Affittano un appartamento per le vacanze sullo Ionio, ma non esiste: «Ci hanno truffati»

Affittano un appartamento per le vacanze sullo Ionio, ma non esiste: «Ci hanno truffati»
di Nazareno DINOI
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Lunedì 21 Marzo 2022, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:41

C’è un mercato nero, parallelo a quello lecito, delle locazioni di case vacanza del litorale tarantino, particolarmente ricercato dal turismo barese, che periodicamente viene alla luce con denunce presentate alle varie forze di polizia. Più raramente attraverso i social. È successo ieri sul gruppo Facebook «Io amo San Pietro in Bevagna», località di mare in provincia di Taranto, comune di Manduria, dove si sarebbe compiuta l’ultima, classica, truffa del finto proprietario di appartamento.

La denuncia su facebook delle vittim

La vittima, una coppia di Altamura, provincia di Bari, anziché presentare regolare denuncia querela, ha condiviso la propria esperienza pubblicando sulla pagina dell’affollatissimo gruppo (più di 15.600 iscritti e migliaia di visualizzazioni al mese), la ricevuta della ricarica sulla Carta Money intestata al presunto truffatore con tanto di nome e codice fiscale. E un post in cui si racconta quanto accaduto. «Avvisiamo tutti – si legge –, siamo stati vittime di una truffa da parte di (viene indicato il nome e cognome); non ha una casa a San Pietro, manda foto solo di interni ma non dell’esterno, richiede acconto di 300 euro».

E poi sparisce.

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La truffa


La coppia barese se n’è accorda domenica pomeriggio quando da Altamura è arrivata nella marina manduriana e, all’indirizzo indicato, ha atteso invano il fantomatico proprietario dell’appartamento «impegnato» dai baresi per il mese di luglio prossimo per un prezzo concordato di 1500 euro. «Avevamo fissato un incontro domenica per vedere la casa, ma lui diceva di essere a Milano», scrivono i coniugi. Dopo chissà quante telefonate e altrettante imprecazioni, gli altamurani si sono dovuti arrendere perchè il fantomatico locatore ha bloccato tutti i loro numeri. Hanno così capito di essere stati truffati e di dover probabilmente dire addio ai trecento euro che il loro contatto virtuale aveva chiesto per sigillare l’accordo. Si saranno resi conto allora dell’incauto contratto concluso a scatola chiusa senza nemmeno chiedere il numero civico dell’alloggio di cui l’immaginario proprietario aveva mandato solo le foto d’interno. Un appartamento anonimo, sicuramente accogliente dalle immagini e dal prezzo altrettanto conveniente se si considera che da queste parti le quote di mercato, per il mese di luglio e per quella zona, vanno dai 2500 euro in su.

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I commenti al post con la foto della ricevuta Sisal Pay e la storia del mancato appuntamento, non si sono fatti attendere da parte di chi solidarizzava con la coppia truffata e da chi raccontava storie simili vissute direttamente o riferite da altri. C’era anche chi si meravigliava di tanta ingenuità: «mai pagare a sconosciuti ma fidarsi solo delle agenzie riconosciute e regolarmente registrate», ricordano i più avveduti. Altri criticavano poi la leggerezza dei truffati di accettare il pagamento dell’anticipo tramite ricarica di una carta, ricordando che solo il bonifico bancario lascia traccia certa di chi lo incassa.
Tra i tanti commentatori, c'è anche chi propone di riparare al danno con un’offerta di locazione certificata: «Se le può interessare – scrive sul gruppo Facebook la responsabile di un’agenzia immobiliare -, ho degli alloggi adiacenti, ubicati nello stesso stabile, a pochi passi dal centro e dalla spiaggia».

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