«Il vaccino nei luoghi di vacanza? Solo per soggiorni lunghi». Operatori turistici scettici

«Il vaccino nei luoghi di vacanza? Solo per soggiorni lunghi». Operatori turistici scettici
di Rita DE BERNART
4 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Giugno 2021, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 06:44

«Il richiamo del vaccino in vacanza? Deve essere un’eccezione, e solo per soggiorni lunghi». Se da un lato il generale Paolo Figliuolo apre un nuovo spiraglio alla possibilità di somministrare le seconde dosi ai turisti, dall’altra invita le Regioni ad una maggiore flessibilità nelle procedure di prenotazione, attraverso i diversi canali, portali, farmacie, call center, che consentano ai cittadini di scegliere la tempistica vaccinale, proprio per evitare grandi flussi che chiedono di ricevere la dose in altre sedi. Dalla Conferenza delle Regioni è pronta però la proposta relativa proprio alla possibilità di vaccinarsi nei luoghi dove si trascorrono le vacanze. Il commissario per l’emergenza si è detto «a piena disposizione per fare in modo che la logistica possa essere veloce e flessibile, e quindi andare incontro alle esigenze dei cittadini». Obiettivo prioritario di Figliuolo è evitare che la campagna vaccinale rallenti con le vacanze, per questo ha chiesto di allargare soprattutto per i più giovani il range tra la prima e la seconda inoculazione fino alle 12 settimane. 

Le reazioni 


Una notizia accolta tutto sommato positivamente dagli operatori turistici che vedono questa opzione soprattutto come un buon veicolo di promozione e incentivo a prenotare la vacanza. Ma ci sono anche diverse perplessità legate alla definizione di ciò che rappresenta l’eccezione e alla reale capacità della macchina organizzativa regionale di attuare questa ipotesi senza creare disagi al turista stesso e, di conseguenza, un danno di immagine. «Da rappresentante della categoria e operatore - commenta Francesco De Carlo di Asshotel Puglia - non posso che accogliere positivamente questa notizia che di certo può essere un incentivo a chi sceglie di venire in Puglia e prenota con maggiore tranquillità.

Ma ci sono anche delle perplessità e delle situazioni da valutare perché dare questa possibilità potrebbe diventare anche un boomerang per il turismo. Pensiamo ad esempio al fatto che se a causa di questo dovessero poi mancare dosi per altre categorie che pure hanno il diritto di ricevere i vaccini. O ancora ci chiediamo se la macchina regionale, quella pugliese come quella in generale di tutte le regioni, sia in grado di organizzare un meccanismo senza sbavature e disagi per il cliente che potrebbero portare ad un danno di immagine. Va fatto solo a patto che la macchina organizzativa sia perfetta». Se un turista sceglie un piccolo centro ad esempio, si chiedono gli imprenditori, quanti chilometri dovrà fare per fare il vaccino? Con quale tempistica? Quante ore dovrà attendere? E se, peggio, qualcosa dovesse andare storto, avrebbe vanificato un giorno di vacanza. 


In questa ottica, forse potrebbe inquadrarsi la possibilità, sempre suggerita dal commissario, di dare questo servizio solo a chi ha scelto un soggiorno lungo di almeno due o tre settimane. «Questa apertura - spiega Pierangelo Argentieri di Federalberghi Brindisi - probabilmente è figlia del fatto che avendo aperto alle vaccinazioni per tutte le fasce d’età si possa cominciare a ragionare in maniera differente. Riguardo all’eccezione, in Italia spesso si comincia così per poi dare spazio a tutti. Certamente occorrono regole e indicazioni chiare sin da subito qualora si dovesse decidere per questa strada. In realtà però siamo ancora in attesa dei nuovi protocolli, ci sono anticipazioni e indiscrezioni ma niente di serio. Sembrerebbe quasi che in vista di un miglioramento della situazione generale si stia temporeggiando per evitare di dare criteri restrittivi che poi debbano essere di nuovo allentati. La percezione che abbiamo comunque è positiva».
Considerata poco realistica invece l’idea di dare questa opportunità solo a chi prenota per lunghi periodi. «Molta gente non riuscirà affatto ad andare in vacanza - dice Cosimo Ranieri di Confindustria turismo Bari - e chi lo farà tendenzialmente non lo farà per più di una settimana, salvo alcuni target più elevati. In ogni caso apprezziamo la disponibilità del generale. Sapere di avere una possibilità in più di spostare il vaccino o poterlo fare in vacanza può sicuramente essere un incentivo per il nostro settore. Non saranno tantissime le persone a cui capiterà che coincidano data del vaccino e periodo di vacanza. Ma tanti nel dubbio sono titubanti nel prenotare. Se questo non creerà problemi all’organizzazione generale della campagna vaccinale ben venga».

© RIPRODUZIONE RISERVATA