La protesta degli agricoltori: «Arneo da pagare? Ma i canali sono sporchi»

Gli agricoltori (foto Max Frigione)
Gli agricoltori (foto Max Frigione)
di Lucia PEZZUTO
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Sabato 7 Luglio 2018, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 09:25
BRINDISI - Pioggia di decreti ingiuntivi per i tributi dovuti all’Arneo, ma i canali restano sporchi e gli agricoltori brindisini insorgono: «Non possiamo pagare per un servizio non reso». È guerra, oramai, tra gli agricoltori che svolgono la loro attività alla periferia della città di Brindisi e il Consorzio di Bonifica dell’Arneo, che dovrebbe occuparsi della manutenzione e della pulizia dei canali.
Da alcuni giorni stanno arrivando numerose cartelle esattoriali e avvisi di pignoramento da parte della Soget, la società di riscossione dei tributi per conto dell’Arneo: «La Soget ci ha mandato gli avvisi di pignoramento, chiede il pagamento dell’Arneo del 2014, le associazioni ci hanno abbandonato - racconta Teodoro Consenti, agricoltore brindisino nei pressi di Cerano -, noi abbiamo ricevuto queste cartelle di pagamento ma è da oltre dieci anni che non si fa una pulizia dei canali. Ogni anno è peggio, La vegetazione è alta diversi metri e occupa il letto del canale, per non parlare della spazzatura e detriti depositati sul fondo».
Basta fare un giro in queste zone per rendersi conto che le aree a ridosso dei canali sono diventate una vera e propria giungla. L’inverno è anche peggio, con la pioggia il canale ostruito straripa, la vegetazione e i detriti che ne occupano il letto fanno da tappo, per cui l’acqua non trova il suo sfogo naturale, non scorre e man mano straripa invadendo i terreni. «Quando l’acqua arriva nei terreni è finita. Il raccolto va a farsi benedire e noi perdiamo tutto il lavoro fatto - racconta Giuseppe Nigro, un altro degli agricoltori -, quest’anno ho già perso il 40 per cento del vigneto».
Gran parte di questi campi sono coltivati a carciofeti, grano e vigneti, pomodori e ortaggi, molti altri sono oramai abbandonati da chi invece non riesce più a campare tra crisi, costi e danni. Le cartelle esattoriali hanno importi che variano dai 50 ai 700-800 euro, a seconda della grandezza del terreno, quindi dagli ettari, ma anche a seconda della coltura. «Ma che senso ha distinguere le colture, pagare a seconda se ho un vigneto o un carciofeto»?, si chiede Nigro. «Se piove l’acqua che scorre è sempre quella - dice con una punta di ironia - io ho ricevuto una cartella da 750 euro, ma non pago. Se non puliscono, io non pago”. La vegetazione del canale in alcuni punti raggiunge anche i sentieri sterrati impedendo così il transito. Il paradosso, dicono ancora gli agricoltori, è che a ricevere le cartelle non sono solo coloro che hanno i terreni a ridosso dei canali ma anche coloro che li hanno a distanza di diverse centinaia di metri. “Ci suggeriscono di non pagare, di contestare ufficialmente - racconta Nigro -, all’inizio anche i sindacati ci avevano consigliare di non tirare fuori nemmeno un soldo, poi hanno cambiato idea. Le associazioni ci hanno abbandonato. Chi magari ha ricevuto una cartella da 20-50 euro alla fine preferisce pagare ma quando sommese da tre cifre diventa più complicato».
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