Furti d'auto, per lo più a Lecce città, spaccio di droga, kalashnikov e telefonini portati in carcere con un drone: 24 persone sono state condannate a Brindisi a pene fino a 10 anni di reclusione, al termine di un processo con rito abbreviato. Due gli assolti. Si tratta di imputati che erano coinvolti in un'operazione dei carabinieri del 26 maggio 2021: furono 29 gli arresti, su ordinanza di custodia cautelare. Le accuse contestate erano di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e ai furti di autovetture, ricettazione, riciclaggio ed estorsioni.
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Tutte le condanne e le assoluzioni
Sono stati assolti dal gup Vittorio Testi: Gianluca Palma (41 anni, di Brindisi) e Sharon Aggiano (35 anni, di Brindisi), difesi da Albino Quarta e Giampiero Iaia.
Le difese
Il collegio difensivo è composto anche da Laura Beltrami, Giuseppe Guastella, Antonio Savoia, Marcello Tamburini, Valentina De Mitri, Gianvito Lillo, Ladislao Massari, Ferruccio Gianluca Palazzo, Cosimo Lodeserto, Anna Maria Caracciolo, Mauro Masiello, Antonio Bolognese, Daniela D'Amuri. L'indagine coordinata dal pm Luca Miceli, fu condotta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile da dicembre 2019 a luglio 2020.
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Telefonini in cella per i due “capi”
Antonio Borromeo e Angelo Sinisi erano per gli inquirenti i capi del sodalizio detenuti dapprima nel carcere di Foggia e poi in quello di Brindisi. I due avrebbero avuto la disponibilità di telefonini anche in cella recapitati con un drone. Il mini velivolo, del valore di mille e cinquecento euro, era stato intercettato e sequestrato dalla polizia penitenziaria. Borromeo e Sinisi dalle loro celle organizzavano le attività criminose.
I furti d'auto per rivendere i pezzi online
I furti d'auto accertati dagli investigatori sono avvenuti soprattutto a Brindisi e a Lecce. Una volta individuata, secondo modello e anno di immatricolazione, l’auto veniva prelevata, privata del gps e parcheggiata sulla pubblica via. Per quasi 48 ore la vettura restava ferma in attesa di vedere se a seguito delle denuncia di furto le forze dell’ordine riuscivano ugualmente ad intercettarla grazie ad un secondo gps. Una volta accertato che il veicolo non era stato trovato, qualcuno lo portava ad una azienda di autodemolizione, la “Sud Recuperi”, dove Giovanni Cannone, socio minoritario e titolare, lo affidava a due suoi dipendenti. Qui l’auto, secondo le ricostruzioni, veniva smembrata, i pezzi di interesse asportati ed il resto demolito. Le parti di auto recuperate venivano, poi, occultate e stoccate all’interno di un capannone preso in affitto da uno dei membri del sodalizio nella zona industriale di Brindisi. I pezzi d’auto venivano venduti sul mercato nero o sui siti on line. Parallelamente i componenti dell’organizzazione si sarebbero occupati anche del rifornimento e dello spaccio di droga: cocaina ed eroina.
La droga e il kalashnikov
I militari hanno, infatti, appurato l’esistenza di collegamenti con contesti malavitosi baresi e leccesi, per l’approvvigionamento di cocaina destinata alla piazza brindisina, ma anche di evidenziare un’attività di spaccio di eroina approvvigionata ad Oria. Tre imputati rispondevano anche di detenzione di arma di sparo: il 28 aprile 2020 un 41enne di Brindisi, per detenzione di un fucile da guerra del tipo Kalashnikov, nonché di 75 cartucce da guerra, 56 cartucce di vario calibro e di un giubbetto antiproiettile con il logo di un Istituto di Vigilanza. Il tutto era nascosto all’interno di un garage a Sant’Elia.