A caccia di identità riscoprendo L'Arneo, foto e documenti inediti in mostra

A caccia di identità riscoprendo L'Arneo, foto e documenti inediti in mostra
di Alessandra LUPO
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Giovedì 11 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 17:18

«Da Nardò a Taranto non c’è nulla, c’è l’Arneo un’espressione vagamente favolosa come nelle antiche carte geografiche quei vuoti improvvisi che s’aprono nel cuore di quelle terre raggiunte dalla civiltà». 
Come gli era facile fare, Vittorio Bodini condensava in queste poche frasi il senso paesaggistico e sociale delle Terre d’Arneo e di una straordinaria stagione di lotte che videro migliaia di braccianti occupare il vasto latifondo tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto, sognando di sfuggire alla miseria lavorando quegli enormi feudi abbandonati. 
Sullo sfondo dell’epopea dei contadini, che a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 del Novecento reclamarono le terre pugliesi, si andava sempre più definendo la realtà economica e sociale della “quistione meridionale” che aveva allora scavalcato il suo primo secolo per arrivare, seppur in un contesto mutato, a interessare anche l’attualità dei nostri giorni. 
D’altronde, proprio l’occupazione delle Terre d’Arneo è contenuta anche in una strofa della poesia (poi diventata canzone simbolo del Canzoniere Grecanico Salentino) che negli anni ‘70 la scrittrice Rina Durante aveva dedicato alla “quistione” e alle sue contraddizioni soprattutto politiche. 
Con il suo portato di rimandi, speculazione e memoria collettiva, quella incredibile pagina di rivolta e resistenza, di una orgogliosa rivendicazione dei diritti ma anche di risveglio di una coscienza collettiva viene ricordata, a distanza di 70 anni. dal Gal che porta il suo nome, Terra D’Arneo. Ma in una chiave nuova ed evolutiva, che intende ripercorrere la maturazione sociale del territorio a partire da quelle immagini in bianco e nero.

L'evento organizzato dal Gal Terre d'Arneo

In occasione dei suoi 25 anni di attività, il Gal presieduto da Cosimo Durante, ha quindi organizzato per il 12 maggio (ore 18.30) un grande evento di studio, riflessione e dibattito, in collaborazione con il Polo Bibliomuseale di Lecce. 
Attraverso alcuni documenti inediti estratti dall’Archivio di Stato, grazie alla ricerca curata da Donato Pasculli, l’occupazione delle campagne e la dura repressione delle forze dell’ordine, ma anche i successivi processi che fanno ancora parte di una memoria comune, incroceranno il racconto degli esperti di storia locale tracciando l’ideale cammino identitario che questa grande area dell’entroterra occidentale della Terra d’Otranto ha attraversato nel tempo. 

La mostra di Palumbo, il fotografo in bicicletta


Per ricostruire anche visivamente il contesto storico del tempo, emblematico lo sguardo di Giuseppe Palumbo, “il fotografo con la bicicletta”, al centro della mostra a cura di Big Sur che sarà inaugurata in occasione dell’evento. Una costola della mostra permanente di Visioni del Sud ospitata in maniera permanente nelle sale del “Castello Volante” a Corigliano d’Otranto. Con i suoi scatti ma anche col la sua personalità considerataa tratti originale per i tempi, Palumbo restituisce il clima e le condizioni di vita dei contadini nel Salento lungo tutta la prima metà del ‘900. Fotografo e scrittore, fu un personaggio unico nel panorama culturale del Novecento. In sella a una bicicletta, in treno o su un piccolo calesse, esplorò per cinquant’anni la Terra d’Otranto, fotografando e documentando il paesaggio naturale e umano di un’epoca lontana ma impossibile da dimenticare. Non è un caso che negli anni l’attenzione nei confronti di questa pagina di storia contadina, che intrecciò anche le varie ondate di rivolta delle Tabacchine del Salento e le altrettanto sanguinose repressioni, resta imprescindibile nel racconto del territorio e rivive in numerose opere che hanno voluto raccogliere – finché possibile - le testimonianze dirette dei fatti e proseguire l’opera di cucitura di una grande indagine collettiva sullo spaccato antropologico e sociale del tempo. Un tempo in cui dalla massa degli ultimi faceva per la prima volta capolino il desiderio di riscatto da una vita segnata dalla povertà e dallo sfruttamento. Anche a costo di pagare caro questo grande sogno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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