Standard, turni e spese. L’Asl cambia e illustra il suo piano di riordino

Standard, turni e spese. L’Asl cambia e illustra il suo piano di riordino
di Maurizio Distante
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 11:31
Decreto Ministeriale 70, Legge 161 e Legge di Stabilità. È questa l'intoccabile triade che Michele Emiliano, presidente della Regione, e Giovanni Gorgoni, direttore del Dipartimento della Sanità, hanno affisso sui muri dietro le loro scrivanie in questi giorni, durante i quali sono impegnati nella redazione del piano di riordino ospedaliero. Giuseppe Pasqualone, direttore generale dell'Asl di Brindisi, durante la conferenza dei sindaci dell'azienda sanitaria locale, svoltasi ieri mattina nella sala dell'Area Vasta di Palazzo Nervegna, ha messo nero su bianco quali sono gli stretti vincoli entro cui i vertici della sanità regionale si possono muovere nella messa a punto del piano di riordino che cambierà i connotati della geografia sanitaria provinciale.

Il Decreto Ministeriale 70 definisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera; la Legge 161 regola i turni e il riposo del personale sanitario delle Asl; la Legge di Stabilità impone un tetto alla spesa per il personale delle aziende che non può superare quella del 2014. Da queste premesse, si capisce che il collo della bottiglia è molto stretto e il direttore Pasqualone non ha usato troppi giri di parole coi sindaci e i rappresentanti dei Comuni. Dal canto loro, i primi cittadini si sono mostrati, al momento, concordi e collaborativi, dimostrando di non avere intenzione di cedere alle spinte campanilistiche che, con ogni probabilità, potranno arrivare da più parti, una volta tornati in paese.

«Bisogna dimenticare i piani di riordino che rimanevano sulla carta – ha spiegato Pasqualone – quello che si sta facendo varrà per i prossimi 10 anni e deve rispettare i paletti imposti dal Ministero: ogni altra soluzione sarà rigettata». Si parte dal presupposto che il Perrino di Brindisi sarà un presidio di II livello, che il Camberlingo di Francavilla Fontana diverrà un ospedale di I livello, che la struttura di Ostuni sarà un presidio di base e che Fasano sarà qualificato come presidio territoriale di assistenza. «I paletti di cui sopra – prosegue Pasqualone – impongono questi tipo di organizzazione: bisogna modulare le varie situazioni in modo da ottenere un'ottimizzazione del servizio da offrire. Questo vuol dire anche, in alcuni casi, accorpare i reparti: così riusciremo, ad esempio, a parità di personale, a ottenere qualche posto letto in più».

Il nodo del personale è sempre al centro della discussione. «Una delle poche cose certe – prosegue il direttore generale – è che non ci sono risorse per aumentare la pianta organica. Il motivo scatenante questa situazione sono i bilanci in rosso. Nell'Asl di Brindisi sono tre le voci che determinano il disavanzo: i farmaci, le farmacie e i laboratori analisi. Bisogna organizzare meglio le farmacie e i laboratori sul territorio e, soprattutto, contrarre la spesa farmaceutica che, in alcuni casi, è fuori controllo: mi riferisco al distretto di Mesagne, il cui buco in farmacia ammonta a circa 2 milioni e mezzo di euro. Stiamo intervenendo per contenere la spesa ma non credo che si possano ottenere dei risultati apprezzabili prima di 3 o 4 anni». Questo significa, quindi, che prima di allora, sarà difficile ottenere le risorse per ampliare l'organico dell'Asl anche se, ad esempio, in pronto soccorso, al Perrino, stanno per entrare in servizio 14 nuovi medici che hanno appena firmato il contratto, portando la dotazione medica del reparto a 18 unità, sforando il tetto del fabbisogno. «Abbiamo chiuso la graduatoria del concorso e, a giorni, entreranno in servizio 10 medici, in pronto soccorso: a questi, altri quattro se ne aggiungeranno perché ho trasformato le assunzioni di 4 Oss, a parità di costo, in assunzioni di medici. Così potremo superare il numero di professionisti necessari e garantire il funzionamento dell'Obi che allevia la pressione anche in sala d'attesa».

Per quanto riguarda, invece, gli altri pronto soccorso, Pasqualone ha indicato quello di Ostuni come quello che necessita di maggiori interventi. «Detto che a Francavilla i locali sono nuovi e che sta per entrare in funzione il triage, grazie all'assunzione degli infermieri necessari, a Ostuni sono previsti degli interventi strutturali per migliorare i locali che sono davvero fatiscenti». In definitiva, i vertici Asl stanno cercando di portare avanti in maniera parallela il piano di riordino e il potenziamento delle strutture territoriali. «Al fianco degli stringenti vincoli imposti al piano, c'è la disponibilità a importanti investimenti a livello territoriale: se riuscissimo a qualificare le strutture di Mesagne, San Pietro Vernotico, Ceglie Messapica e Fasano come supporto agli ospedali che dovrebbero occuparsi delle sole acuzie, potremmo avere una rete dell'assistenza e della cura molto competitiva, anche perché gli equilibri che governano la conferenza Stato-Regioni sono così tesi che non c'è colore politico che tenga: si punta a un sostanziale equilibrio tra i territori che determina pari condizioni di partenza tra le varie realtà».
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