Anche gli imprenditori divisi sul caro prezzi in estate

Anche gli imprenditori divisi sul caro prezzi in estate
di Giuseppe MARTELLA
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Martedì 8 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 11:40

Il “caro prezzi” del turismo pugliese apre un fronte di discussione tra gli imprenditori. Mentre si fa un gran parlare da giorni attorno a un non ancora certificato calo di presenze di turisti e vacanzieri in Puglia, con l’aumento dei listini in strutture ricettive, stabilimenti balneari e attività di ristorazione finito nell’occhio del ciclone, la stagione si avvia verso il periodo più caldo e non mancano gli spunti di riflessione posti in essere da chi con il turismo lavora e vive.
Dov’è la ragione, di chi le responsabilità di una estate 2023 quanto mai divisiva? E quanto c’entrano e quale impatto hanno i rincari?

I pareri


Del rischio che prezzi alti e non corrispondenti ai servizi offerti possano danneggiare il sistema turistico pugliese parla anche Alfredo Prete, titolare del Lido York nella marina leccese di San Cataldo e in passato presidente della Camera di Commercio Lecce. «Quando questo accade, il pericolo di danneggiare l’intero comparto è quasi certo.

Chi tornerà a casa non soddisfatto di come ha trascorso le vacanze, magari pagando cifre esorbitanti farà la più brutta pubblicità per il nostro territorio. Un danno che la Puglia non può permettersi in questo momento congiunturale tanto complicato». Prete amplia la sua riflessione e continua: «Il fatto che il turismo pugliese abbia viaggiato a velocità sostenute per anni ha fatto sì che tanti cercassero guadagni ritenuti facili. Ma voglia di attaccare la dirigenza, improvvisazione, incapacità di seguire l’evoluzione dei flussi e di creare fidelizzazione sono mancanze gravi». Il titolare del lido leccese conclude: «Sarebbe opportuno che associazioni di categorie e istituzioni pubbliche creassero una sorta di momenti di formazione, percorsi che accompagnino la crescita di quella parte di imprenditori che pensano soltanto al profitto. È necessaria una visione sul medio e lungo periodo che sui nostri territori manca da tempo».


«Il dibattito sul “caro estate”, sui prezzi impazziti, si sta infiammando giorno dopo giorno – sottolinea Vincenzo Leo, presidente del sindacato balneari jonico, Sib Confcommercio – e l’ultima boutade di alcuni nostri colleghi è che a fronte di una riduzione del ceto medio, i servizi dovrebbero essere offerti soltanto a clienti danarosi e ricchi. Una visione discriminante verso un popolo, quello della classe media – continua - che ha fatto elevare l’economia del mare della nostra area geografica e di tutta la regione». L’idea che i prezzi debbano essere alti non convince Leo che si rivolge ai colleghi imprenditori che portato i loro listini alle stelle: «È bene non dimenticare mai che i nostri turisti/vacanzieri e stanziali sono colletti bianchi, imprenditori e professionisti, ma anche chi indossa tute blu, operai generici, artigiani, agricoltori, commercianti. Vanno applicati i prezzi giusti». Il numero uno di Sib Confcommercio Taranto avanza anche una soluzione: «Con la presidenza nazionale del Sib stiamo lavorando ad una legge sulla classificazione degli stabilimenti balneari. È una follia applicare gli attuali esorbitanti prezzi, deplorevole e lesivo - chiosa amaro - per l’immagine di tutto il settore dei balneari».


Contro la narrazione di un “caro prezzi” eccessivo sull’estate pugliese, interviene invece l’ostunese Cosimo Lubes, vicepresidente nazionale di Fenailp, Federazione nazionale autonoma imprenditori e liberi professionisti.
«Nessuna diminuzione di visitatori nella regione, così come evidenziato dai dati dell’assessorato regionale al Turismo, nessun rincaro incontrollato per i soggiorni nelle strutture ricettive – rimarca - considerando anche che la qualità dei servizi si è elevata in diversi territori della regione. Il caro vita, l’aumento dei costi per il trasporto, ma anche la possibilità di viaggiare senza limitazioni dopo la pandemia – dice ancora Lubes – hanno ridisegnato le rotte e i flussi turistici».
Pure condannando i casi di rincari estremi, il numero due nazionale di Fenailp tiene a puntualizzare: «C’è tanto da fare, si può e si deve migliorare – ma il turismo pugliese offre una vasta possibilità di poter scegliere quanto, come e dove spendere. Nessuno può precludere ad un imprenditore di attuare la propria offerta in base al servizio e alla qualità offerti. Alla fine dell’estate sarebbe opportuno un confronto serio per ottimizzare l’offerta turistica ma – conclude - non dobbiamo nemmeno prestarci al gioco di chi ha interesse a far del male alla nostra regione».
A chiudere il giro di riflessioni, le parole di Palmino Canfora, titolare di Lido Massawa sul litorale di Barletta e presidente provinciale di Confesercenti Bat. «Fare di tutta un’erba un fascio è sempre molto sgradevole. Nel nostro territorio di competenza, per esempio, la media dei prezzi è molto accessibile e non ha risentito dei rincari stellari che si raccontano come tipici dell’estate pugliese. Ci sono poi zone dove gli aumenti sembrano più rilevanti, è il caso di Salento e Gargano, ma anche in questi casi non si possono fare delle generalizzazioni. Se a prezzi più alti – dice ancora Canfora – corrisponde un livello ancora più alto del recente passato è normale che ciò accada così come succede in ogni località turistica al mondo».
Il presidente di Confesercenti Bat non nasconde i timori per una stagione che probabilmente non sta andando secondo le aspettative, non dimentica la difficile situazione economica generale che morde le famiglie e così conclude: «In molte aree turistiche della Puglia si paga una importante difficoltà infrastrutturale, prima fra tutte quella nei trasporti. Anche questo incide nelle scelte dei turisti e su queste mancanza non è certo l’imprenditore turistico a dovere intervenire».
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