Stop ai reflui nell'oasi: in cantiere le trincee drenanti

Lo scarico di Torre Guaceto
Lo scarico di Torre Guaceto
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 12:15
Trincee drenanti a Torre Guaceto: chiuso l’iter delle autorizzazioni. Via ai lavori. Al termine di una lunga fase procedurale sono stati definitivamente, acquisiti tutti i parere tecnici indispensabili per l’esecuzione delle opere. Il cantiere, nella riserva, già nelle prossime ore sarà operativo. «E’ la fine di un lungo percorso. Dopo numerosi atti, siamo finalmente riusciti - dichiara l’assessore all’ambiente del comune di Carovigno Enzo Vacca- a chiudere l’iter ed a permettere la realizzazione di questi interventi, indispensabili nella riserva».

Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Carovigno Carmine Brandi che nelle prossime ore terrà una conferenza stampa per spiegare nel dettaglio il piano dei lavori, mirato alla tutela dell’oasi. Il costo totale delle opere, appaltate dall’Acquedotto pugliese, si aggira intorno ai due milioni di euro. Le finalità del progetto sono quelle di evitare che le acque provenienti dal Canale Reale, derivanti dal depuratore di Carovigno a cui sono collegati gli agglomerati di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, terminino nella zona A della riserva. Questo sarebbe il punto di massimo splendore dell’oasi di Torre Guaceto, dove per tutelare flora e fauna, l’accesso non è consentito e c’è il divieto di pesca.

Fino ad oggi però, qui giungevano le acque in tabella 4 ( e quindi utilizzabili per fini irrigui): le trincee drenanti, al termine delle opere devieranno questo fluido, che ha una portata di oltre 4 milioni di litri al giorno, nel sottosuolo. Il cronoprogramma prevede che tra 90 giorni questo processo sarà portato a compimento: il sindaco Brandi e l’assessore Enzo Vacca hanno assicurato un monitoraggio costante.  Cosi come alta l’attenzione sarà mantenuta dal Comitato Nazionale per la Salvaguardia di Torre Guaceto, che da sempre ha condotto la battaglia contro le istituzioni, per i ritardi nell’apertura del cantiere. Legati agli aspetti tecnici anche le vicende del depuratore di Carovigno, ed il conseguente scarico nel Canale Reale.

Dalle rilevazioni dell’Arpa, eseguite prima e dopo l’apertura del depuratore (autunno 2014), emergerebbero dati, non certamente in linea con l’obiettivo della salvaguardia dell’ecosistema dell’oasi di Torre Guaceto. I controlli eseguiti con cadenza quindicinale hanno dimostrato un aumento, nelle acque della riserva, del Trix. Si tratta dell’indice che definisce lo stato di qualità delle acque marino-costiere, calcolato dalle concentrazioni misurate in stazioni di campionamento poste a diversa distanza dalla linea di costa, di alcune componenti chimiche: clorofilla “a”, azoto inorganico, fosforo e dalla percentuale di ossigeno disciolto.

Nel caso di Torre Guaceto è stato evidenziato che con l’avvio del depuratore il dato è aumentato da 2,8 a 3,8: ciò sta a significare che il grado delle acque, che giungevano nella zona A della riserva da “elevato”, è stata declassato a “buono”. Ora , così, la funzione delle trincee sarà duplice: impedire ai reflui di raggiungere la riserva e permettere alle acque di tornare secondo gli standard. Quanto sarà realizzato nelle prossime settimane è, però, solo il primo step: l’altra opera considerata di vitale importanza per la salvaguardia dell’oasi, è la condotta sottomarina, che dagli attuali 900 metri sarà portata a 2,7 km, con il fluido, derivante dal depuratore, che giungerà a meno cinquanta metri dal livello del mare.
 
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