«No alla chiusura dell'ospedale Melli»: in 3.000 manifestano a San Pietro Vernotico

«No alla chiusura dell'ospedale Melli»: in 3.000 manifestano a San Pietro Vernotico
di Maurizio DISTANTE
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Sabato 27 Febbraio 2016, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 12:54

Le nuvole che si addensavano minacciose nel cielo non hanno spaventato i componenti del comitato spontaneo nato a San Pietro Vernotico per protestare contro la chiusura dell’ospedale Melli: ieri alle 16, nonostante il meteo incerto, una folla di circa 3000 persone, secondo gli organizzatori, si è radunata in piazza del Popolo per comporre il lungo serpentone che, snodandosi per le vie del paese, è giunto nel piazzale della struttura che rischia seriamente il taglio, secondo quanto previsto dal piano di riordino ospedaliero presentato dalla Regione. Al corteo anche il sindaco Maurizio Renna e tutta la sua giunta, Pasquale Rizzo in rappresentanza dell’opposizione, la deputata Pd Elisa Mariano e Aldo Gemma (segretario generale territoriale della Cisl funzione pubblica).


«Non è solo una questione di affetto, che pure c’è – ha spiegato Patrizia Elia, infermiera del Melli e tra i promotori del comitato – secondo noi ci sono tutte le condizioni per mantenere il Melli come ospedale di base. La sua vicinanza alla strada statale e alla circonvallazione lo rende facilmente raggiungibile: se si tiene conto che a cavallo tra gli ambiti territoriali di Brindisi e Lecce non c'è nessun altro presidio sanitario, diventa chiara l'importanza del Melli. Il pronto soccorso dell’ospedale di San Pietro fa registrare circa 24mila accessi l'anno che non possiamo scaricare interamente sul Perrino di Brindisi che ha già i suoi bei guai».
 
Il corteo di protesta, sorto grazie al tam tam sui social, è stato composto e pacifico: armati di striscioni scritti coi pennarelli, i manifestanti, tra i quali figuravano molti esponenti del mondo politico e sindacale che, però, hanno lasciato spazio e voce ai cittadini sampietrani, era pieno di bambini e giovani che scandivano a voce alta le grida di una protesta nata davvero dal basso, contro una decisione assunta a Bari che rappresenta, per questo paese e per questo pezzo di territorio, un grave smacco.
«Il Melli – prosegue l’infermiera – è l’unico presidio attrezzato a effettuare alcuni interventi chirurgici di lieve entità che, altrimenti, intaserebbero le sale operatorie del Perrino: da noi i locali ci sono già e sono nuovi e potrebbero essere attivati in qualsiasi momento, sollevando gli altri presidi dal peso di quelle operazione considerate di routine o quasi. Il Melli, tra le altre cose, è dotato anche di una palestra attrezzata per la riabilitazione che potrebbe essere sfruttata nei casi di recupero cardiorespiaratorio». La pacifica manifestazione si è conclusa sotto le statue dei benefattori che hanno reso possibile la costruzione dell'ospedale, dove i manifestanti hanno chiesto al presidente della Regione, Michele Emiliano, e al direttore del Dipartimento promozione della salute, Giovanni Gorgoni, di ritornare sui loro passi e impedire che sia compiuta un’ingiustizia, a loro modo di vedere, contro San Pietro e contro tutto il territorio brindisino.
«Chiediamo alla Regione – prosegue Elia – di rivedere le proprie scelte: la nostra non è una richiesta irrazionale, di pancia, ma è ponderata. La provincia è stata fortemente penalizzata: a differenza di altri territori, penso a Lecce e a Bari, Brindisi esce con le ossa rotte, forse perché non ha la sufficiente copertura politica garantita in altre realtà. La chiusura del Melli è un pugno nello stomaco per tutta la nostra comunità e rappresenta l’unico, vero, scandalo contenuto nel piano di riordino ospedaliero così come concepito».

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