La sfida del multisala al Governo: «Restiamo aperti: fate come noi»

La sfida del multisala al Governo: «Restiamo aperti: fate come noi»
di Attilio PALMA
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Lunedì 26 Ottobre 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 17:42

«Noi resteremo aperti». Nuovo stop ai cinema, ma da Taviano, nel Salento, monta la protesta contro il governo. Il Multiplex Teatro Fasano non chiuderà, infrangendo la legge: resterà aperto al pubblico e continuerà le proiezioni cinematografiche in barba alle disposizioni del Dpcm di ieri che all'articolo 1, comma 9, punto m, sospende le attività da oggi fino al 24 novembre prossimo.
«Appurato che non esistono evidenze scientifiche - sottolinea il gestore del Multiplex di Taviano Antonio Mosticchio - di focolai dovuti a cinema e teatri, che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l'uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere, la direzione ha deciso di adottare un comportamento di disobbedienza civile e terrà il cinema aperto fino a quando non vi sarà una chiusura fisica forzata».

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Una sorta di ribellione quella di Mosticchio dopo la chiusura per il lockdown generale nei mesi scorsi che aveva messo in grosse difficoltà il settore. Nel momento in cui si registravano cauti ma incoraggianti segnali di ripresa, il nuovo blocco rischia di compromettere la già delicata situazione.
«Noi resteremo aperti - aggiunge Mosticchio - perché in questo momento storico il cinema è più che mai anche una forma di evasione e di arte che garantisce intrattenimento e un apporto terapeutico in un periodo di forte stress psicologico».


Conclude con un invito rivolto agli altri imprenditori ad aderire all'iniziativa e a non chiudere le saracinesche dei cinema. «Noi resteremo aperti - ribadisce Mosticchio - e invitiamo anche tutti gli altri esercenti a seguirci in questa forma di protesta e disobbedienza civile. Invitiamo tutti i nostri amici e spettatori a diffondere e condividere».
Intanto il presidente dell'AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) Carlo Fontana ha indirizzato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini per chiedere la revoca delle restrizioni: «Come evidenziato - si legge - dai dati di una ricerca da noi effettuata e trasmessa alle Istituzioni ed agli organi di informazione, i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale.

Riteniamo, pertanto, che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore. Sono stati siglati accordi e protocolli a livello territoriale ed a livello nazionale con le Organizzazioni di categoria per garantire la salute e la sicurezza e tutte le imprese del comparto si sono adeguate assumendosi onerosi investimenti per elevare il livello di prevenzione sia per i lavoratori che per gli spettatori».


Fontana ritiene infine «che vi siano i presupposti affinché i teatri, le sale cinematografiche e da concerto siano escluse da provvedimenti restrittivi, alla luce di dati oggettivi che siamo pronti a dimostrare nelle sedi opportune. Una nuova chiusura delle attività del settore comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito. Si tratterebbe di una scelta devastante per l'intero Paese».

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