Ilva: produzione ai minimi, dati in negativo

Ilva: produzione ai minimi, dati in negativo
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 06:32

Alla vigilia della cessione del gruppo Ilva trapelano dati economici sul colosso siderurgico elaborati dalla struttura commissariale e che ufficializzano il calo di produzione del 2015, già annunciato dagli organi di informazione nelle prime settimane dell’anno. Si sapeva che l’anno appena concluso non ha fatto raggiungere i 5 milioni di tonnellate ma adesso si è diffuso il dato esatto di produzione. Record negativo per l’azienda che ha chiuso la produzione del 2015 a 4 milioni e 700mila tonnellate. Un milione e duecentomila meno dell’anno precedente: nel 2014 l’acciaio aveva sfiorato i sei milioni toccando quota 5,9 milioni di tonnellate.
 
I conti dell’azienda chiudono quindi ancora indietro. Il margine operativo di Ilva (in gergo tecnico l’Ebitda) è ancora pesantemente negativo. Dai -334 milioni di euro del 2014 si sarebbe passati nel 2015 a -382 milioni di euro. Un trend che va ancora contro le previsioni iniziali della gestione commissariale. Nelle slide presentate il 23 luglio del 2015 nel corso dell’audizione con le commissioni congiunte Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, i vertici di Ilva avanzavano un ambizioso piano di crescita per tornare in pareggio entro due anni con un Ebitda di gruppo che nel 2015 si sarebbe dovuto comprendere tra i -280 milioni e i -310 milioni di euro. Questa la stima che veniva fatta in estate. La crisi internazionale dell’acciaio ha però influenzato decisamente l’andamento dell’ultimo semestre dell’anno scorso, nonostante la riorganizzazione del gruppo abbia segnato un cambio di passo positivo per Ilva sia dal punto di vista commerciale che gestionale. Si è anche avviata una analisi dei prodotti con miglioramenti sul fronte della qualità e l’accelerazione su prodotti come la banda stagnata per lo stabilimento di Genova Cornigliano.

In ogni caso, nonostante questi numeri, le imprese private vedono ancora la possibilità di investire nel colosso siderurgico pugliese. E lo dimostrano le manifestazioni d’interesse che sono state presentate il 10 febbraio scorso da gruppi compositi, italiani e stranieri, per singole società del gruppo o per l’intero “pacchetto”. 
I tempi per il completamento della procedura slitteranno anche in ragione della recente ammissione di altre imprese alla fase di esplorazione dei dati, la cosiddetta due diligence. 

Le società e i fondi di investimento ammesse a concorrere all’acquisto di Ilva fino al 15 aprile potranno avere accesso alla “data room” con la documentazione contabile e finanziaria e potranno anche calendarizzare visite negli stabilimenti per esaminare gli impianti. Dal 15 aprile al 30 giugno ci sarà la presentazione delle offerte vincolanti. E si tradurranno in proposte di acquisto quelle che finora sono soltanto manifestazioni d’interesse.

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