello di aver vinto il campionato prima da calciatore e poi da allenatore. «Conoscevo il peso di questa maglia - continua -. Anche i valori che bisogna portare sul campo. Sono arrivato qui 34 anni fa da calciatore, mi è stato dato tanto, anche come uomo. Avevo un debito con loro. Sono tornato, e stasera facciamo festa. Il Salento è straordinario, ha un pubblico meraviglioso. Abbiamo fatto 277 allenamenti insieme, 22 mila e 700 minuti. Tutto questo tempo che abbiamo trascorso insieme era per giocare questa partita. Ed era giusto che ce la giocassimo insieme alla nostra gente, con serenità, con la determinazione che ci ha sempre contraddistinto. Complimenti ai ragazzi e al meraviglioso pubblico del Via del Mare».
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