Consorzio dell'Arneo, 87mila ettari di terreni ma in tre anni solo 6 bonifiche

Consorzio dell'Arneo, 87mila ettari di terreni ma in tre anni solo 6 bonifiche
di Paola COLACI
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:03

Un ventennio di commissariamento che grava sul bilancio regionale per oltre 150 milioni di euro. Mentre altri 116 milioni sono già stati anticipati agli enti in dissesto negli anni tra il 2007 e il 2011. Soldi utilizzati per pagare assunzioni, stabilizzazioni e consulenze soprattutto. Mentre, come nel caso dell’Arneo, a fronte di una superficie che supera i 255mila ettari tra Lecce, Brindisi e Taranto, negli ultimi tre anni si contano solo 27 interventi di bonifica dei terreni. E appena 6 nel Salento. Intanto il conto complessivo dei debiti ha superato i 250 milioni di euro: tanto è costata alla Puglia la “questione” Consorzi di Bonifica nell’ultimo ventennio. 
Gli stessi quattro lustri duranti i quali le campagne pugliesi e salentine hanno conosciuto incuria e abbandono tra terreni invasi da erbacce e canali dei quali ormai non si riconoscono più gli argini. E poi ancora, l’epidemia della xylella e la piaga della disaffezione. Un ventennio caratterizzato però da unica costante: la richiesta di fumosi “tributi consortili” - previsti dal decreto 215 del 1933 - e la pioggia di cartelle pazze a carico di agricoltori e proprietari di terreni. Molte depennate con sentenze dai Tribunali poiché non hanno garantito alcun “beneficio specifico e diretto” all’agricoltore. Altre pagate a caro prezzo. 

La legge regionale

Ora a sei anni dalla legge regionale del 2017 “Norme straordinarie in materia di consorzi di bonifica commissariati” la fusione tra i quattro consorzi di bonifica comissariati - Stornara e Tara, Terre d’Apulia, Arneo e Ugento Li Foggi - è avviata. Per procedere alla costituzione del previsto Consorzio di Bonifica del Centro Sud Puglia, tuttavia, gli enti hanno dovuto stilare i piani generali di bonifica che dovranno superare la valutazione d’impatto strategica. 
Dossier che “Ugento Li Foggi” e “Arneo” hanno già prodotto. E tra mappatura dell’esistente e prospettive di sviluppo, nel caso dell’Arneo lo stato dell’arte è delineato nelle oltre 300 pagine del piano già approvato dalla Giunta regionale. A oggi il comprensorio consortile su cui opera il Consorzio si estende su una superficie effettiva di 255.619 ettari per 48 Comuni ricadenti nei territori delle province di Brindisi (18 Comuni e il 50,4% dei terreni), di Taranto (6 comuni e il 15,4% dei terreni) e di Lecce (24 Comuni e il 34,2% dei terreni). 
“Alla costituzione del Consorzio - si legge nel nuovo piano di bonifica - il comprensorio si presentava come uno dei territori più malsani del Salento, con la presenza di ristagni d’acqua che costituivano la corona delle paludi litoranee, fonte di malaria e causa di notevoli problemi di salute per la popolazione.

Dal 1866 al 1906 furono eseguiti diversi tentativi per la bonifica dell’Arneo, ma con risultati negativi”. La vera bonfica dell’Arneo fu realizzata nel ventennio fascista, come specificano gli addetti ai lavori. Ma a sentire i proprietari di terreni agricoli e le associazioni di categoria, tra terreni invasi da erbacce e detriti, canali lasciati a secco di manutenzione ordinaria (a carico dei consorzi) e straordinaria (a carico della Regione) e opere idrauliche che fanno acqua da tutte le parti, il tempo sembra essersi fermato a un secolo fa. 

La manutezione

Lavori di manutenzione e miglioramento della funzionalità idraulica eseguiti dal Consorzio? Nel Salento appena 6 negli ultimi tre anni, a fronte di 27 interventi complessivi su tutto il territorio consortile. E per un importo totale di 2.642.350 euro rispetto a un investimento complessivo di 21,4 milioni. Numeri che sembrerebbero confermare la pessima reputazione di questi enti nell’immaginario collettivo. Solo tributi a fronte di “alcun beneficio diretto per gli agricoltori” come recitano numerose sentenze dei tribunali. E in provincia di Lecce solo in quattro casi i lavori sono stati ultimati: un intervento di manutenzione del canale dell’Asso in agro di Nardò (per un importo di 223mila euro) e un altro sul sedimentatore dello stesso canale (924.350 euro), l’intervento per il ripristino delle condizioni naturali di deflusso e miglioramento idraulico dei canali Pampi e Pastore in agro di Salice Salentino (143mila euro) e i lavori per il canale “Torriso” tra Carmiano e Novoli (980mila euro). Cantieri in corso, invece, per altri quattro canali tra San Pancrazio Salentino, San Donaci e Guagnano (149mila euro) e appalto in fase di esecuzione per l’intervento di ripristino della funzionalità idraulica. Meglio è andata ai terreni del Brindisino: 16 interventi programmati e in più della metà dei casi già ultimati per un importo complessivo di 15 milioni e 400mila euro.

Infrastrutture e servizi da rifare: i progetti

Eppure “il territorio consortile è frequentemente interessato da eventi di esondazioni ed alluvioni - si legge più avanti nel piano di bonifica - Dalle indagini preliminari, gli effetti di gravità degli eventi sono attribuibili ad una inadeguata capacità di raccolta e smaltimento delle acque piovane dei corsi d’acqua, e alcuni impluvi naturali risultano quasi completamente interrati o non più esistenti”. Infrastrutture da rifare e servizi da garantire, dunque.
Ecco perché nell’ambito del nuovo Piano di bonifica il quadro della “programmazione esigenziale” degli interventi sino al 2027 sembra dettare un cambio di passo. In tutto 30 i progetti in materia di difesa idraulica o bonifica, agroambientale nelle tre province per un importo totale stimato in 115,6 milioni. Con buona pace, si spera, di agricoltori e proprietari di terreni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA