Tavolate a pranzo e cena? Si può, fra parenti e in zona bianca. In Puglia resta il limite di 4 commensali

Tavolate a pranzo e cena? Si può, fra parenti e in zona bianca. In Puglia resta il limite di 4 commensali
di Paola COLACI
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Venerdì 4 Giugno 2021, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 12:35

Nessun limite alle tavolate all’aperto in zona bianca. Nei ristoranti al chiuso, invece, allo stesso tavolo potranno sedere al massimo 6 persone. Tranne i casi di due nuclei famigliari o conviventi, il cui numero può anche essere superiore. È questo, in sintesi, l’accordo raggiunto ieri tra governo e Regioni a margine di un confronto serrato per sciogliere il rebus dell’interpretazione restrittiva al numero di commensali fornita nei giorni scorsi dal ministero della Salute. Apertura che al momento è valida solo in zona bianca. E non in Puglia dove il limite di commensali al ristorante - tanto all’interno quanto all’esterno - almeno per il momento resta fissato a 4. Per tavolate e pranzi e cene allargati si dovrà attendere almeno sino a lunedì 14 giugno, data del probabile passaggio della regione in zona bianca. Oppure il 21 giugno, quando in coincidenza con l’eliminazione del coprifuoco in tutta Italia dovrebbe saltare anche quest’ultimo limite.

Le attività in attesa

 


Ancora nulla da fare per i titolari e gestori di 22mila attività di ristorazione pugliesi, i quali in vista del prossimo weekend attendevano il confronto di ieri per avere indicazioni certe rispetto alla gestione delle prenotazioni e alla definizione di spazi e posti a sedere. Ma tant’è.
La proposta di superare il limite di 4 commensali a tavola avanzata ieri mattina dai tecnici della Conferenza delle Regioni in sede di tavolo tecnico con i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Maria Stella Gelmini è stata accolta solo in parte. E ciò, nonostante prima del confronto con i governatori lo stesso Speranza si fosse dimostrato più possibilista rispetto alla linea prudenziale e orientata al massimo rigore adottata nei giorni scorsi. «Le cose vanno meglio, ora occorre proseguire in un percorso di gradualità, perché è giusto riaprire ma passo dopo passo visto che un passo troppo lungo ci potrebbe far pagare un prezzo», aveva spiegato il ministro. Ma alla fine sul caso dei commensali ai tavoli nei locali, quello siglato ieri è stato un compromesso che trova applicazione solo in zona bianca. Per parte sua il rappresentante dei governatori, Massimiliano Fedriga, insiste sul punto e rilancia sull’opportunità di valutare l’abolizione di limiti all’aperto anche per le zone gialle proponendo un tavolo tecnico nazionale. Ma la decisione per ora sembra rimandata.
Nell’attesa che da Roma qualcosa accada, in Puglia c’è scetticismo e perplessità tra i rappresentanti delle associazioni datoriali e di settore.

Nella prospettiva di una decisa ripartenza del Paese, in vista della stagione turistica alle porte e con la campagna vaccinale che in Puglia continua a procedere spedita al ritmo di migliaia di somministrazioni al giorno, si fa fatica a comprendere il principio alla base di quella che viene considerata una vera e propria disparità di trattamento.

Le associazioni di categoria


«Seppure da sempre siamo convinti della necessità di adottare una linea prudenziale e orientata alla graduale ripresa di tutti i settori produttivi - riflette Massimo Salomone, coordinatore del gruppo tecnico Turismo di Confindustria Puglia - lascia in qualche modo perplessi l’eccessiva linea della prudenza adottata dal ministero della Salute in merito alla questione dei commensali a tavola. E ciò è ancora più vero se si considera l’efficienza con la quale la campagna vaccinale in Puglia sta procedendo». Un esempio per tutti? «La velocità di somministrazione delle dosi negli hub e la ferma volontà della Regione di avviare e portare a termine in pochi giorni la vaccinazione per i maturandi - chiarisce Salomone - Alla luce di queste considerazioni oggettive, dunque, si poteva immaginare di accantonare limiti tanto rigidi per le attività di ristorazione». 
Dello stesso avviso anche il direttore regionale di Confesercenti Puglia, Salvatore Sanghez: «Queste norme non solo sono eccessive, ma anche inapplicabili poiché rischiano di generare caos e confusione non solo tra i titolari e gestori delle attività di ristorazione ma anche tra gli stessi operatori di polizia deputati al controllo - evidenzia Sanghez - Sarebbe opportuno, dunque, equipararle almeno per le attività di ristorazione all’aperto. Anche se ormai anche la distinzione tra locali all’aperto e al chiuso non ha più motivo di esistere». Dunque, un esempio pratico per chiarire meglio la questione: «Una tavolata di amici o famigliari che al ristorante è costretta a pranzare o cenare occupando tavoli diversi - spiega il direttore di Confesercenti - fuori dal locale comunque non rispetterà il distanziamento. Questi limiti sono solo penalizzanti solo per la categoria dei ristoratori. A ciò si aggiunga la questione dei vaccini: buona parte dei pugliesi ormai ha ricevuto almeno la prima dose e anche i turisti con buona probabilità sono immunizzati. Che senso ha, dunque, con queste restrizioni? È un’assurdità». 

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