Non è passata inosservata ed ha fatto molto discutere i numerosissimi testimoni la presenza dei carabinieri che ad un funerale scortavano il sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro. È successo nei giorni scorsi ad Avetrana. L’episodio è avvenuto nella cittadina confinante dove il primo cittadino si era recato per prendere parte ai funerali di una parente di un’esponente della sua maggioranza. In effetti Pecoraro quel giorno ha chiesto ed ottenuto dai carabinieri della locale stazione, in forma assolutamente ufficiosa ma concreta, che lo accompagnassero al rito funebre sentendosi evidentemente in pericolo potendo essere vittima di gesti sconsiderati da parte degli avetranesi. I timori del sindaco sono legati alle vicende del depuratore consortile e alla recente approvazione nel Consiglio comunale manduriano della variante al piano urbanistico che ha dato il via definitivo allo scarico complementare dei reflui depurati nel canale di Colimena.
La polemica
Una scelta che gli avetranesi non hanno gradito sentendosi due volte minacciati dalla grande opera idrica di cui godranno i comuni di Manduria e Sava a scapito di Avetrana: per la vicinanza del depuratore alla loro unica zona residenziale di Urmo Belsito e per lo sversamento dei reflui nel mare di Torre Colimena che seppur di competenza territoriale di Manduria è frequentata quasi esclusivamente da avetranesi.
«Il sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro e la sua giunta, questi nomi verranno incisi per la vita nei cuori e nelle menti di tutti i fruitori delle bellezze delle marine, per tutta la loro vita e di tutti i loro eredi», si legge nel finto manifesto funebre che tra i responsabile della morte delle marine individua anche il «progettista dell’Acquedotto pugliese, esecutori materiali e assassini delle proprie e altrui coscienze». Lo scritto si conclude in maniera ancora più luttuosa. «Non fiori, ma piccoli contributi per i ricorsi contro questi sciacalli della vita altrui, come se loro non avessero figli e eredi che fruiranno delle bellezze del nostro mare, per questo saranno maledetti anche loro». Vale la pena ribadire che l’inquietante manifesto è comparso solo ieri, e cioè diversi giorni dopo l’episodio del funerale con la scorta armata per il sindaco che evidentemente aveva già percepito l’ostilità che avrebbe potuto incontrare in quel contesto. Per la cronaca, invece, il rito si è svolto tranquillamente.
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