In Puglia esiste ancora il low cost. La difesa degli imprenditori: «Pubblichiamo i listini online»

In Puglia esiste ancora il low cost. La difesa degli imprenditori: «Pubblichiamo i listini online»
di Rita DE BERNART
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Lunedì 7 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 12:50

La Puglia è troppo cara e i turisti volano altrove? La verità, come sempre sta nel mezzo. Ed arriva da parte di un esercente la proposta di pubblicare tutti i listini per dare un quadro trasparente della realtà e dimostrare che non tutti speculano. D’altra parte è sufficiente fare un giro sui siti web ufficiali di lidi e strutture ricettive per accertare tariffe medio-alte in molte delle più note località turistiche. «Aumenti fisiologici ma minimi resi necessari dall’inflazione generale e dal caro materie prime», dicono gli operatori della ristorazione e della balneazione. Esistono, però, ne va dato atto, porzioni di territorio ed attività dell’entroterra e non che, con sacrificio e per fidelizzare la clientela, mantengono prezzi contenuti. La questione di fondo, imprescindibile, resta il rapporto qualità prezzo. Se l’aumento del costo medio di un ombrellone o di una cena al ristorante, come di una sta stanza d’albergo o di un aperitivo in spiaggia, è proporzionale ad un servizio migliorato nel tempo, professionale e qualificato, nulla da eccepire. Insomma, il prezzo medio di una frisa al mare si aggira sui 7-8 euro. Se viene servita, direttamente presso l’ombrellone o nel privè ombreggiato arredato con divani di fine tessitura, condita con gamberi crudi, tartare e salsine gourmet in un piatto di fine porcellana, probabilmente, il suo prezzo arriverà a sfiorare i 18 euro. 

La proposta

I report pubblicati nei giorni scorsi, però, insieme alle tante segnalazioni da parte di turisti, cittadini e, persino, di stessi imprenditori hanno acceso un faro su una serie di speculazioni in atto: rincari ingiustificati a fronte di servizi non all’altezza, tariffe per pernottamenti lievitate del 30-40% o, al contrario, concorrenza sleale in nero, e postazioni al mare con prezzi tutt’altro che accessibili ad una famiglia con salario medio.

Il prezzo lo fa il mercato. E laddove c’è una richiesta maggiore di conseguenza le tariffe aumentano: non a caso sono proprio le località più gettonate e rinomate quelle in cui si registrano listini più alti. Se ci si allontana dalla costa, in genere, le cose cambiano; ma anche in zone meno interessate dai trend del momento e dalla movida: nel sud barese o nel basso Salento adriatico, per fare due esempi, la vacanza è ancora abbordabile e si può trovare un ombrellone a 25 euro, anche in prima fila. Lo stesso vale per tante strutture e villaggi che offrono all’interno servizi a costi accessibili per i propri ospiti.

Tanti dunque non ci stanno: da Leverano un imprenditore, titolare di un ristorante e di strutture ricettive, ha lanciato un appello a suoi colleghi con l’hashtag #pubblicaillistinopuglia. L’idea di fondo è chiara: far comprendere, attraverso una comunicazione trasparente, che la Puglia resta una destinazione con un’offerta varia e per tutte le tasche, anche per famiglie e target medio. «Da operatore turistico pugliese – scrive sui social - invito tutti i colleghi della ristorazione a pubblicare sul web i propri listini per far capire che non abbiamo niente da nascondere e ne abbiamo per tutte le tasche. E soprattutto esorto gli stabilimenti balneari a pubblicare i prezzi per far vedere chi ha ragione». 


Le tariffe d’altronde spesso sono pubblicate online già da febbraio: in alcuni siti web è possibile prenotare ombrellone, sdraio e lettino ma anche una serie di servizi accessori, dalla bottiglia di spumante al parcheggio giornaliero, la doccia ed altro. Ed il prezzo naturalmente lievita. Differenza fondamentale poi la fa la fila. Per un posto a ridosso del bagnasciuga il prezzo sale. Legge di mercato anche questa. «Negli gli ultimi giorni – spiega Graziano Dell’Accantera di Lido Pineta ad Ugento- non si fa altro che leggere notizie allarmanti su fughe di turisti e pugliesi scontenti e prezzi alle stelle ovunque, si fanno confronti con destinazioni come l’Albania e la Grecia più competitive della Puglia e ci si dimentica totalmente delle realtà virtuose, che pure abbiamo nella nostra Regione, ma non fanno notizia. Da noi le tariffe sono invariate rispetto allo scorso anno. Un ombrellone con lettino in terza fila costa in agosto 35 euro. Come in altri rinomati lidi. In prima si arriva a 40. I piccoli aumenti che ci sono stati sono stati obbligati dai rincari delle materie prime ma parliamo davvero di poca cosa. Una frisa è passata magari da 5 a 6 euro, non ci sono prezzi alle stelle”. Sul tema dell’accessibilità, intesa come possibilità di fare una vacanza in Puglia per turisti con capacità di spesa media, e a difesa di quelle imprese che lavorano onestamente, è intervenuta ieri pomeriggio anche Rita Dalla Chiesa, deputata di Forza Italia e vicepresidente azzurra a Montecitorio. «Mi spiace – ha dichiarato - che in questi giorni la Puglia, da sempre inclusiva e accogliente, stia subendo tante critiche per quanto detto da un imprenditore titolare di un noto lido che dovrebbe forse ricordarsi che il bello è un diritto di tutti, e che dovrebbe essere accessibile anche a chi non ha la possibilità di pagare prezzi ingiustamente altissimi per poterne usufruire. Si cerchino soluzioni diverse da quella che si sta dimostrando una vera ghettizzazione umana. Non tutti gli stabilimenti sono così cari, non tutti gli alberghi speculano sui turisti, non tutti i ristoranti hanno prezzi da fare allontanare le famiglie. È vero, ci sono strutture che hanno, senza alcuna giustificazione valida, triplicato i prezzi dall’anno scorso, ma la maggior parte è rimasta nella media. Ignorate quel signore, e andate altrove. La Puglia è bellissima tutta».

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